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    Processo Appello WhyNot, chiesta condanna per Loiero e Chiaravalloti

     

     

    Processo Appello WhyNot, chiesta condanna per Loiero e Chiaravalloti

    22 dic 11 La condanna degli ex presidenti della Regione Calabria Agazio Loiero, del centrosinistra, e Giuseppe Chiaravalloti, del centrodestra, è stata chiesta oggi dal sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla a conclusione della requisitoria nel processo d'appello per 16 tra politici, funzionari regionali ed imprenditori coinvolti nell' inchiesta Why Not e per i quali, nel marzo del 2010, si era concluso il processo di primo grado svoltosi con rito abbreviato. Facciolla, in riforma della sentenza di primo grado che aveva mandato prosciolti Loiero e Chiaravalloti, ha chiesto la condanna, rispettivamente, a un anno ed un anno e sei mesi di reclusione. Il pg ha chiesto la condanna anche di altri sette imputati che erano stati prosciolti dal gup, tra i quali l'ex assessore regionale di centrodestra Gianfranco Luzzo. L'accusa ha anche chiesto l'aumento delle pene inflitte in primo grado a tre imputati tra i quali Antonio Saladino, considerato il principale imputato dell'inchiesta ed ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria. Per Saladino, condannato a due anni dal gup, il pg ha chiesto quattro anni e due mesi di reclusione. Dopo la conclusione della requisitoria di Facciolla, che rappresenta l'accusa insieme al collega Massimo Lia che aveva parlato nella scorsa udienza, sono cominciate le arringhe dei difensori. La Procura generale di Catanzaro aveva presentato ricorso contro l'assoluzione di alcuni imputati dal reato di associazione per delinquere mentre per tutti gli altri l'appello riguarda il reato di abuso in atti d'ufficio.

    "Premesso, come ho sempre detto, il mio estremo rispetto nella sostanza e non per la sola forma, nei confronti della giustizia, intervengo sull'odierna richiesta del sostituto procuratore generale che mi riguarda nel processo d'appello per l'inchiesta Why Not perché una richiesta di condanna può impressionare l'opinione pubblica e sento il dovere di chiarire ai calabresi questa vicenda". Lo afferma, in una dichiarazione, Agazio Loiero, coordinatore politico nazionale della federazione tra Mpa ed Autonomia e diritti ed ex presidente della Regione Calabria. "La Procura generale - aggiunge Loiero - ha chiesto a mio carico la pena di un anno per il reato di abuso in atti d'ufficio dopo che nel primo grado era stata chiesta, per una serie di reati, l'assoluzione da parte della Procura, poi accolta dal Gup. Oggi resta in piedi questo reato e sento la necessità di spiegare bene ai calabresi come sono andati i fatti". "In sede di giunta - dice ancora Loiero - è stato dato mandato alla dirigenza dell'Assessorato al Personale di verificare se c'era la possibilità di utilizzare personale che era già in servizio presso la Regione (i cosiddetti interinali), anche per lo svolgimento del censimento del patrimonio immobiliare. La Corte dei conti aveva messo in mora la Regione perché mancava detto censimento. A quel punto ci siamo rivolti ai dirigenti degli uffici competenti, invitando a fare il censimento e la risposta fu che era impossibile espletare il servizio con personale interno, per cui fummo costretti, ripeto, ad affidarlo al personale degli interinali che già c'era. E' solo per questo che oggi viene richiesta la mia condanna".

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