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Strage di Dusiburg, Strangio rinviato a giudizio

 

 

Strage di Duisburg: rinvio a giudizio per Giovanni Strangio

09 mar 10 Giovanni Strangio, ritenuto il killer della strage di Duisburg, è stato rinviato a giudizio questo pomeriggio con l'accusa di omicidio plurimo. La decisione è stata assunta dal gip del tribunale di Reggio Calabria. Strangio è ritenuto uno dei capi dell'omonima cosca di San Luca, alleata con la famiglia Nirta e contrapposte ai Pelle-Vottari. Nella strage di Duisburg, avvenuta il 15 agosto 2007, morirono sei persone davanti al ristorante 'Da Bruno'. Il processo si terrà davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Locri. I sei morti di Duisburg sono infatti la risposta all'omicidio di Maria Strangio, uccisa il giorno di Natale del 2006 in un agguato indirizzato in realta' al marito della donna, Giovanni Luca Nirta, e a Francesco Colorisi, rimasto ferito in quell'occasione insieme al minorenne Domenico Nirta. Secondo gli investigatori, pur di vendicarsi, Strangio sacrifica il tacito accordo di non alzare troppa polvere nei fatti interni alle cosche, rompendo quella che fino ad allora è stata una tradizione: Pelle-Vottari-Romeo da una parte e Nirta-Strangio dall'altra lasciano morti ammazzati con una certa discrezione.

Il 15 agosto la strage di Duisburg: E' il 15 agosto 2007 quando Marco Marmo, Francesco Pergola, Tommaso Venturi, Marco Pergola, Francesco Giorni e Sebastiano Strangio, appena usciti dal ristorante italiano ''Da Bruno'' a Duisburg , sono travolti da una raffica di proiettili che li falcia uno per uno. Un eccidio brutale che sconvolge l'Europa e costringe Berlino a fare i conti con la sempre piu' ingombrante presenza della 'ndrangheta sul suo territorio. Una strage maturata nell'ambito della faida di San Luca tra il gruppo dei Nirta-Strangio e il contrapposto schieramento dei Pelle-Vottari-Romeo al quale appartenevano le vittime.

I sei morti di Duisburg sono infatti la risposta all'omicidio di Maria Strangio, uccisa il giorno di Natale del 2006 in un agguato indirizzato in realta' al marito della donna, Giovanni Luca Nirta, e a Francesco Colorisi, rimasto ferito in quell'occasione insieme al minorenne Domenico Nirta. Secondo gli investigatori, pur di vendicarsi, Strangio sacrifica il tacito accordo di non alzare troppa polvere nei fatti interni alle cosche, rompendo quella che fino ad allora e' stata una tradizione: Pelle-Vottari-Romeo da una parte e Nirta-Strangio dall'altra lasciano morti ammazzati con una certa discrezione. E Giovanni Strangio, ritenuto il killer della strage, e' stato rinviato a giudizio questo pomeriggio con l'accusa di omicidio plurimo. La decisione e' stata assunta dal gip del tribunale di Reggio Calabria.

Il processo si terra' davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Locri. E' la notte tra il 14 e il 15 agosto del 2007, quando a Duisburg , cittadina della Germania occidentale gia' meta di tanti emigranti italiani, si consuma la strage . Tommaso Venturi, 18 anni, Francesco e Marco Pergola 22 e 20 anni, Francesco Giorgi, 17 anni, Marco Marmo, 25 anni, e Sebastiano Strangio, 39 anni, vengono uccisi a colpi di mitraglietta davanti al ristorante-pizzeria 'Da Bruno' di proprieta' della famiglia Strangio. Una famiglia importante a San Luca, il paese della Locride divenuto celebre piu' che per aver dato i natali a Corrado Alvaro per una faida che ha fatto 15 morti in 17 anni. Faida che vede impegnati in una guerra senza esclusioni di colpi il clan degli Strangio-Nirta e quello dei Pelle-Vottari-Romeo. Quando vengono raggiunti dai killer, i sei calabresi sono appena usciti dal locale. Li' hanno cenato per festeggiare il 18esimo compleanno di Tommaso Venturi e, ipotizzeranno poi gli inquirenti, il suo ingresso nel clan.

