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    Procuratore Macrì: Potere politico contro magistratura che lavora

     

     

    Procuratore Macrì: Potere politico contro magistratura che lavora

    31 ago 11 "La polemica del potere politico è diretta contro i magistrati che lavorano e che 'fanno' e non contro quelli che trafficano e gestiscono certi tipi di affari. Poi scopriamo che sono proprio questi che hanno contatti ambigui e illeciti". Lo ha detto il Procuratore generale di Ancona, Vincenzo Macrì, ex Procuratore nazionale antimafia aggiunto, intervenendo a KlausCondicio, il salotto televisivo di Klaus Davi in onda su YouTube. "Il magistrato che traffica e fa affari - ha aggiunto Macrì - è innocuo per il potere, mentre invece non piace quello che fa il suo lavoro e applica la legge senza guardare in faccia nessuno. E proprio per questo viene definito 'toga rossa' a prescindere". Macrì, rispondendo poi ad una domanda di Davi sui successi rivendicati dal ministro Maroni nella lotta contro la criminalità organizzata, ha detto che "lo Stato è molto bravo in questo momento a catturare i latitanti, cioé gli esponenti della vecchia mafia ormai costretti appunto a nascondersi. Sappiamo probabilmente poco, invece, del nuovo tipo di mafia che é sempre meno caratterizzata dall'uso della violenza. Parlo della mafia che entra prepotentemente nel mondo degli affari, dell'economia, della politica e che ha bisogno raramente di ricorrere a gesti intimidatori e alla violenza, ma che invece agisce come un qualsiasi cricca di affari. Sono i mafiosi che operano nelle banche, nelle finanziarie e negli studi di commercialisti". "Parliamo dei magistrati che hanno rapporti poco chiari con le istituzioni e per questo non si possono toccare?", è stata la domanda di Davi. E la risposta di Macrì è stata: "Senz'altro, è così. Lei ha capito perfettamente".

    No a videopgiocho che esaltano la mafia. "Ci sono videogiochi che sdoganano e normalizzano la cultura mafiosa in modo subdolo e colpendo il target sensibile dei giovanissimi. Non è un caso che in nessun videogioco preso in esame non esista la figura del giudice e gli stessi poliziotti assumono le caratteristiche dei mafiosi". Lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Vincenzo Macrì, ex Procuratore nazionale antimafia aggiunto, intervenendo a KlausCondicio, il talk show di Klaus Davi. "Nel corso della programma - è detto in un comunicato - Davi ha sottoposto a Macrì alcuni videogiochi come 'Mafia vs Cops', in cui tutte le missioni contro la mafia falliscono ed i mafiosi continuano a uccidere innocenti ed a trafficare droga e armi, trasformando la città in un paradiso per criminali sotto gli occhi impotenti della polizia. E ancora in Mafia II i poliziotti più facilmente corruttibili hanno cose migliori da fare come multare i cittadini per infrazioni stradali anziché dare la caccia ai mafiosi". "Ne esce un'immagine - ha detto Macrì - molto negativa dei poliziotti. C'é anche un altro aspetto: il poliziotto, il nemico, viene presentato come uno che in fondo ha le stesse caratteristiche dei mafiosi. I protagonisti della lotta, dunque, sono intercambiabili e sono caratterizzati dall'uso indiscriminato della violenza. Tra loro, quindi, non c'é una grande differenza. E' evidente - secondo Macrì - che in tutti questi videogiochi i mafiosi vengono esaltati come personaggi positivi perché lottano contro chi invece deve rappresentare le regole, l'ordine, la legaltà". Secondo Macrì, "il fatto che i protagonisti del gioco, i mafiosi, lottino contro gli esponenti delle forze dell'ordine, é un modo per sdoganare la mafia come valore negativo e introdurla nella quotidianità anche dei giochi. E' una mafia del passato che viene ridotta a gioco e quindi può essere accettata e può entrare nelle abitudini quotidiane dei ragazzi".

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