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    Festa della Polizia a Cosenza

     

     

    Celebrati i 158 anni della Fondazione della Polizia a Cosenza

    15 mag 10 “C’e’ più sicurezza insieme”, è il motto scelto dalla Polizia di Stato per il 158° Anniversario della Fondazione della Polizia svolta in tutta Italia ed a Cosenza, al Museo del Presente di Rende. Nonostante la pioggia, che sta imperversando su tutta la Calabria, e che ha guastato in parte il programma, le celebrazioni, previste nell’adiacente Piazza “Martin Luther King”, si sono regolarmente svolte all’interno dei locali del Museo del Presente di Rende. Alla presenza del Sig. Prefetto di Cosenza Dr. Antonio REPPUCCI, del Monsignor Salvatore Nunnari, Arcivescovo della Diocesi di Cosenza-Bisignano, e di tutte le autorità civili, tra cui il Presidente della Provincia, i Sindaci dei Comuni di Cosenza, Rende ed altre amministrazioni, ed i responsabili dei Comandi delle altre Forze di Polizia e Forze Armate, è stato dunque celebrato il 158° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato. Al di sotto dei portici esterni del Museo è stato disposto uno schieramento in divisa ed in armi di personale appartenente a tutte le specialità della Polizia di Stato, apparecchiature tecniche e mezzi di servizio che ogni giorno operano sul territorio. Il motto, “C’e’ più sicurezza insieme”, e anche quest’anno ha riassunto il concetto di comunione e partecipazione, sulla base dei recenti successi ottenuti dalla Polizia di Stato e dalle Forze dell’Ordine nell’ambito della sicurezza pubblica e della prevenzione dei reati. Un momento di prossimità e vicinanza con la cittadinanza che ha condiviso con gli operatori di Polizia spunti di riflessione sulle problematiche legate alle esigenze di sicurezza. Sul posto sono stati allestiti diversi stand, con i quali personale dipendete ha distribuito materiale informativo ai visitatori, accompagnandoli in un percorso storico sulla nascita e l’evoluzione della Polizia di Stato e delle sue uniformi. All’interno della sede del Museo del Presente, anche una mostra di litografie artistiche realizzate da quest’ufficio e raffiguranti scorci ed operatori in divisa secondo una fedele ricostruzione storica delle varie epoche, sottolineate con l’esposizione di uniformi e cimeli antichi. Il Questore di Cosenza Dr. Giovanni Bartolomeo SCIFO, subito dopo la cerimonia inaugurale, ha tenuto un discorso inerente le attività di polizia svolte dai vari reparti e specializzazioni sia a livello locale che provinciale, riscuotendo ampio consenso e plausi sia da parte delle numerose Autorità che da parte dei cittadini presenti in massa alla celebrazione suddetta. Nel corso della cerimonia sono state consegnate numerose benemerenze sia a personale attualmente in servizio che a personale in quiescenza ed, inoltre, ricorrendo altresì anche il 50° anniversario dell’entrata in servizio di personale femminile nell’ambito di questa Provincia sono state premiate con un omaggio floreale le prime due operatrici di polizia presenti nell’ambito della Questura di Cosenza. Per il 14 maggio 2010, nel salone di Palazzo Arnone “Sala Gialla”, sede del Museo Nazionale di Cosenza, con inizio alle ore 19.00, ha avuto luogo a cura dei Maestri Giovanni MARSICO – pianoforte -, Costanza PERSICHELLA – Violoncello -, Matteo SACCÀ – violino -, del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, un concerto con musiche di Beethoven e Mendlessohn. Nell’ambito dei saloni suddetti è stata allestita una ulteriore mostra che rappresenta la Polizia di Stato sul territorio della provincia e la sua evoluzione nel tempo con l’esposizione di uniformi storiche.