Quella sera 'Da Bruno', prima del massacro, si e' celebrato un 'rito di iniziazione', la cerimonia della 'copiata', conclusa, come da tradizione, con il giuramento proferito dal nuovo accolito mentre si lascia bruciare tra le mani un'immaginetta sacra, il santino di San Gabriele, patrono della polizia, che verra' ritrovato proprio addosso a Venturi. Sono da poco passate le due quando i sicari nascosti nel buio entrano in azione. Le vittime sono appena salite su due auto: una Golf e un furgoncino Opel. Contro di loro vengono esplosi oltre settanta colpi. Poi a ognuno, quasi a voler firmare l'omicidio, viene sparato un colpo in testa. All'arrivo dei soccorsi per cinque di loro non c'e' piu' niente da fare. Il sesto muore in ambulanza durante il trasporto in ospedale. Per la cittadina della Germania occidentale e' uno choc.

La 'ndrangheta colpisce anche all'estero. Non ha limiti. Gli investigatori non tardano molto a capire che alla base del delitto c'e' ancora una volta la faida di San Luca che insanguina la Calabria da oltre 16 anni. Subito scattano le indagini della Polizia tedesca, mentre nel paesino della locride si rafforzano le misure di sicurezza, e da Reggio Calabria parte per la Germania un pool di investigatori italiani. A fornire i primi elementi sono alcuni testimoni che raccontano di aver visto fuggire due persone dal luogo del delitto a bordo di un'auto. Grazie alle descrizioni fornite viene ricostruito l'identikit dell'uomo che si trova alla guida della vettura: ''Altezza intorno a 180-185 cm figura slanciata, capelli scuri corti e basette fin quasi alla bocca, senza barba o baffi, con un grosso neo sotto l'occhio destro''. L'identikit viene messo sul sito internet della polizia del Nord Reno Vestfalia con questo annuncio: ''In base alle indicazioni di testimoni oculari sono stati visti nelle immediate vicinanze del luogo del deltto due uomini attualmente sconosciuti, che potrebbero essere ricollegabili ai fatti. Le due persone sono salite su un'auto parcheggiata al centro della Muehlheimer Strasse di Duisburg, una grossa berlina che si e' allontanata a velocita' in direzione dello zoo di Duisburg ''.

L'identikit viene inviato anche agli inquirenti di Reggio Calabria che lo analizzano per capire se possa corrispondere al volto di qualche persona collegata agli ambienti criminali della 'ndrangheta. Ma dalla prima analisi non emerge nessuna somiglianza. Poi, sempre sul sito della Polizia tedesca viene inserito un filmato in cui compaiono due sospetti sicari in fuga, ripresi da una telecamera a circuito chiuso nei pressi di un distributore di benzina. Il 24 agosto la Polizia tedesca interroga sette persone che pero' non vengono trattenute. Scattano una serie di perquisizioni in alcune abitazioni di diverse localita' del land del Nord Reno-Westfalia, ma anche in altre regioni della Germania. Vengono sequestrate automobili e diversi oggetti che vengono acquisiti come elementi utili alle indagini. Ma dei killer ancora non c'e' traccia. Intanto le indagini cominciano a fare chiarezza su altri aspetti della strage di ferragosto.

Quella notte, secondo gli investigatori, a Duisburg, subito prima della strage, aveva avuto luogo un vero e proprio vertice del clan Pelle-Vottari, come confermerebbe un'intercettazione nella quale una delle vittime, Marco Marmo, riferirebbe a un suo congiunto: ''Abbiamo le armi''. E dagli elementi raccolti nell'ambito delle indagini da Carabinieri e Polizia, in collaborazione con i colleghi tedeschi, emergono una serie di particolari sul massacro. A cominciare dalle testimonianze: e' una donna, alle 2.24 del 15 agosto, a telefonare alla polizia per dare l'allarme da Muehlheimestrabe, nei pressi della stazione di Duisburg. La donna riferira' di essersi imbattuta, nel vicoletto a fianco al ristorante ''Da Bruno'', nella Golf nera con a bordo i corpi insanguinati di Marco Marmo, che era sul sedile di guida, di Francesco Giorgi, seduto al suo fianco, e di Francesco Pergola e Tommaso Venturi, seduti invece sui sedili posteriori. Le altre due vittime erano su un'Opel Combo: alla guida Sebastiano Strangio e al suo fianco Marco Pergola. E' il 30 agosto, dalla strage sono passate due settimane, quando le forze dell'ordine assestano un violento colpo alle 'ndrine in guerra. Vengono eseguiti oltre 40 fermi nei confronti di affiliati alle cosche mafiose Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. A quel colpo ne sono seguiti tanti altri, primo fra tutti l'arresto di Giovanni Strangio.

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