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    Processo Marlane rinviato al 24 giugno

     

     

    Processo Marlane rinviato al 24 giugno

    19 apr 11 "Il gioco del rinvio è riuscito agli avvocati della difesa capitanati dall’avv. Perugini. Un rinvio dovuto ad un difetto nella notifica. E cioè la mancanza nel fascicolo della notifica , inviato a 5 avvocati della difesa, di quattro pagine". Così in una nota dei Si-Cobas coordinamento della Calabria assieme ad altre associazioni a porposito del processo Marlane . "La difesa -spiegano- aveva chiesto di non aprire assolutamente l’udienza cosa che il presidente ha rifiutato discutendo delle costituzioni di parti civili per poi affrontare la questione dei difetti di notifica e chiudersi in camera di consiglio per la decisione. La decisione dopo mezz’ora di camera di consiglio è stata favorevole al rinvio richiesto dal collegio di difesa. La prossima udienza e l’inizio del processo vero e proprio sarà il prossimo 24 giugno dalle ore 9,30. Il sit in di protesta, organizzato all’esterno del Tribunale è pienamente riuscito, con un centinaio di partecipanti fra familiari delle vittime e militanti ambientalisti e dell’antagonismo calabrese. La presenza in aula ed all’esterno di cittadini e militanti ha contribuito a far capire che i familiari e gli operai non sono soli , nonostante il silenzio dei quotidiani regionali e nazionali ( esclusi il Manifesto e Liberazione ). Il 24 giugno alle ore 9 saremo di nuovo presenti, con un sit-in , davanti il tribunale di Paola ancora una volta per ricordare i morti della Marlane e per essere vicini ai familiari. Ricordiamo che la strage di Praia a Mare non è avvenuta "per caso", per mancata conoscenza" dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del "costo del lavoro", un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per "garantire" l'occupazione. La strage di Praia a Mare è un copione che abbiamo visto molte altre volte, in Italia e nel resto del mondo. Nella sola Italia, nei primi due mesi del 2011 i morti sul lavoro sono stati 76 e gli infortuni gravi più di 100. Alla strage di operai si aggiunge anche il disastro ambientale. Per anni davanti lo stabilimento ed in prossimità del mare sono stati seppelliti tonnellate di rifiuti tossici, così come attraverso il depuratore sono stati riversati in mare liquami contaminati dai veleni della stessa fabbrica.

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