    Prolusione del Questore, Dr. Bartolomeo Scifo: Come ogni anno celebriamo la nostra festa con le ritualità che ci sono care e la viviamo con l’intelligenza del cuore. Siamo una istituzione itinerante tra la gente e perciò per incontrarvi e festeggiare insieme a voi, abbiamo scelto un luogo iconico dell'incontro, questa moderna agorà, dove siamo stati accolti con simpatia da quanti vi abitano, vi lavorano, vi si relazionano. Siamo loro grati di questa accoglienza ed in particolare alla Direzione di Metropolis che ci ha assistito e supportato nell'allestimento dell'evento, cui ha contribuito con grande senso della responsabilità sociale anche la Banca Mediocrati, il cui Presidente vogliamo ringraziare . Con questo senso dell' ecumene diamo il benvenuto e ringraziamo tutte le Autorità - civili, religiose e militari - per aver voluto essere tra di noi oggi. La loro presenza conferisce grande prestigio alla ricorrenza ed è al tempo stesso - ne siamo certi - il segno del riconoscimento delle Istituzioni per l’impegno speso dalla Polizia di Stato al servizio della collettività. Un saluto particolare al Sig. Prefetto di Cosenza dr. Reppucci per la sapiente opera di coordinamento politico dispiegata nella sede del Comitato Provinciale dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica e per la passione e per il coraggio con cui assolve il difficile mandato Istituzionale di fare sintesi nel tempo della frammentazione. Devoto ed affettuoso il benvenuto che porgo all'Arcivescovo Metropolita di Cosenza e Bisignano Mons. Salvatore Nunnari che voglio ringraziare per il nutriente insegnamento del Suo alto magistero, per la tenera autorevolezza del pastore con cui ci invita a guardare l'altro e l'oltre come orizzonte di senso del nostro agire e del nostro esistere. Con analoga devozione saluto le Eccellenze Reverendissime presenti , ringraziandoLe per volerci insegnare continuamente il significato di servizio intrinseco alla funzione di Autorità. Un sentitissimo grazie per essere qui ai Signori Parlamentari nazionali e regionali, al Sig. Presidente della Provincia, ai Sigg.ri Sindaci di questa provincia con cui proficuamente interagiamo per motivi del nostro mandato, primo fra tutti il sindaco di Cosenza, per la affettuosità dimostrataci nel quotidiano impegno al servizio della comunità cosentina, al sindaco di Rende, la città che oggi ci ospita e che ci ha entusiasticamente accolto e sostenuto nella organizzazione di questa celebrazione, ai sindaci di Castrovillari, Rossano, Paola, Cetraro e Sibari per le sinergie sviluppate nella cura delle comunità in cui siamo presenti con i nostri Commissariati e Presidi di Polizia. Con alcuni di loro abbiamo avuto momenti di collaborazione particolarmente arricchenti, che qui mi preme brevemente rievocare: con il Sindaco di Paola che ha voluto intitolare un luogo della sua città ad un nostro collega trucidato dalle brigate rosse nella tragica stagione degli anni di piombo; con il Sindaco di Rota Greca con cui abbiamo fatto memoria della nobile testimonianza del Questore De fiore che ha salvato negli anni del fascismo centinaia di ebrei romani dalla deportazione; con il sindaco di Diamante, che nell'estate scorsa ha ospitato la nostra fanfara; con i sindaci di Mendicino e di San Fili che abbiamo conosciuto ed apprezzato in occasione degli incontri con le loro comunità nel quadro del progetto conoscenza. Un caro saluto ai Presidenti dei Tribunali di Cosenza, di Castrovillari, di Paola e di Rossano, cui vogliamo esplicitare quanto confortante sia stato il favorevole riscontro avuto dalla magistratura giudicante. Sentimenti di stima e gratitudine partecipo ai Sigg. Procuratori delle Procure Ordinarie di Cosenza, di Castrovillari di Rossano e di Paola, al Sig. Procuratore dei Minori e della Procura Distrettuale di Catanzaro, che ci hanno lucidamente indirizzato nella conduzione delle complesse e faticose indagini. Ai Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato partecipo forti sentimenti di comunione per il quotidiano e convergente impegno speso nel presidio della sicurezza di questa provincia. Analoghi sentimenti voglio esprimere al Comandante della Polizia Provinciale che ci è sempre affettuosamente vicino ed Comandante della Polizia Municipale di Cosenza e di tutti gli altri comuni, il cui ruolo è chiamato a dilatarsi progressivamente in conformità alla novella normativa che ha riconfigurato funzioni e competenza del Sindaco in materia di sicurezza urbana. Un segno di affettuosa amicizia rivolgo ai Comandanti dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, cui