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    150° Italia, incontro giornalisti Pollino Sibaritide

     

     

    150° Italia, incontro giornalisti Pollino Sibaritide

    07 giu 11 Un giornalismo responsabile, dalla forte e chiara identità. Scomodo al potere. Questo il leit motiv di un incontro ospitato al Circolo della stampa del Pollino-Sibaritide, che, per celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia, con lo sguardo rivolto all'informazione, ha promosso un incontro al quale hanno partecipato il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino (calabrese di Reggio), quello della Federazione Nazionale della Stampa, Roberto Natale, il segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, e il presidente dell'Ordine regionale, Giuseppe Soluri, che ha aperto i lavori lanciando l'appello ad "una maggiore responsabilità". All'incontro ha partecipato anche Tiziana Ferrario, del Tg1, "divorziata" dal suo direttore, Augusto Minzolini, "per una visione, grazie a Dio, completamente opposta del fare informazione ed essere giornalisti". Al centro del dibattito, promosso da da Cosimo Bruno, consigliere nazionale dell'Ordine e presidente del Circolo della stampa del Pollino (24 anni di attività, 100 soci), lo stato dell'"informazione ieri e oggi". "Di romantico, nel giornalismo - ha detto Tiziana Ferrario, secondo quanto riferisce un comunicato - è rimasto ben poco. Ed é giusto ribadirlo, soprattutto ai giovani che continuano a sognare di fare i giornalisti. Perché, se all'estero si muore per difendere il diritto-dovere di informare, da noi, in Italia, non va meglio: al Tg1, il primo telegiornale della tv pubblica, abbiamo Minzolini che, con sanzioni dell'Agcom e carta di credito, ci costa come due direttori, ma ci fa perdere ascolti. E credibilità". La giornalista che oggi, di mestiere, ha detto di "fare il consigliere dell'Ordine" ha denunciato "la vergogna di continuare a prendere lo stipendio da un'azienda pubblica. La Rai". Parisi ha sottolineato il valore di "quegli 83 giornalisti morti per l'unità del nostro Paese, il cui nome è inciso su una lapide ritrovata qualche giorno fa negli scantinati dell'Inpgi. Eroi del giornalismo, oltre che dell'amor patrio, che avevano ben chiara la propria identità a differenza di quanto, purtroppo, accade, e spesso, ai giorni nostri: giornalisti, gli uni contro gli altri, schierati con il padrone". Iacopino, al riguardo, ha definito gli editori "ladri di sogni. In Calabria il problema è di proporzioni sconvolgenti: giornalisti che non vengono pagati da mesi o tenuti buoni con promesse da due euro a pezzo". "Dobbiamo metterci tutti quanti in testa - ha sostenuto Natale - che il primo, grande, problema da affrontare è quello della precarizzazione estrema della categoria: oltre a mettere a rischio la professione stessa del giornalista, mette a repentaglio la libertà dell'opinione pubblica. Vorrei un'informazione che si ponesse l'obiettivo di far crescere un'opinione diffusa, non di manipolarla".

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