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    Esplosivo al porto di Gioia, si seguono rotte internazionali

     

     

    Esplosivo al porto di Gioia, si seguono rotte internazionali

    23 set 10 Si concentrano sulle rotte internazionali seguite dal carico le indagini della Dda di Reggio Calabria dopo il ritrovamento del container con sette tonnellate di esplosivo T4 sequestrato nei giorni scorsi, nel porto di Gioia Tauro, nell'ambito di un'operazione della polizia, della guardia di finanza e del personale delle Dogane. Attualmente l'esplosivo, che era nascosto in mezzo ad un carico di confezioni di latte in polvere, è ancora stivato all'interno del container della Msc, sbarcato dalla nave Finland battente bandiera liberiana, e si trova all'interno dell'area vigilata del terminal del porto calabrese. Nessuno si può avvicinare all'area che è costantemente controllata dalla polizia di Stato. Lo scalo calabrese, diventato nel volgere di qualche decennio un nodo strategico per il 'transhipment', si conferma ancora una volta al centro degli scenari internazionali dei traffici illeciti. E, in questo contesto, tra gli inquirenti non sembrano esserci dubbi sul fatto che destinazione finale del carico fosse quella del Medio Oriente, più precisamente organizzazioni terroristiche operanti in quell'area, e non le cosche della 'ndrangheta. ''Allo stato - ha affermato il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone - non ci sono novità rispetto a quanto abbiamo già detto. Si procede nelle indagini sulla base di quanto emerso e di cui abbiamo riferito". L'esplosivo, al termine degli accertamenti, che verranno eseguiti per acquisire utili elementi, sarà probabilmente distrutto come prevede la procedura in queste circostanze. Sulla vicenda del ritrovamento del carico di esplosivo a Gioia Tauro, Emanuele Fiano, presidente Forum Sicurezza del Partito Democratico ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Il parlamentare "fermo restando il plauso per l'attività delle forze dell'ordine e della magistratura per questo sequestro", ha sollecitato il ministro a chiarire, tra l'altro, "se può farlo, se gli inquirenti ritengano che tale esplosivo, come dichiarato, sarebbe stato destinato unicamente a referenti stranieri, probabilmente in Libano o in Siria, e se si possa escludere in maniera tassativa l'implicazione di strutture della criminalità organizzata italiana".

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