ci legano strutturate esperienze di collaborazione. Un affettuoso bentornato al I° Reggimento Bersaglieri, rientrato in questi giorni da una rischiosa missione di peacekeeping all'estero. Con lo stesso pensiero grato salutiamo i colleghi della Polizia Penitenziaria, dei i Vigili del Fuoco e degli altri Uffici Statali e pubblici, con cui -nel segno della moderna relazionalità istituzionale - interagiamo sempre più frequentemente. Un caldo saluto di stima al Rettore dell'Università ed ai dirigenti scolastici e responsabili dell'Ufficio scolastico provinciale, un mondo quello della formazione con cui vogliamo contaminarci di continuo, per contribuire con la nostra testimonianza a sviluppare nei giovani sentimenti idealità, emozioni, competenze per trovare, nell'età della tecnica e dello spaesamento, risposte alla domanda di senso. Saluto ed affettuosamente ringrazio il Direttore e gli splendidi musicisti del Conservatorio Stanislao Giacomoantonio, per l' odierna prestigiosa partecipazione alla festa e per la formidabile sensibilità musicale donataci nel concerto di ieri sera a Palazzo Arnone. Un saluto di grande apprezzamento ai rappresentanti delle Associazioni imprenditoriali e di categoria e delle Organizzazioni Sindacali territoriali, senza la cui preziosa opera di mediazione tante vertenze occupazionali, tante situazioni di criticità per l'ordine pubblico non si sarebbero risolte senza ferite per le nostre Comunità. Un sentito ringraziamento ai rappresentanti dell' informazione, per l'attenzione che ci hanno sempre riservato nel raccontare gli esiti della copiosa opera quotidianamente svolta. Un caldo benvenuto a tutti gli altri amici ed ospiti per la simpatia che con la loro presenza testimoniano: alle Associazioni dei Pensionati, prima fra tutti alla nostra A,N.P.S., alle Associazioni combattentistiche e d'arma che da sempre arricchiscono la nostra festa con i loro labari e la loro prestigiosa partecipazione. Un abbraccio affettuoso ai giovani qui convenuti, a questa splendida e festante umanità, ricca di colori e di vitalità, di energia, di entusiasmo, verso cui avvertiamo il dovere di essere adulti nutrienti e testimoni coerenti, credibili autorevoli di valori e virtù civiche. Da ultimo e non certo in ordine di importanza il mio saluto va alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno che prestano la loro opera in questa provincia, alla cui dedizione e sapienza professionale vanno ascritti i risultati conseguiti in questo anno di attività. Alle OO.SS. ed alle R.S.U. che ne hanno il privilegio e l'onere della rappresentanza va il mio ringraziamento per la propositività con cui sanno svolgere il compito loro affidato. Sono certo che la tenace e convinta pratica del dialogo e del confronto – nell'irrinunciabile rispetto della diversità dei ruoli e delle competenze- sarà il viatico per realizzare comuni speranze e progetti. Ai Funzionari, agli operatori di tutte le qualifiche e alle loro famiglie che hanno condiviso sacrifici e rinunce vanno la stima e l’apprezzamento di tutti noi e la mia personale vivissima gratitudine. Ogni ricorrenza è una occasione per ripercorrere il cammino di un anno, per fare il bilancio dell'attività svolta, E per questo racconto vogliamo affidarci al linguaggio della semplicità; senza elencare numeri e cifre perché - per quanto eloquenti nella loro formidabile sinteticità - sono freddi e non potrebbero mai descrivere passione civile, tensione morale, lealtà istituzionale, istinto alla socialità sottesi alla nostra operosità, al nostro fare; sarebbero insufficienti per dirvi quante volte a questo sorgente di idealità abbiamo dovuto attingere, per nutrirci ogni qualvolta ci sembrava di essere in pochi per dare accoglienza al bisogno di tanti, ogni qual volta i nostri sforzi sembravano vani, tutte le volte in cui ci è sembrato che il nostro appassionato impegno non fosse apprezzato e compreso. Ma, come diceva Leonardo, non muto il guardo se a stella è fisso. Ogni ricorrenza, anche questa, sottolinea la armonica saldatura tra passato, presente e futuro, tra analisi retrospettiva, riflessione sugli obiettivi perseguiti e riformulazione delle strategie future per il raggiungimento di nuovi e più alti traguardi. Sono questi, d’altra parte, i tratti identificativi di una moderna organizzazione pubblica, come è la nostra, chiamata a presidiare l’area dei diritti fondamentali del cittadino nella società del terzo millennio e tra questi la sicurezza assurta al rango di nuovo diritto di cittadinanza. Stella polare del nostro operare è stata la consapevolezza della