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    Società discarica evade tasse, beni per 90 mln sequestrati. Indagato assessore regionale

     

     

    Società discarica evade tasse, beni per 90 mln sequestrati in Calabria. Indagato assessore regionale. Inchiesta su fondi Commisario

    04 ago 11 Evadevano il fisco con un sistema di società, che operano nel settore dei rifiuti, costituite come delle scatole cinesi, e nonostante i debiti con l'erario riuscivano a percepire i fondi dall'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria. E' questo lo spaccato dell'inchiesta della Procura di Catanzaro che vede indagate sei persone tra cui l'assessore regionale all'ambiente, Francesco Pugliano, nella sua qualità di ex sub commissario per l'emergenza. Nelle indagini sono coinvolti anche il commissario per l'emergenza ambientale, Graziano Melandri, un funzionario dell'ufficio, Domenico Richichi, e tre imprenditori del settore dei rifiuti, Stefano Gavioli, Loris Zerbin e Giovanni Faggiano. Ai sei indagati stamane la guardia di finanza ha sequestrato beni, tra cui una barca, una villa a Cortina D'Ampezzo e quote societarie, per un valore di novanta milioni di euro. Il gruppo imprenditoriale che fa capo a Gavioli, Zerbin e Faggiano, al quale sono riconducibili oltre 50 società, ha interessi nel settore della gestione dei rifiuti in diverse città italiane tra cui anche Napoli e Catanzaro. Ed è stata proprio la Procura di Napoli a segnalare ai colleghi del capoluogo calabrese una "strana conversazione", intercettata in una inchiesta campana, relativa all'aggiudicazione, da parte di Gavioli, della gara d'appalto per la gestione della discarica in località Alli di Catanzaro. E' stato così che il sostituto procuratore della Repubblica del capoluogo calabrese, Carlo Villani, ha avviato l'inchiesta affidando le indagini alla guardia di finanza. Piano piano nel fascicolo sono confluiti una serie di elementi dai quali è emersa un'evasione fiscale per decine di milioni di euro. I tre imprenditori, alla fine degli anni novanta, costituirono la Slia spa la quale si aggiudicò una serie di appalti pubblici per la gestione di discariche in diverse città italiane. A Catanzaro la Slia divenne titolare del contratto di appalto per la raccolta e la gestione dei rifiuti solidi urbani. Nel 2007 gli imprenditori, visto che la Slia era debitrice nei confronti dell'erario di oltre 25 milioni di euro, decisero di costituire la Enerambiente alla quale cedettero i rami d'azienda ed i crediti della Slia, mentre a quest'ultima restarono i debiti. La Enerambiente subentrò nell'appalto a Catanzaro per i rifiuti. Nel 2010 il sistema si ripete e viene costituita la società Enertech la quale eredita crediti ed attività dalla Enerambiente. I ripetuti cambi societari ed i debiti della Slia nei confronti dell'erario, ritenuta l'azienda madre della Enertech, vengono segnalati all'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale. Nonostante le segnalazioni fatte da Equitalia, sostiene l'accusa, Pugliano e Melandri hanno comunque liquidato alla Enertech somme per circa 3 milioni di euro. I fondi sono stati concessi anche se "la società - ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli - era priva di garanzie e di autorizzazione per la gestione della discarica". Il commissario e l'ex sub commissario, a loro volta, respingono le accuse sostenendo di aver agito sempre "nella massima trasparenza e nel rispetto di ogni norma e con il continuo conforto e supporto dei pareri degli uffici legali, tecnici e finanziari".

    Da Uffico Commissario contributo reati. Il contributo dei dirigenti e dei funzionari pubblici dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale della Calabria è stato "determinante per la consumazione dei reati". E' quanto scrive il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace, nell'ordinanza per il sequestro di beni per le società che evadevano il fisco. "Grazie alla successiva accettazione - aggiunge il giudice - o presa d'atto, che dir si voglia, delle fraudolente operazioni di sub ingresso poste in essere dal Gavioli (uno degli imprenditori indagati, ndr), i delitti per cui si procede, già perfetti, sono stati ulteriormente consumati e portati a conseguenza di maggiore gravità, con l'effettivo conseguimento dell'obiettivo avuto di mira". Gli indagati dell'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale era "a perfetta conoscenza - prosegue il gip - sia dei piani illeciti di Gavioli e dei suoi complici sia delle pendenze tributarie gravanti sulla società Enerambiente spa".

    --- Pugliano e Melandri: agito con pareri legali

    --- Sequestri rifiuti: Funzionario si occupava di finanziaria, fratello assunto in società

    --- Tra i beni una villa a Cortina e una barca

    Indagato assessore Pugliano. L'assessore regionale all'ambiente, Francesco Pugliano, è indagato nell'ambito dell'inchiesta della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori e dei vertici dell'ufficio del commissario per l'emergenza ambientale. Nell'inchiesta oltre a Pugliano, che è indagato in qualità di ex sub commissario delegato per l'emergenza ambientale, è coinvolto anche l'attuale commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri. In particolare l'accusa contesta a Pugliano di aver emesso una serie di ordinanze con le quali ha liquidato alla società Enertech, che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, la somma complessiva di 1 milione e 642 mila euro. La società avrebbe incassato i fondi pur non avendo alcuna competenza per la gestione della discarica. La Enertech, secondo l'accusa, era una delle società costituite per consentire evadere le imposte. Al commissario per l'emergenza ambientale della Calabria, Graziano Melandri, viene contestato di aver emesso quattro ordinanze con le quali ha liquidato sempre alla società Enertech la somma complessiva di 1 milione e 335 mila euro. Nell'inchiesta è coinvolto anche un funzionario dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale, Domenico Richichi. A quest'ultimo la procura contesta, nella qualità di responsabile unico del procedimento della gestione della discarica di Alli (Catanzaro), di aver proposto l'adozione delle ordinanze firmate da Pugliano e Melandri. I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia) e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi. L'accusa sostiene che i tre imprenditori hanno costituito una serie di società attraverso le quali evadevano il pagamento delle imposte.

    Un imprenditore già arrestato a Napoli. Era già stato arrestato a Napoli, dove si trova tuttora detenuto, uno degli imprenditori, Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi, coinvolto nell' inchiesta della Procura di Catanzaro sull'evasione fraudolenta di imposte che ha portato stamane ad un sequestro di beni per 90 milioni di euro. Faggiano è accusato di corruzione nell'ambito di una inchiesta della Procura partenopea sulla gestione di alcuni impianti di rifiuti. Il provvedimento di sequestro di beni emesso dal Gip di Catanzaro, Abigail Mellace, nei confronti di Faggiano è stato notificato all'imprenditore nel carcere di Napoli Nell'inchiesta, condotta dalla guardia di finanza di Catanzaro, è emerso che il gruppo imprenditoriale che faceva capo a Stefano Gavioli, Loris Zerbin e Giovanni Faggiano aveva interessi nella gestione dei rifiuti anche a Napoli ed in molte altre città italiane. Da quanto emerge dall'inchiesta anche in altre città era stato attuato il sistema della costituzione di nuove società per evadere il pagamento delle imposte. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, ha avuto, nel corso dell'inchiesta, un intenso scambio informativo con la Procura di Napoli.

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