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    Smantellata organizzazione transnazionale del "tarocco"

     

     

    Smantellata organizzazione transnazionale del "tarocco", a capo della quale due vibonesi

    02 dic 11 Sei persone arrestate, decine di conti correnti ed oltre 30mila capi d'abbigliamento contraffatti di elevata fattura sequestrati: questo il bilancio dell'operazione 'Rubamazzo' scattata alle prime ore dell'alba di oggi ad opera dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo e del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze. Le Fiamme Gialle hanno così smantellato un'organizzazione criminale, a carattere transnazionale e con ramificazioni su tutto il territorio nazionale, dedita alla produzione ed al commercio di ingentissimi quantitativi di capi di abbigliamento ed accessori recanti marchi contraffatti. A capeggiarla, rileva la Finanza, C.G.F., 45 anni, e F.D., 42 anni, entrambi della provincia di Vibo Valentia, ed entrambi affiliati alle note cosche della 'ndrangheta calabrese, gli Anello Fiumara di Filadelfia ed i Mancuso di Limbadi, arrestati dai finanzieri insieme ad altri quattro componenti del sodalizio, residenti invece in Campania, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Firenze su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

    Parte da Arezzo l'operazione firmata dalle Fiamme Gialle aretine e dal Gico di Firenze che ha portato all'arresto di sei persone e al sequestro di trentamila capi di abbigliamento griffati falsificati ma di buona fattura che, dalla Turchia, venivano smerciati tramite grossisti compiacenti, in mezza Europa. I particolari dell'operazione "Rubamazzo" sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta dal colonnello Dario Solombrino, comandante di Arezzo e dal comandante del Gico di Firenze Antonino Raimondo. Gli arrestati sono un 53enne italiano da tempo residente in Germania, che si occupava dello stoccaggio e dello smistamento della merce una volta arrivata in terra tedesca, due calabresi originari di Vibo Valentia di 42 e 45 anni, considerati molto vicini ai clan della 'ndrangheta ''Anello Fiumara" e "Mancuso" e tre napoletani, due ventisettenni e un cinquantenne. Le indagini sono partite dal sequestro di alcuni carichi, effettuato dalla Guardia di Finanza che da lì si è messa in moto per risalire a chi produceva e a chi commercializzava scarpe e capi di abbigliamento falsi ma di pregio. I Finanzieri hanno individuato un giro organizzato che, dopo la produzione in Turchia, faceva arrivare la merce in Germana e Olanda da dove veniva venduta anche in Austria, Italia, Spagna e Gran Bretagna. In Italia la Guardia di Finanza ha seguito otto consegne. I finanzieri si sono spinti così oltre che ad Arezzo, a Firenze, Prato, Bergamo, Cittadella (Padova), Vibo Valentia, Salerno e Catania. Secondo quanto emerso i personaggi di spicco dell'organizzazione erano i due calabresi, che, in due episodi avvenuti in Calabria, avrebbero utilizzato maniere violente per convincere gli acquirenti a comprare. Sempre in base ella risultanze delle indagini i due si incontravano in locali aretini per pianificare le strategie future di azione. Elevatissimi, come ha spiegato il colonnello Solombrino, i margini di profitto con capi che, dai 14 euro iniziali, arrivavano poi a costare cifre più che raddoppiate al compratore finale. In questo ambito 50 le persone indagate, tra cui due grossisti aretini e alcuni fiorentini e 30 quelle "monitorate" dall'inchiesta che continua ad andare avanti.

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