potenza evocativa (dei tanti significati) e della forza convocativa (dei molteplici protagonisti) del termine sicurezza. Essa va cioè interpretata come politiche complessive ed integrate che includano oltre alle strategie di contrasto del crimine (persequendi atque removendi malum) anche la multiforme azione di governo e di amministrazione della polis: progetti per il lavoro e lo sviluppo, programmi di risanamento del degrado urbano, strategie di educazione e di promozione sociale, piani di contenimento della marginalità sociale, tutela dell’ambiente e del territorio, ecc ; in buona sintesi di una politica che garantisca una alta qualità della vita finalizzata a promuovere un migliore equilibrio nella fruizione della città (promovendi salutem). Con questa visione olistica della sicurezza, abbiamo lavorato con passione e determinazione al progetto di costruzione di un sistema di sicurezza integrato e partecipato, saldando polizia di sicurezza e polizia di comunità, fondendo armonicamente polizia reattiva e polizia proattiva. Lo abbiamo fatto con una forte centratura sulla “prevenzione” e specificatamente sul controllo del territorio, l’agorà nella quale si intrecciano dinamiche sociali, si sviluppano iniziative e relazioni interpersonali, la dimensione dove l'individuo diventa persona, il luogo in cui si realizza il cittadino soggetto di diritti e di doveri. Abbiamo voluto garantire non solo una sorveglianza generica con finalità di presenza diffusa e visibile, ma un servizio a pluricompetenze e multidirezionale, capace di selezionare tra le variegate situazioni di criticità, quelle di volta in volta più problematiche. I nostri Uffici di Prevenzione generale e Soccorso Pubblico, le articolazioni di Polizia Stradale, i presidi della Polizia Ferroviaria, e della Polizia delle Comunicazioni hanno vigilato nei centri storici e nelle periferie, nei parchi e nelle stazioni ferroviarie, nella città residenziale ed in quella relazionale, lungo gli itinerari stradali e quelli telematici, nell’ottica teleologica di contrastare le pratiche delittuose, specie quelle predatorie, le aggressioni alla integrità della persona, ogni altro comportamento deviante che si rinviene nelle tracce del disordine urbano fisico e sociale (quali l’ubriachezza molesta, liti, risse, danneggiamenti ed imbrattamenti dell’arredo urbano e del bene esposto alla pubblica fede truffe informatiche, pedofilia, diffusione via internet di scene di violenza a disabili, ecc) : tutte quelle condotte cioè che si riflettono negativamente sui sentimenti di coesione delle comunità locali , ne vulnerano e ne feriscono emotività e sensibilità, ne compromettono il senso di sicurezza e tranquillità. In buona sostanza è stato controllato il territorio “fisico” nelle sue diverse espressioni e non meno quello “virtuale” , ponendo grande attenzione a quei luoghi delle città, fuori dai flussi di ordinaria fruizione, ove si possono creare (per molteplici fattori causali: marginalità fisica, rarefatta frequentazione, scarsa o assente illuminazione, ecc) quegli interstizi territoriali senza sovranità, in cui si sviluppa quella paura che sembra scandire il vissuto emotivo delle nostre popolazioni. La plasticità della strumentazione approntata – prezioso a tal riguardo è stato l'impiego del Reparto Prevenzione Crimine - ci ha permesso di proiettare in modo mirato e selettivo nelle aree colpite la presenza dello Stato vigile e reattivo, pronto a ripristinare l'ordinato vivere violato. Abbiamo vigilato il territorio, riversandovi una funzione di osservazione poliedrica e di ascolto polifonico. A cominciare dalla vigilanza dispiegata con i quotidiani servizi di ordine pubblico per garantire il sereno svolgersi delle variegate attività (ludiche, sportive, culturali, politiche, sindacali) che scandiscono il quotidiano vissuto delle nostre città; dispositivi ora attenti e discreti, ora articolati e complessi in ragione dello spessore dell'evento quali le visite di Alte personalità Istituzionali (mi riferisco alla venuta del presidente Fini e alle audizioni della Commissione Parlamentare per l'Ambiente) o le manifestazioni a carattere nazionale (cito quella di Amantea per la nota protesta della nave dei veleni), ora visibilmente poderosi nel loro dispiegarsi come per le partite di calcio in cui si prefigurano situazioni di criticità per le rivalità tra le opposte tifoserie ultras. Ma voglio riferirmi anche alla attività di ascolto quotidiano del poliziotto di quartiere a quel farsi carico della fragilità dei nostri vecchi, della solitudine dei pensionati, della preoccupazione