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    Presidi della CGIL davanti ASP e ospedali per il diritto alla salute

     

     

    Presidi della CGIL davanti ASP e ospedali per il diritto alla salute

    14 feb 11 La CGIL sarà presente domani con presidi di lavoratori e pensionati presso le sedi ospedaliere, i distretti e le ASP per rivendicare, a partire dai luoghi in cui vanno garantite le cure, la piena esigibilità del diritto alla salute. Le misure fin qui predisposte dalla Regione –spiega una nota della segretaria regionale Mimma Iannello e del Segretario generale della Cgil, Sergio Genco- appaiono inadeguate a garantire sbocco alle esigenze di risanamento, di rilancio e di riqualificazione complessiva del Sistema Sanitario regionale. I provvedimenti adottati, di dubbia efficacia, puntano infatti ad un sostanziale sottodimensionamento della sanità in un mix di tagli nazionali e regionali che scaricano la loro iniquità sul mondo del lavoro e delle famiglie e di fatto pregiudicano la definizione di una riforma sanitaria capace di dare equilibrio finanziario, appropriatezza e qualità all’offerta assistenziale. Il caos ed il malessere generato dalla vicenda dei ticket è emblematica dell’approssimazione con cui si affrontano scelte di particolare impatto sociale che la CGIL si è misurata nel confronto regionale per mitigarne gli effetti e per sostenerne la revisione. La disattivazione imminente dei primi 6 presidi ospedalieri sui 18 da riconvertire, senza una contestuale azione di costruzione di una rete di servizi sociosanitari di territorio e senza il rafforzamento delle strutture ospedaliere Hub e Spoke che dovranno ricevere il sovraccarico di bisogni sanitari, rischiano di tradursi in un ulteriore caos che porterà i cittadini calabresi a peregrinazioni rischiose fra un ospedale e l’altro prima di avere un ricovero sicuro. E mentre la verifica del Piano di rientro al tavolo Massicci tarda ad arrivare, le liste di attesa si allungano, i casi di malasanità non accennano a diminuire, reparti ospedalieri strategici sono privi delle figure professionali necessarie al loro funzionamento, la rete dell’emergenza è un colabrodo, dell’integrazione socio-sanitaria e della medicina di territorio non c’è traccia, le migrazioni sanitarie sono destinate ad aumentare per la disattivazione di presidi ospedalieri di confine e per l’insicurezza generale delle cure, i percorsi clinici sono un labirinto, il rapporto pubblico- privato segna nuovi squilibri, pezzi di sanità sono consegnati a poteri criminali altri al controllo asfissiante della politica e delle spinte neoterritoriali, la SUA è carente del personale per assolvere a pieno alla funzione di controllo, risparmio e trasparenza della spesa. Un quadro di tali emergenze richiede la correzione di rotta delle politiche sanitarie per dare la giusta centralità alla persona ed ai suoi bisogni assistenziali che non possono essere sopraffatti da operazioni di pura ragioneria che limitano l’accesso al diritto di cura senza incidere sui veri fattori di sperpero della spesa sanitaria. Per la centralità che il diritto alla salute occupa nella propria azione rivendicativa e nella battaglia per affermare e rendere esigibili i diritti di cittadinanza all'interno di più ampie politiche per il Welfare, la CGIL assume nella mobilitazione regionale il carico e la portata sociale delle emergenze sanitarie che i vari livelli della rappresentanza istituzionale, politica e sociale hanno il compito e la responsabilità di portare al centro del confronto per dare ad essi la più efficace soluzione.

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