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    INPS, sempre più immigrati verso il nord

     

     

    INPS, sempre più immigrati verso il nord

    08 giu 11 Operai nell'industria metalmeccanica e tessile, lavoratori domestici ed edili ma anche commesse, baristi e braccianti agricoli: sono oltre 2,7 milioni i lavoratori immigrati regolarmente iscritti all'Inps per quasi due terzi nelle regioni del Nord (1,7 milioni), mentre al Centro sono 650.000 (il 23,8%) e al Sud 380.000 (il 13,9%). La fotografia del lavoro immigrato è stata scattata dal Rapporto Inps-Caritas che sarà presentato domani a Roma e riguarda il 2007, ultimo anno nel quale è stato possibile rilevare la completezza dei dati sull'origine dei lavoratori, le loro attività e l'inserimento nelle varie regioni. Al Nord - spiega l'Istituto di previdenza - si concentrano i lavoratori dipendenti delle imprese (soprattutto metalmeccaniche ma anche del commercio), mentre nel Centro è rilevante e "ben superiore alla media" la concentrazione degli immigrati occupati nel settore domestico (un terzo dei casi), e nel Mezzogiorno quella degli operai agricoli. La Lombardia da sola accoglie più di un quinto degli iscritti Inps immigrati (il 21,2%), una quota superiore a quella dell'intero Mezzogiorno. Nel Veneto lavora il 12,2% degli assicurati, una quota di poco inferiore a quella dell'intero Sud. L'incidenza più elevata degli immigrati sul totale degli iscritti all'Inps è nel Trentino Alto Adige (il 18,6%) mentre il valore più basso si registra in Sardegna (3,7%). La provincia con l'incidenza più alta è invece Prato, con oltre un immigrato ogni cinque iscritti all'Inps (il 21%). Gli immigrati dipendenti da aziende sono nel complesso 1.722.000 mentre i lavoratori domestici sono 479.000 (su poco più di 600.000 addetti regolari nel settore). Gli operai agricoli sono 231.000 mentre i lavoratori autonomi sono oltre 293.000, il 10,8% del totale. Tra i lavoratori dipendenti delle aziende è prevalente il settore commerciale con negozi, bar e ristoranti (716.944 addetti, il 41,6% del totale) ma è in edilizia con 335.105 addetti che si registra la massima incidenza di immigrati sui lavoratori totali (il 22,6%). Gli immigrati sono in genere inquadrati nelle aziende ai livelli più bassi, con l'81,9% iscritto come operaio e il 7,4% come apprendista (a fronte di un complesso del 60,7% per l'insieme degli assicurati). Gli operai immigrati percepiscono una retribuzione media annua di oltre il 24% inferiore all'insieme degli assicurati con la stessa qualifica. Se poi si considera l'insieme dei lavoratori dipendenti dalle aziende (indipendentemente dalle qualifiche) la retribuzione media è stata nell'anno di riferimento di 19.213 euro lordi a fronte dei 12.121 degli immigrati (con il 36,9% in meno, percentuale che sale al 39,1% rispetto ai soli nati in Italia). "Il rapporto Inps-Caritas sugli immigrati che lavorano in Italia - dice il presidente dell'Istituto Antonio Mastrapasqua - costituisce un contributo importante alla conoscenza del Paese e si pone come premessa per la difesa della legalità e il contrasto al lavoro nero che l'Inps conduce da anni. Il lavoro e i contributi non hanno colore né nazionalità, creano tutti insieme la ricchezza dell'intero Paese; ma i numeri offerti dal rapporto che viene presentato domani assicurano una migliore conoscenza del nostro mercato del lavoro e delle sue caratteristiche".

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