degli operatori commerciali, all'assumere, al comprendere (nel senso di cum-prendere - prendere con se, su di se ) le paure, le ansie dei cittadino (donne, uomini, giovani, bambini)nell'intento di sciogliere i grumi di disagio e di incertezza che segnano il vissuto delle nostre comunità. Preziosissima la funzione di soccorso pubblico; solo un mese fa i nostri operatori della volante in collaborazione con i colleghi dell'Arma e della stradale hanno strappato un giovane ad un drammatico disegno di morte, restituendolo ad una ipotesi di speranza, ad un progetto di vita. Osservare, ascoltare, stare sul territorio in modo intelligente”, con quella capacità – cioè di intelligere il territorio, decifrarne e comprenderne le dinamiche sociali, coglierne le ansie, la rabbia, la disperazione, le derive degenerative - che si dispiega anche con la fitta, diuturna e capillare attività informativa della Digos e dei corrispondenti segmenti organizzativi dei Commissariati. Ne voglio sottolineare in particolare quella impareggiabile opera di mediazione profusa nella gestione della piazza, quando sono in gioco aspettative di lavoro , speranze e progetti di vita di donne , uomini e famiglie, di intere comunità, quando cioè si deve operare il sapiente dosaggio tra potestatività e negozialità per non procurare lacerazioni profonde nella relazione tra istituzioni e cittadini e non disperdere il patrimonio di coesione sociale costruito negli anni. Modello organizzatorio efficace nell'opera di prevenzione generale si è appalesato l'ormai collaudato piano integrato di controllo del territorio, la cui imprescindibilità è stata declinata dal duplice obiettivo di razionalizzare – da una parte – l’impiego delle risorse – quanto mai necessario in un quadro di progressivo decremento delle stesse – e dall’altra massimizzare – i risultati conseguiti. Abbiamo fatto sistema; abbiamo messo in rete risorse e competenze di tutti i protagonisti -statuali e locali -della vicenda securitaria, ciascuno con le proprie competenze generaliste o specialistiche ma con obiettivi comuni. Abbiamo per ciò stesso liberato quelle sinergie, quello spirito collaborativo richiesti dalla committenza sociale e dal quadro legislativo di riferimento, così realizzando quella “coinonia” istituzionale , quella comunione di interessi, irrinunziabile per servire il bene generale. Cito a titolo esemplificativo solo alcuni momenti della vita delle nostre comunità in cui è stato fatto ricorso alle buone prassi di governo: la gestione della vertenza rifiuti nel capoluogo le cui variegate criticità di ordine pubblico, di igiene pubblica, di decoro urbano sono state prima contenute e poi superate con la sinergica azione della Prefettura, delle forze dell'Ordine, dell'amministrazione Comunale; Ed ancora la criticità della sibaritide, allorquando individuato nella occupazione abusiva di un numero massivo di immigrati nel comparto agricolo un fattore di rischio e di alterazione del sistema sociale sono state attuati interventi selettivi ed integrati di ordine e sicurezza, di azione amministrativa e di prevenzione sociale. Il focus sulla prevenzione come esplicitato nelle considerazioni che precedono, ha contemplato in una logica di continuità operativa, l’implementazione dell’azione investigativa sulla quale sono stati riversati e profusi impegno e risorse in misura colma. Il fil rouge che salda prevenzione e repressione passa attraverso la capacità di leggere le patologie criminali, studiarne e disvelarne le strategie, enucleare e reprimere ogni possibile opzione delittuosa di singoli e di gruppi organizzati. Anche in questo versante gli esiti sono stati lusinghieri. Lo diciamo senza enfasi propagandistica ed autoreferenziata, ma consapevoli di misurarci con il giudizio critico della comunità. Sappiamo di doverci conquistare consenso ed apprezzamento della comunità per il beneficio sociale realizzato. che va ben oltre il mero culto dell’efficienza, l’algido primato del calcolo, l’asettico rapporto costi-benefici. Per testimoniare che è possibile, se ne avremo le energie necessarie, alla fine dell'anno alla Questura di Cosenza redigeremo il bilancio sociale Come dicevo in premessa non citerò dati per i quali rinvio alla brochure in distribuzione. Qui mi limito a tratteggiare le linee generali dell'azione di contrasto, richiamando alcune delle operazioni di Polizia giudiziaria più significative. Il crimine organizzato è stato incalzato e colpito tanto nella sua componente militare che in quella economica; è quest'ultimo un versante dell'azione di contrasto che vogliamo