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    PM Gratteri "La ndrangheta al nord c'è, cè stata e ci sarà"

     

     

    PM Gratteri "La ndrangheta al nord c'è, cè stata e ci sarà"

    09 giu 11 "La 'ndrangheta al nord non e' una novità. C'é stata, c'é e ci sarà ancora". Così il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, uno dei magistrati calabresi più impegnati nel contrasto alla 'ndrangheta, ha commentato l'operazione coordinata dalla Dda di Torino che ieri ha portato all'arresto di 151 persone. "L'operazione - ha aggiunto Gratteri, oggi a Catanzaro per partecipare ad un convegno della Cna - non mi ha sorpreso perché è da più di 15 anni che dico che la 'ndrangheta e' al nord: in Lombardia sin dagli anni '50 ed in Piemonte sin dalla meta' degli anni '70. Appena la Procura di Torino ha fatto un'inchiesta sul clan dei catanesi, subito dopo si è insediata la 'ndrangheta, in particolare quella della fascia ionica. Era talmente forte e radicata che ha avuto la forza, l'arroganza e la spregiudicatezza di uccidere il procuratore Bruno Caccia". A giudizio di Gratteri, per contrastare un'organizzazione ramificata e potente come la 'ndrangheta, occorrono ''modifiche normative al al codice penale, di procedura penale e all' ordinamento penitenziario". Ma sopratutto servono "investimenti massicci per fare cultura, soprattutto al ministero della Pubblica istruzione. Non è pensabile pensare di formare, sotto tutti i profili, un ragazzo, quando in un aula ci sono 35 alunni. Quale formazione può fare un'insegnante in tali condizioni. Per infiltrarsi al nord, ha poi spiegato il magistrato, le mafie, ed in particolare la 'ndrangheta, ''si è presentata e si presenta in modo diverso dal sud, cerca di fare meno rumore possibile perché si fa riciclaggio e si vende cocaina. Al sud c'é un controllo capillare ed asfissiante del territorio, strada per strada; si fanno estorsioni ed usura. Al nord bisogna cercare di fare meno rumore possibile, meno reati di strada meno reati comuni possibili altrimenti l'area di investimento si svaluta diventa meno appetibili e quindi fallisce l'affare".

    "Le istituzioni devono essere più vicine ai cittadini per essere più credibili e quindi più efficienti e più efficaci". A dirlo è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, parlando con i giornalisti a Catanzaro, su come la Calabria sana può reagire alla 'ndrangheta. Gratteri ha individuato anche altre chiavi di lettura. ''La cosa più importante che ci manca - ha detto - è la coerenza. Ognuno di noi dovrebbe essere più coerente al ruolo ed alla funzione che riveste. E poi bisognerebbe essere meno individualisti. Il grande difetto dei calabresi è l'individualismo. Ognuno si sente più intelligente e più bravo degli altri e quindi camminiamo ognuno per la nostra strada. Non abbiamo la cultura di gruppo, ci sentiamo tutti capi".

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