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    Inchiesta derivati: Consulente guadagnava mentre Regione si indebitava

     

     

    Inchiesta derivati: Consulente guadagnava mentre Regione si indebitava, indagini a tutto campo

    13 dic 11 La Regione Calabria tentava a tutti i costi di risanare il suo bilancio attraverso operazioni in derivati (swap) ma in realtà a guadagnarci era solamente la banca ed il consulente dell'ente che tanto aveva caldeggiato quel tipo di operazioni. E' questo lo scenario che emerge dall'inchiesta della Procura di Catanzaro che ha portato all'arresto dell'ex consulente della Regione, Massimiliano Napolitano, accusato di truffa aggravata in danno della Regione, frode in pubblica fornitura e falsità ideologica. Nell'inchiesta, condotta dal sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, sono indagati ex dirigente della Regione e la moglie, e quattro funzionari della Banca Nomura, l'istituto di credito giapponese con la quale la Regione Calabria ha sottoscritto tre contratti in derivati. Ed in questo ambito entra in scena l'ex dirigente del Dipartimento del Bilancio della Regione Calabria, che fa diventare un suo amico e socio, Massimiliano Napolitano, advisor a titolo gratuito dell'Ente. I due, in realtà, sono già in affari perché entrambi legati dalla ConsultEnti, la società che, secondo la guardia di finanza, riceve mandato dalla Regione per valutare le operazioni in derivati. Il primo contratto sottoscritto dalla Regione avviene nell'aprile del 2004 per un importo di 325 milioni, e successivamente avviene una prima rinegoziazione nell'aprile del 2005 e poi ancora nel giugno del 2006. Ma è tra la stipula e l'ultima rinegoziazione che, secondo gli inquirenti, avvengono una serie di vicende che dimostrano come gli swap arrecano danno alle finanze della Regione mentre consentono agli intermediari ed alla Banca di avere dei lauti profitti. Per capire se le operazioni in derivati siano rischiose o meno l'ex dirigente della Regione, chiede una consulenza finanziaria ad un esperto e nonostante il parere negativo di quest'ultimo l'ex dirigente della Regione prosegue nelle operazioni finanziarie con gli 'swap' confidando in un "miglioramento - scrive il Gip nell'ordinanza - delle condizioni di mercato". Le speranze del dirigente, però, con il passare degli mesi, risultano vane e la Regione si trova a dover pagare somme aggiuntive rispetto al debito iniziale. Mentre la Regione subisce un forte danno patrimoniale, la Banca Nomura, attraverso una serie di società estere e conti correnti cifrati, paga a Napolitano la somma di 2,5 milioni di euro per la sua consulenza. Il movimento di denaro, secondo quanto sostiene il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, presenta la "caratteristica comune - è scritto nell'ordinanza - di avere quale rapporto bancario di transito un conto corrente acceso presso la Banclays Bank di Londra ed intestato alla società Keaton Llc, registrata a New York e riconducibile allo stesso Napolitano". Le operazioni in derivati della Regione Calabria non riguarda solamente la Banca Nomura ed ora la Procura di Catanzaro ha avviato accertamenti anche sui rapporti tra l'Ente ed altri istituti di credito avvenuti dal 2003 al 2008. Una inchiesta che gli inquirenti definiscono "assai complicata" ma sulla quale non è escluso che potrebbero emergere altre irregolarità.

    Un uomo senza scrupoli. L'ex consulente della Regione Calabria, Massimiliano Napolitano, arrestato ieri dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta sui derivati viene definito dal giudice che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare come un "uomo senza scrupoli". Nelle oltre cinquanta pagine il giudice del tribunale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, ricostruisce le fasi relative alle tre operazioni in derivati (swap) sottoscritti dalla Regione Calabria con la banca Nomura. Nel motivare le esigenze di custodia cautelare nei confronti di Napolitano, il Giudice per le indagini preliminari afferma che "si denota una estrema facilità e assenza di scrupoli dell'uomo, da un lato, nel carpire la fiducia di amministratori pubblici e, per contro, a tradirla, inducendo la parte affidatasi alla sua esperienza e competenza in materia finanziaria ad avventurarsi in pericolosissime e rischiose operazioni finanziarie, in relazione alle quali l'indagato non esita a lucrare, sottobanco, provvigioni pari ad alcuni milioni di euro, dopo avere lasciato l'ente a lui affidatosi a rischio di un tracollo economico e finanziario".

    Indagini su tutti i contratti della Regione con le banche. Non ci sono solo i derivati sottoscritti con la Banca giapponese Nomura al centro dell' inchiesta della Procura di Catanzaro che ieri ha portato all'arresto dell'ex consulente della Regione Calabria Massimiliano Napolitano, ritenuto responsabile di truffa aggravata in danno della stessa Regione, frode in pubblica fornitura e falsità ideologica. La Procura di Catanzaro sta compiendo verifiche anche su altri derivati sottoscritti dalla Regione Calabria, dal 2003 al 2008, con altre banche. In particolare gli inquirenti stanno verificando se le operazioni con i derivati (swap) hanno creato danni all'Ente. Inoltre si sta accertando anche se sono state pagate commissioni per la sottoscrizioni dei derivati. Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Napolitano sono indagati l'ex dirigente del settore bilancio della Regione, la moglie di quest'ultimo e quattro funzionari della banca Nomura. All'epoca in cui furono sottoscritti gli swap Massimiliano Napolitano era advisor della Regione Calabria a titolo gratuito e contestualmente partner della società ConsultEnti riconducibile prima al dirigente e successivamente alla moglie. Napolitano, secondo l'accusa, avrebbe incassato dalla Banca Nomura un somma di 2,5 milioni di euro per l'intermediazione finalizzata a far sottoscrivere gli swap alla Regione Calabria. La somma pagata a Napolitano, secondo quanto hanno ricostruito i militari della Guardia di Finanza, è transitata attraverso numerose società e conti correnti esteri per poi arrivare nella disponibilità dell'ex consulente della Regione. Gli inquirenti, inoltre, ritengono che la somma pagata dalla Nomura a Napolitano sia superiore rispetto a quella accertata e che circa un milione di euro è scomparso attraverso i vari passaggi di denaro attraverso i conti e le società estere.

    Dirigente e moglie assolti. Nel luglio 2014 il PM di Catanzaro Domenico Guarascio, distinguendo le posizioni degli imputati, ha chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti dell'ex dirigente regionale e della moglie, unici ad aver scelto di definire mediante rito abbreviato il procedimento scaturito dall'inchiesta sui derivati sottoscritti dalla Regione Calabria con la Banca Nomura dal 2004 al 2006. Durante dell'udienza, il Gup di Catanzaro, Assunta Maiore, ha ritenuto inammissibile la costituzione di parte civile della Regione nei confronti di entrambi gli imputati, accogliendo le eccezioni sollevate dal loro difensore, l'avvocato Patrick Stoja. Il processo proseguirà per definire separatamente le posizioni della Banca Nomura, di alcuni suoi funzionari e dell'ex consulente della Regione, imputati nello stesso procedimento.

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