implementare, per devitalizzare le cosche, aggredendone i patrimoni accumulati, e restituire il mercato alle sue regole ed alla sua vitalità. Analogamente deve dirsi per il contenimento del crimine diffuso e dello spaccio di droga, della repressione della violenza omicidiaria, dei delitti contro la dignità, la integrità fisica e morale della persona. Questo testimoniano le significative operazioni di polizia giudiziaria portate a termine dalla Squadra mobile e dalle sezioni investigative dei Commissariati di P.S. e presso le Procure, con il supporto delle indagini tecniche della Polizia scientifica; questo ci dicono i numerosi sequestri e confische di beni operati dall'Ufficio Misure di Prevenzione a esponenti delle famiglie mafiose della zona dell'alto ionio cosentino. Mi limiterò a ricordare le rapide ed incalzanti investigazioni della Squadra Mobile che hanno permesso di individuare i responsabili di tre delitti omicidiari nel capoluogo, che nel caso dell'ultimo, quello della cittadina tedesca consumato a dicembre dello scorso anno sull'A3, ha visto il contributo della Polizia Stradale di Cosenza e di Gela; voglio citare le lunghe e complesse indagini per la cattura - nel luglio del 2009 - del latitante Bruni Michele (inserito nell'elenco dei primi cento latitanti più pericolosi), e quelle più recenti che hanno permesso di acclarare le responsabilità di alcuni minori in ordine a numerose rapine perpetrate -in questi ultimi mesi- in danno di operatori commerciali del capoluogo . Ed ancora solo un cenno alle misure cautelari in carcere eseguite nell'aprile scorso a carico di 14 indiziati di tratta e sfruttamento della prostituzione eseguite dopo complesse indagini dal Commissariato di P.S. Di Castrovillari; altrettanto pregevole l'indagine della locale Sezione di Polizia Stradale che investigando sul fenomeno degli incidenti stradali ha disvelato una diffusa pratica illecita di falsi e truffe finalizzate a frodare le assicurazioni; non minore l'efficacia della operazione “carte truccate” della polizia delle Comunicazioni che nel luglio del decorso anno h permesso di sgominare una banda di sei persone dedita alle truffe on line. E se quello delineato è lo scenario del front-office, altrettanto decisivo, ai fini dell’efficacia dell’”agere” pubblico, è stato -ed è - il versante del back-stage. IL silenzioso ma non meno generoso “operaio della vigna” che sta dietro le quinte. L'invisibile, che non si aspetta la ricompensa della sonorità mediatica, ma preziosissimo per la instancabile opera di pianificazione delle misure di O.P., di analisi, di intelligence, di rielaborazione del prodotto della operatività, di riformulazione/rimodellamento della strumentazione operativa, di amministrazione e di governo del personale (adempimenti amministrativi, contabili e matricolari ) e di gestione della logistica e della organizzazione strumentale, di presidio della salute degli operatori e della salubrità e del benessere organizzativo. Non posso non citare, poi, la copiosa attività provvedimentale in materia di Polizia Amministrativa e dell'Immigrazione (autorizzazioni, licenze e titoli di polizia in genere, di passaporti e fogli di soggiorno) l'impegno speso nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro (informatizzazione – posta certificata, passaporto e foglio di soggiorno elettronico, ecc) finalizzate a snellire e velocizzare le istruttorie a tutto vantaggio dell'esercizio dei diritti del cittadino italiano e straniero che interagisce con gli Uffici della Polizia di Stato. Questi sono stati i fattori di successo del nostro operare: velocità di analisi delle problematiche sociali e delle dinamiche criminali; tempestività del congruente riposizionamento operativo; superamento della tradizionale prospettazione quantitativa del sistema di sicurezza, investendo invece sulla qualità (anche in chiave di potenziamento dei sistemi si difesa passiva e di sorveglianza remota, ecc ); modernizzazione dell'azione amministrativa; investimento sulla coralità dell'azione pubblica, specie in queste nostre regione meridionali dove sviluppo e sicurezza, legalità e democrazia sono un unicum inscindibile. E con riguardo a quest'ultimo aspetto, la convinzione che nella costruzione della sicurezza, giocano un ruolo fondamentale il senso civico, i sentimenti di coesione sociale, le risorse socio/emotive della comunità, il giacimento etico/valoriale, il patrimonio educativo, che nelle società liquido/moderna sembrano essersi in qualche modo usurati, ci suggerisce – ormai da anni- di attivare interventi organici con le altre Agenzie