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    Operazione contro le cosche Latella e Tegano a Reggio Calabria: 26 arresti

     

     

    Operazione contro le cosche Latella e Tegano a Reggio Calabria: 26 arresti

    05 apr 11 Una vasta operazione della polizia e' in corso a Reggio Calabria per l'esecuzione di 26 fermi emessi dalla Dda reggina nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche Tegano e Labate che operano nella città dello Stretto. Per tutti gli indagati l'accusa è di associazione mafiosa. Nel corso dell'operazione, gli investigatori della squadra mobile di Reggio e dallo Sco di Roma stanno anche eseguendo numerose perquisizioni.

    L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria ha ricostruito i nuovi assetti e l'organizzazione di vertice delle cosche operanti a Reggio Calabria. L'operazione è stata chiamata "Archi" dal nome del quartiere di Reggio che, secondo gli investigatori, riveste un ruolo fondamentale nelle dinamiche criminali, vista la presenza su quel territorio di famiglie storiche della 'ndrangheta quali Tegano, De Stefano e Condello. Secondo gli investigatori, quella di oggi e' un'operazione speculare a quella denominata Crimine, condotta nel luglio scorso in collaborazione con la Dda di Milano con l'arresto di oltre 300 persone, e che ha ricostruito gli assetti della 'ndrangheta in tutta la provincia reggina. L'operazione "Archi", adesso, definisce meglio il contesto delle cosche che operano in città a Reggio Calabria. L'inchiesta ha ricostruito anche come si è arrivati agli assetti attuali, partendo dalla guerra di mafia che tra il 1985 ed il 1991 provocò oltre mille morti a Reggio Calabria. Una mattanza che ebbe fine nel 1991 con alcuni incontri "di pace" che hanno cambiato sostanzialmente gli assetti. I Condello ed i De Stefano, protagonisti su versanti opposti della guerra di mafia, infatti, secondo gli investigatori siedono adesso insieme ai vertici della 'ndrangheta.

    L'operazione "Archi", sostiene il capo della Squadra mobile Renato Cortese, e' un'indagine gemella a quella denominata "Crimine" che aveva disarticolato gli assetti verticistici della malavita organizzata della provincia reggina. Gli arresti di questa mattina dimostrano come il famigerato rione Archi, che nella seconda guerra di 'ndrangheta e' stato al centro dello scontro tra destefaniani e condelliani, con decine di morti, non ha mai smesso di essere il quartiere generale di tutte le 'ndrine che operano a Reggio Calabria e nel suo hinterland.

    Arrestati: Aricò Rosario, nato a Reggio Calabria il 25/10/1959, residente a Gallico. Benestare Angelo, nato a Reggio Calabria il 14/02/1962, residente ad Archi Cep Benestare Giorgio (detto Franco), nato a Reggio Calabria il 24/05/1960, residente ad Archi Caccamo Giovanni detto (Giò Giò), nato a Reggio Calabria il 14.09.1975, residente in Rione G Candido Silvio Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 11.10.1950 Firriolo Emilio (detto Peppe), nato a Reggio Calabria il 04/02/1960, residente ad Archi Franco Michele, nato ad Anoia (RC), il 07/11/1948, residente a Pellaro Labate Francesco Salvatore detto (Franco), nato a Reggio Calabria il 18.09.1966, domiciliato al Gebbione Lavilla Antonio, nato a Reggio Calabria il 28/02/1975 Lavilla Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 01/09/1948 Polimeni Alfredo, nato a Reggio Calabria il 19.08.1967 Polimeni Antonio (detto ‘u Troiu), nato a Reggio Calabria il 25/03/1972, residente ad Archi Cep Polimeni Francesco (detto Franco), nato a Reggio Calabria il 12.02.1964, residente ad Archi Polimeni Paolo (detto Lucifero), nato a Reggio Calabria il 16.09.1960, residente ad Arghillà Nord Rechichi Giuseppe Rocco Giovanni, nato a Reggio Calabria il 15/11/1958, residente ad Archi Riedo Gioacchino, nato a Reggio Calabria il 04/08/1967 Rito Alberto, nato a Reggio Calabria il 18/02/1969, residente ad Archi Tegano Bruno, nato a Reggio Calabria il 12/03/1949, residente ad Archi Cep Tegano Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 16/08/1944 Utano Pasquale (detto Pascali u barberi), nato a Reggio Calabria il 08/08/1950 Vazzana Carmelo, nato a Reggio Calabria il 23/10/1976, residente ad Archi Cep

    Risultano irreperibili ed attivamente ricercati cinque persone: Franco Roberto, nato ad Anoia (RC), il 11/12/1960, residente in Reggio Calabria Labate Pietro, nato a Reggio Calabria il 20.01.1951, residente al Gebbione Molinetti Luigi (detto Gino), nato a Reggio Calabria il 10.02.1964, residente ad Archi Cep Zappia Vincenzino, nato a Bianco (RC) il 15/03/1968, residente ad Archi Gennaro Mario, nato a Reggio Calabria il 28/08/1975

    Tutti sono accusati, ad eccezione di Pietro Labate, Francesco Labate, Giovanni Caccamo e Silvio Candido, di aver fatto parte dell’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta presente ed operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, sul territorio nazionale ed all’estero, costituita da molte decine di locali, articolata in tre mandamenti e con organo di vertice denominato ”Provincia” ed in particolare della sua articolazione territoriale denominata “cosca Tegano” prevalentemente operante nel locale di Archi di Reggio Calabria. Pietro Labate, Francesco Labate, Giovanni Caccamo e Silvio Candido, invece, sono accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta presente ed operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, sul territorio nazionale ed all’estero, costituita da molte decine di locali, articolata in tre mandamenti e con organo di vertice denominato “Provincia” ed in particolare della sua articolazione territoriale denominata “cosca Labate” prevalentemente operante nel locale di Gebbione di Reggio Calabria. I decreti sono stati emessi sulla base delle attività investigative svolte dalla Squadra Mobile diretta da Renato Cortese, a riscontro delle dichiarazioni dei nuovi collaboratori di Giustizia: Roberto Moio, Antonino Lo Giudice, Consolato Villani, integrate da quelle rese dai già noti Paolo Iannò, Giovanbattista Fracapane, Antonino Fiume, Giuseppe Morabito, Giovanni Riggio, Paolo Iero, Carlo Mesiano.

    Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - esprime apprezzamento e soddisfazione per l’operazione “Archi” condotta dalla DDA di Reggio Calabria e dalle Forze dell’Ordine, che ha portato questa mattina a ventisei fermi. “L’operazione odierna – afferma il Presidente Scopelliti - è un ulteriore tassello nella dimostrazione di come Magistratura e Forze dell’Ordine siano presenti ed impegnate, quotidianamente, nella lotta alla ‘ndrangheta per la riaffermazione della legalità, ribadendo la presenza dello Stato sul territorio e la volontà di combattere, senza quartiere, la criminalità organizzata. In Calabria c’è un fermento sempre più vivo dei cittadini che vogliono il cambiamento – conclude il Governatore Scopelliti – e, ciascuno, interpretando al meglio il proprio ruolo, può e deve contribuire, concretamente, al rilancio della nostra terra.”

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