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    San Giovanni in Fiore in lutto, lo strazio dei genitori

     

     

    San Giovanni in Fiore in lutto, lo strazio dei genitori

    28 dic 11 Saracinesche dei negozi abbassate, le ante delle finestre chiuse, strade deserte e silenzio. E' San Giovanni in Fiore nel giorno dei funerali dei cinque ragazzi morti la notte di Natale in un incidente stradale. Nell'abbazia Florense, ai piedi dell'altare, le bare di Frank e Robert Laurenzano, i due fratelli che il padre Pasquale abbraccia come se volesse riportali a casa, in stanze ormai vuote. Insieme a lui e alla moglie è rimasto un unico figlio, il maggiore. Vicino la bara bianca di Emanuela Palmeri, la più piccola del gruppo con i suoi 15 anni, le sciarpe sul pavimento adagiate da parenti ed amici per far sentire meno freddo alle sorelle che, sedute in terra, non vogliono lasciarla andare. Accanto la bara di Domenico Noce. La madre è seduta su una sedia, lo sguardo immobile. Il padre in piedi accanto a lei la stringe a sé. Restano così a fissare il legno chiaro in cui riposa il figlio per tutta la cerimonia funebre. Domenico lo avevano sentito qualche minuto prima dello schianto fatale. Il giovane aveva chiesto al padre di portargli la fisarmonica e voleva fosse con lui a festeggiare il Natale. Infine Samuele Crivaro e la scelta dei suoi cari di celebrare i funerali, di dividere il dolore con le altre famiglie colpite dal lutto e portare quel figlio in chiesa nonostante non siano cattolici. La famiglia Crivaro è evangelista, ma ha voluto che Samuele in questo momento rimanesse con i suoi amici. La chiesa è gremita. I volti sono tirati. Gli occhi lucidi. Chi non riesce ad entrare, e sono migliaia, segue le esequie sui maxischermi allestiti all'esterno dal Comune. E' don Salvatore Bartucci, vicario dell'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, a parlare di "Natale di sangue". Porta il saluto di mons. Salvatore Nunnari che, annuncia, sarà a San Giovanni in Fiore tra un mese, per il trigesimo. Fa riferimento alla sacra scrittura per interpretare il dolore inenarrabile delle famiglie e poi chiede a Dio: "perché?" L'ultima parte dell'omelia è nell'immagine del "Signore che nella notte di lamiere contorte e freddo gelido è venuto a raccogliere i frammenti delle vite di questi ragazzi e portarli nella casa del Padre". Nell'abbazia i rappresentanti delle istituzioni, la Giunta comunale di San Giovanni, il sindaco Antonio Barile, il deputato Franco Laratta, il presidente della Provincia di Cosenza, che si é fatta carico delle spese dei funerali, Mario Oliverio, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. I gonfaloni del Municipio e della Provincia listati a lutto. "E' un dovere istituzionale, non avrei voluto parlare" dice Oliverio visibilmente commosso. "E' stato un Natale bagnato dal sangue, un Natale che ha travolto cinque ragazzi e quattro famiglie laboriose. Non è facile parlare oggi". "Propongo - conclude Oliverio in lacrime - di dedicare una piazza ai ragazzi. La chiameremo la 'piazza dei cinque fiori'". Il sindaco Barile ha la voce rotta dal pianto e alle famiglie promette "non vi lasceremo soli". Le bare, infine, lasciano l'Abbazia, accompagnate dal volo di palloncini bianchi e di colombe, mentre il pianto dei genitori diventa grido. Ed anche il cielo, al momento dell'uscita dei feretri, si fa improvvisamente nero e comincia a versare pioggia. Oggi, a San Giovanni in Fiore piangevano tutti, anche il cielo.

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