socio/educative presenti sul territorio: Comuni/Assessorati ai Servizi Sociali, alle politiche giovanili, Scuole, C.S.A., le variegate agenzie del privato sociale. Su questo versante abbiamo incontrato l'appassionato contributo del volontariato, cui oggi sentiamo di rivolgere riconoscenti sentimenti di gratitudine, perchè testimoniano che nel villaggio moderno oltre al prodotto interno lordo si può (ma forse sarebbe meglio dire si deve) guardare anche alla felicità interna lorda. Cito per tutti l'Unicef con cui ancora pochi gironi fa abbiamo collaborato nell'ambito del III° Corso Universitario Multidisciplinare di Educazione ai Diritti, E sul terreno della prevenzione sociale ci siamo spesi operando con un taglio interdisciplinare e multisettoriale. Con questi intendimenti sono state realizzate collaborazioni con le scuole di ogni ordine e grado per incontrare i giovani ed alimentarne la cultura della legalità e del rispetto delle regole, così da costruire su basi solide il nuovo patto sociale con i cittadini del domani. Nelle varie occasioni li abbiamo incoraggiati a scoprire e vivere in maniera autentica il senso della cittadinanza, inteso come forte sentimento di appartenenza allo Stato, come amore per le Istituzioni democratiche, spirito di servizio alla collettività, appassionata partecipazione alla vita pubblica; li abbiamo invitati a custodire la cultura dei doveri e della responsabilità, senza mai abdicare alla affermazione dei loro diritti e di quelli degli altri; abbiamo loro fermamente raccomandato di bandire dalla loro vita ogni forma di violenza -piccola o grande- ogni tentazione di prevaricazione e di sopraffazione dell'altro, li abbiamo incoraggiati a pensare al plurale, sperimentando ogni giorno che la libertà di ciascuno “inizia” dove comincia quella dell’altro. Con la stessa filosofia di attenzione e di prossimità sono stati tenuti incontri con gli adulti e gli anziani delle parrocchie – in attuazione del “progetto conoscenza” - di cui è animatore trascinante e visionario il nostro amatissimo cappellano Don Piermaria Del Vecchio- per informarli con i nostri professionisti ed operatori dei danni dell'abuso di alcol e droga, sul come difendersi dalle truffe e dalle predazioni, per provare a trasmettere serenità e tranquillità. E ci proponiamo già da domani di infittire la quotidiana e nutriente relazionalità con esponenti delle categorie economiche e produttive, dell’associazionismo allo scopo di attivare canali comunicativi con le vittime dei reati e ripristinare i sentimenti di fiducia, di serenità violate. Il “già domani “ appena pronunciato ci rimanda al futuro, alla sfida che ci attende, di cui conosciamo la difficoltà. Sappiamo che per vincerla occorre continuare ad investire sulla nostra formazione umana e professionale. Vogliamo essere una comunità di uomini che apprendono lavorando, come raccomandano gli studiosi della moderna scienza della formazione. E pertanto faremo ancora formazione continua per stare al passo con il fluire culturale, sociale, organizzativo; formazione alta, formazione alta perché i tempi della complessità richiedono “professionisti in grado di esprimersi ad alto livello in sistemi complessi e di grande respiro strategico”, formazione comune per dare alla nostra Istituzione una identità multipolare, aperta, dinamica, capace di raccogliere, di ascoltare la caleidoscopica domanda sociale e di orientarla. Mi piace ricordare la collaborazione sperimentata con il 1° Reggimento dei bersaglieri, con cui abbiamo tenuto una comune sessione di addestramento di tecniche operative e di difesa personale, spendendo le competenze dei nostri istruttori. Alla comunicazione istituzionale con i cittadini ( con i quali le interlocuzioni si fanno più frequenti, più dirette, più immediate, grazie alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia – abbiamo un sito che ha registrato migliaia di contatti ), è stata riservata grande attenzione. Implementeremo, pertanto il nostro Sito webb e continueremo a tenere aperto lo sportello per stranieri presso l'università, arricchiremo ed aggiorneremo di continuo la carta dei servizi per facilitare la fruizione. Più in generale alle strategie comunicative della Questura continueremo a dedicare una forte attenzione, sapendo di trovare una accogliente assonanza negli organi di stampa. Ai direttori, ai redattori, dei periodici e delle emittenti televisive chiediamo ancora di più; chiediamo di continuare a confortarci nel difficile del “contenimento” della insicurezza percepita., nel sottolineare la vigile prontezza delle istituzioni, le felici