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    Tratta delle bianche dalla Romania in Calabria, 18 arresti dei CC

     

     

    Tratta delle bianche dalla Romania in Calabria, 18 arresti dei CC. Donne utilizzate per prostituzione

    16 dic 11 I carabinieri di Reggio Calabria stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Le indagini hanno permesso di smantellare diversi gruppi operanti nella città di Reggio Calabria che gestivano la prostituzione in strada di giovani donne provenienti dall'est Europa. Il meretricio era esercitato nel pieno centro cittadino, in particolare sul lungomare e nelle aree limitrofe. I gruppi criminali avevano articolazioni in Inghilterra e Sicilia.

    Decine di ragazze romene portate in Italia dal loro Paese e sfruttate a fini di prostituzione. Era l'attività gestita dall'organizzazione sgominata dai carabinieri con l'operazione Semiramide effettuata la scorsa notte che ha portato all'arresto di 18 persone. L'organizzazione provvedeva ad alloggio e spostamenti per la ragazze che si prostituivano da e per il luogo di lavoro. Nell'ambito dell'indagine sono contestate alle persone arrestate, a vario titolo, singole ipotesi di violenza sessuale ed estorsione ai danni delle prostitute.

    Due i gruppi 8 gli arresti. Sono otto le persone arrestate nell'ambito dell'operazione Semiramide condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro un'organizzazione composta da cittadini romeni che sfruttava a fini di prostituzione ragazze connazionali che venivano fatte giungere in Italia dal paese dell'est europeo. Altre sette persone che avrebbero fatte parte dell'organizzazione sono ricercate all'estero, mentre ad altre tre è stato applicato l'obbligo di dimora. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica. L'indagine è stata avviata nel 2009 a seguito di due arresti in flagranza di reato per sfruttamento della prostituzione eseguiti dalla Compagnia di Reggio Calabria dei carabinieri. Nel corso delle attività d'indagine si è registrata la collaborazione di una ragazza condotta in Italia dalla Romania e costretta a prostituirsi, violentata e segregata attraverso la pratica della sottrazione dei documenti d'identità per impedirne l'allontanamento. Le informazioni fornite dalla giovane collimavano precisamente con le acquisizioni investigative. Due i gruppi di romeni che avevano il controllo dell'attività di sfruttamento della prostituzione, quello dei Radu e quello degli Avram. Dopo l'arresto nei mesi scorsi di due fratelli Radu emergeva l'altro gruppo facente capo ai fratelli Avram. I contrasti nati tra i due gruppi e i tentativi espansionistici degli AVRAM fanno registrare tutta una serie di conversazioni da cui emergono le dinamiche di gestione delle ragazze da parte dei due distinti gruppi criminali in conflitto. Agli Avram, riferiscono i carabinieri, erano legate altre persone, tra cui un italiano, Rocco Reale, di 25 anni, operaio della Leonia, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti. Il giovane che inizia a gestire in proprio una prostituta sotto il ricatto di ripagare un prestito in precedenza contratto, si legava agli AVRAM chiedendo loro di poter allargare la propria influenza e controllare altre ragazze che vorrebbe poter far arrivare direttamente dalla Romania. Il ruolo del giovane, il quale si dimostra particolarmente violento nel mantenere sottomessa la ragazza da lui "gestita", è quello di referente locale del gruppo rispetto a cui si propone come uno che può avere "agganci" sul territorio, e di controllore delle ragazze che si prostituiscono negli orari notturni. In questo sarebbe stato agevolato dal suo impiego nella Leonia che lo porta ad essere presente sulle strade cittadine in orario notturno per i turni di servizio. L'indagine offre uno spaccato della complessa realtà del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione a Reggio Calabria ed ha registrato una serie di tentativi da parte di diverse persone entrare nel mercato. In queste dinamiche tenta di inserirsi anche Voda Rostas, personaggio violento con precedenti per rapina. Le ragazze sfruttate provengono tutte dall'est Europa. Molte erano adescate con l'artifizio di una relazione sentimentale con i loro protettori. In molti casi l'attività di prostituzione era prospettata già al momento dell'ingaggio in Romania. Una libera determinazione delle giovanissime donne sempre condizionata, comunque, da origini poverissime su cui facevano leva i loro reclutatori e da situazioni di degrado e sopraffazione cui già nei loro paesi erano sottoposte. che le spingono a vedere nel viaggio in Italia una facile via di fuga. E' il caso di Elena, minorenne che aveva preso accordi espliciti per venire a prostituirsi in Italia. Nel panorama eterogeneo ci sono anche ragazze che volontariamente si prostituiscono avendo stabilito un patto di spartizione dei proventi con gli sfruttatori. Si arriva sino ai 500 euro a notte, dei quali le più fortunate arrivano a poter trattenere una percentuale del 50%. In alcuni casi poi chi esercita la prostituzione acquisisce un ruolo attivo nel controllo delle altre ragazze divenendo un partecipe dell'associazione. E' il caso di Elena Babusca e di Valentina Enache, destinatarie del provvedimento di divieto di dimora, e del transessuale Alessandro Polimeni, indagato nell'inchiesta, il quale, legato al gruppo dei RADU, li coadiuva controllando le prostitute. Il gruppo tenta di evitare di fare prostituire ragazze minorenni per evitare eventuali più gravi responsabilità. Ne nasce un triste episodio documentato dalle attività investigative. Una giovane minorenne e in procinto di raggiungere l'Italia, ingaggiata a pochi giorni dal raggiungimento della maggiore età, viene condotta a Reggio Calabria suggellando il raggiungimento dello status di maggiorenne con l'avvio alla prostituzione in strada, come verificato da servizi di controllo svolti il giorno successivo al suo compleanno. Significativi sono i nomi convenzionali usati per indicare le ragazze: "valigie", "bagagli", "merce", sostantivi che, pur rientrando in un linguaggio codificato convenzionale, sono evidentemente evocativi del reale trattamento riservato alle donne.

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