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    Il primo Natale di Mons. Bertolone nell'Arcidiocesi di Catanzaro

     

     

    Il primo Natale di Mons. Bertolone nell'Arcidiocesi di Catanzaro

    Mons. Bertolone26 dic 11 Per l'Arcivescovo Metropolita mons. Vincenzo Bertolone è stato il primo Natale celebrato nella comunità diocesana di Catanzaro-Squillace. Un evento ecclesiale che il Pastore, assistito dal maestro della liturgia don Francesco Candia, suo segretario particolare, ha voluto celebrare nella Concattedrale di Squillace e nella Cattedrale di Catanzaro. Nella solenne Santa Messa della notte di Natale nella Concattedrale di Squillace, la comunità diocesana è stata invitata a fare memoria dei 50 anni dell'indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II, con la benedizione di una lapide marmorea raffigurante Mons. Francesco Tinello, illustre cittadino squillacese, Reggente della Cancelleria Apostolica, che controfirmò la bolla d'indizione del sacro Concilio assieme al Papa Giovanni XXIII. Mons. Bertolone nel rivolgere un saluto alla comunità di Squillace, al Vicario Generale Mons. Raffaele Facciolo, al parroco don Giuseppe Megna e al sindaco Guido Rhodio, ha ribadito come è "lieto ritrovarsi per contemplare insieme il mistero del Natale, esperienza di gioia e manifestazione di una luce che risplendendo nelle tenebre della notte si dilata fino a rischiarare pienamente il giorno, consentendoci così di vivere con giustizia e purezza di cuore in questo mondo, nell'attesa che la nostra speranza si compia nella venuta di Gesù Cristo". "È Gesù - ha detto il Presule - che nasce a Betlemme. Non è soltanto un avvenimento di venti secoli or sono: ogni anno è Natale, ogni giorno è Natale. Spesso siamo attraversati da una stanchezza che non è del corpo, ma dell'anima. Essa deriva dal troppo fare, dal troppo avere e girare, dalla superficialità e dalla banalità, quando si avrebbe invece bisogno di sostare in silenzio, di placare il cuore e di pregare, di ritrovare la verità ultima e profonda della vita, il significato dell'esistere". Il 25 mattina suggestiva è stata anche la Santa Messa di Natale presieduta dell'Arcivescovo Bertolone nella Cattedrale di Catanzaro, alla presenza anche dell'arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani e del parroco don Francesco Isabello. "Il mistero del Natale che stiamo celebrando - ha evidenziato il Pastore - ci invita a riscoprire, tra il frastuono di luci e suoni della nostra civiltà, proprio la dimensione del silenzio nella quale agisce Dio. In esso risiedono la coscienza, ciò che è eterno in noi, la capacità di ascoltare Dio". Per l'arcivescovo Bertolone "fare silenzio significa trovare un nuovo ordine e una nuova disposizione interiore; significa non mirare esclusivamente alle cose che si è capaci di rappresentare e di mostrare; vuol dire non rivolgere lo sguardo soltanto a ciò che ha valore tra gli uomini. Ciò comporta il recupero del senso religioso della vita, per sentire la voce di Dio che bussa alla porta di questo nostro mondo per donarci se stesso". "Bussa alla porta, il Bambino Gesù, - ha detto ancora il vescovo - anche alla ricerca di rifugio, poiché ha voluto diventare un essere che dipende da altri, che come primo gesto protende le mani cercando protezione. Il Dio che si fa piccolo per noi, infatti, non viene con potenza e grandiosità, ma come neonato bisognoso d'aiuto. Nient'altro vuole da noi se non il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente a sintonizzarci coi Suoi sentimenti, col Suo pensiero e con la Sua volontà Egli ci toglie la paura della sua grandezza. I veri e supremi valori si presentano così sotto l'insegna dell'umiltà e del nascondimento, perché Dio ha posto definitivamente il segno della piccolezza come distintivo essenziale della Sua presenza in questo mondo". Questo, infine, l'augurio di Mons. Bertolone dettato alla comunità ecclesiale: "Lasciamoci anche noi avvolgere dalla luce che risplende in questo giorno e chiediamo al Signore di renderci come i pastori di Betlemme, sempre pronti ad accogliere il suo invito e ad incontrarLo nei sentieri della nostra vita. La gioia grande che invade all'improvviso il cuore di questi pastori, la stupenda visione dei cori angelici che li riempie di stupore, la grande pace suscitata nell'intimo dalle parole dell'angelo, costituiscono un incoraggiamento a rivivere questa bellissima esperienza con lo stesso atteggiamento interiore. Questa gioia, questo stupore, questa pace sono il segno di un cuore visitato dal Signore e sono riservati – già su questa terra - a chiunque sia capace di cercarLo con tutto se stesso ed abbia il coraggio di metterLo al centro della propria vita. Schiudiamo allora i cuori al mistero di questo giorno: riconoscendo Dio come il vero dono per la nostra vita, potremo diventare anche noi portatori della luce di Betlemme «che … non ha l'eguale…» che dà senso alla nostra vita e ci salva. A voi tutti auguro un Natale buono ed un anno nuovo che ci faccia umili compagni di viaggio dei poveri, dei piccoli, degli umili e dei cercatori di Dio".

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