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    Vertice antindrangheta dei PG a Reggio Calabria: Aggredire patrimoni clan

     

     

    Vertice antindrangheta dei PG a Reggio Calabria: Aggredire patrimoni clan

    03 feb 11 Convocata dal Procuratore generale della Corte d'appello si e' svolta a Reggio Calabria una riunione per studiare strategie comuni nel settore del sequestro e confisca di beni. Si tratta di aggiornare il protocollo d'intesa del 2006 che, per la prima volta in Italia, proprio nella citta' calabrese, consenti' di applicare la legge del 1992 sull'alienazione dei patrimoni mafiosi. Un iter, quello avviato dall'allora Procura generale reggina, che venne poi applicato non solo in Calabria, ma anche in altri distretti giudiziari della Penisola. Al vertice di questo pomeriggio, presieduto da Salvatore Di Landro, hanno partecipato il capo della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Pignatone, i sostituti della Procura generale, i procuratori dei tribunali di Palmi e Locri ed i vertici della forze di polizia. Dopo cinque anni, il protocollo - come ha sostenuto lo stesso Di Landro - merita di essere attualizzato rispetto all'aggiornamento delle norme che stanno alla base della legge sul sequestro e la confisca di beni accumulati illecitamente. "Il bilancio dell'esperienza -ha detto il Procuratore Generale Di Landro, rispondendo alle domande dei cronisti - e' largamente positivo. Sull''applicazione di queste norme, la Procura generale vanta la prima genitura. Riguardando le carte, risalenti a undici anni fa, ricordo il primo documento che firmai, nella mia qualita' di facente funzioni, proposto dal collega Rizzo il quale porto' questa idea". Salvatore Di Landro ha ricordato che, all'epoca, nonostante ci fosse gia' la normativa la stessa non veniva applicata. "Oggi - dice - altri distretti ci chiedono consigli, aggiornamenti, metodologie. Sono soddisfatto. Questo e' un momento importante, perche' con tutti gli altri operatori, con tutti i colleghi vogliamo sviluppare e perfezionare meglio questa strategia". Con il protocollo d'intesa, che sara' pronto a conclusione di una serie di riunioni operative, si realizzera' un piu' articolato collegamento tra le varie procure e le forze di polizia e un collegamento tra i vari momenti processuali. "Questa procedura- sempre per Di Landro - tipica della Procura generale, ormai viene rivolta anche in primo grado". Dunque, un procedimento piu' snello per pervenire al sequestro e alla confisca dei beni accumulati illecitamente rispetto a quella tradizionale.

    ''Oggi - ha detto Di Landro - ci siamo limitati a discutere delle nostre esperienze, dal 2006 ad oggi e lanciare nuove proposte di modifica che saranno sviluppate da un comitato ristretto ed a loro volta riportate all'attenzione di questo tavolo tecnico. Abbiamo sentito, così come era giusto, tutto le componenti che operano in questo settore, le forze di polizia ed i magistrati. Si è discusso del problema anche sul piano umano, un confronto di esperienze che consenta di sviluppare il discorso. E' stata una riunione molto fruttuosa sul piano dei rapporti che saranno molto più intensi, più particolareggiati, proprio perché arricchiti dall'elemento umano, fondamentale anche in questo campo. Anche lo scambio di notizie e gli incontri anche sul piano strettamente personale, aiuterà a definire le modifiche da dare al Protocollo. E' chiaro che ha distanza di cinque anni dalla sua prima definizione, il protocollo ha prodotto diverse esperienze che devono essere messe a frutto, e per questo è necessario il confronto. Ritengo che prima di procedere ad una eventuale revisione, nel momento in cui sarà necessario, fosse giusto e doveroso sentirsi ed incontrarsi".

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