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    Fagnano Castello, ai domiciliari per maltrattamenti va in galera

     

     

    Fagnano Castello, ai domiciliari per maltrattamenti continua a molestare la moglie e finisce in galera

    11 feb 11 Un uomo di Fagnano Castello, R.L. di 40 anni, ai domiciliari per maltrattamenti, minacce e molestie alla moglie, e’ stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano ed e’ tornato in carcere. Alla base della storia una vicenda di violenza domestica. L’uomo, nel luglio scorso era stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. La vicenda si era svolta una sera tra le vie del paese. Due auto a folle velocità sfrecciano l’una dietro l’altra. Una delle quali, quella guidata da R.L., cerca di tagliare la strada alla moglie nel tentativo di fermarla. Ma le auto passano proprio nei pressi della locale Caserma dei Carabinieri. I militari intervengono prontamente. La donna si rifugia in caserma mentre l’uomo viene rintracciato poco dopo. I due erano già noti all’ufficio per violente liti domestiche, in particolare l’uomo era stato già denunciato per maltrattamenti in famiglia e minacce. La donna decide di farsi aiutare e racconta la sua storia familiare fatta di minacce e di violenze. Lo stesso R.L., probabilmente anche in preda all’alcool, non fa mistero della sua indole violenta: “dovete arrestarmi altrimenti l’ammazzo” la sua affermazione davanti ai militari. Ma l’uomo probabilmente ignorava che gli elementi raccolti erano più che sufficienti per far scattare le manette. Arrestato e portato in carcere dopo qualche mese aveva ottenuto la misura alternativa degli arresti domiciliari ma non solo, poteva infatti recarsi al lavoro grazie ad una specifica autorizzazione del giudice. Ovviamente, tra le prescrizioni imposte, vi era quella di seguire il più breve percorso tra il luogo di lavoro e la sua abitazione dove doveva tornare senza indugi. Ma non è andata così. I Carabinieri infatti, a tutela della signora, segnalano che l’uomo, nel rientrare a casa dopo il lavoro, si è recato proprio dall’ex moglie, nella casa che una volta era coniugale, per minacciarla. I giudici della Corte d’Appello di Catanzaro, prendendo atto di quanto rappresentato dai militari, hanno revocato ogni beneficio e disposto la traduzione presso il carcere di Cosenza.

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