sinergie tra poteri centrali e locali, nel proporre messaggi positivi e rassicuranti soprattutto se riferiti agli episodi in cui la proficua collaborazione dei cittadini è stata decisiva per il buon esito dell’intervento i polizia, in una terra in cui la cultura della collaborazione fatica a farsi strada. Si coglie nel racconto che precede una totale assonanza con il messaggio chiave della nostra festa C'è più sicurezza insieme, che nell'evocazione dei principi della sussidiarietà verticale ed orizzontale, interpella prepotentemente la corresponsabilità dei cittadini, di ogni singolo cittadino. Da essi, da ciascuno di essi si attende un decisivo contributo realizzativo, un atto maturo e consapevole di democrazia partecipativa. Il richiamo forte è alla responsabilità non solo verso se stessi (come esigenza di soddisfare bisogni, interessi ed aspirazioni provenienti dal mondo individuale) ma anche nei confronti degli altri (dovendo tener conto delle domande dei problemi e delle speranze provenienti dal mondo sociale). Un chiamata di responsabilità che appare di drammatica attualità in uno scenario contrassegnato da una visione egoica, tutta accartocciata sul se, in una società incerta e dispersiva in cui il proprio io -come ci ha ammoniti Papa Benedetto XVI° - si amplifica come unica esclusiva misura dell'agire umano, delle scelte e della storia dell'umanità. Mi sembra -allora- che la riflessione conclusiva di questo nostro odierno festeggiare insieme possa incentrarsi sulla necessità di investimento in etica individuale e collettiva; etica intesa non come una componente del sistema dei vincoli e delle regole ma come valore fondante dell'esistere, come regola primigenia della grammatica dell'essere e della sintassi della socialità. Si chiede perciò di passare “Dalla felicità privata alla felicità pubblica” rimettendo al centro l'uomo e la tenace ricerca del bene comune, Solo così nella stagione delle passioni tristi potremo disegnare disegnare le città (urbis e civitas ) le nostre città come moderne agorà ordinate, vivibili, accoglienti, inclusive, tolleranti, solidali, educanti, laboriose, giuste, sicure. Solo accettando e vincendo la sfida della interrazzialità, della interculturalità, della interreligiosità, che ci propone il moderno villaggio globale, trasformeremo la diffidenza e la ostilità in condivisione, in comprensione fraterna dell’altro, sperimenteremo la convivialità delle differenze e la bellezza dell’identità nella ricchezza della molteplicità. Mi avvio alla conclusione. Non potrei accomiatarmi senza lasciare che ci accarezzi il fruscio del ricordo dei tanti, dei molti colleghi che hanno servito fino all’estremo sacrificio della vita. Fare memoria di questi eroi ordinari è un nutriente insegnamento di come si possa preferire l'essere, competenza crepuscolare nella odierna società dell'avere e dell'apparire. Lungo questo ponte immaginario tra il passato ed il futuro che mi piace tracciare, la storia di ieri è raccontata anche da quanti, i nostri pensionati ci mostrano la fierezza dell'appartenenza. (qualche giorno fa alla festa dell'A.N.P.S, ne ho visto alcuni ottantenni che mostravano ancora un tenero amore per la nostra amministrazione). A noi “generazione di mezzo“ gli adulti del qui e ora della storia il compito di non dissipare, di conservare e trasmettere, questo patrimonio valoriale ai giovani di oggi e di domani. Questo il senso della mostra di divise antiche e di foto di squarci delle nostre città che vedete qui nella piazza davanti a noi; un sorta di filo della memoria attraverso il quale i valori di ieri si incarnano nella storia del presente e si fanno progetto per il domani. E' un compito esaltante quello di proiettare nel futuro questa nostra una istituzione. Una istituzione che dichiara nel sua stessa semantica (politeia) le radici lontane della sua mission: la cura della polis, nella sua stessa denominazione (Polizia di Stato) il senso profondo dell'appartenenza allo Stato, quel sentire il respiro dell'universalità nella singolarità, quel sentirsi parte di un paese -di una patria che ha molti campanili e tanti dialetti ma che è una ed indivisibile. Chiudo evocando la speranza; qui in questa piazza intitolata proprio ad un cantore, ad un poeta, ad un testimone della speranza M. Luther King, perchè con la speranza, con il sogno, con l'utopia, potremo scrivere pagine felici della storia futura delle nostre comunità. Viva La Polizia di Stato, Viva l'Italia.

    Le onoreficenze:

    MEDAGLIA DI  ARGENTO AL  MERITO CIVILE
    ASS. TE.  GIUSEPPE DE LUCA 
    ASS.TE  FEDERICO D’AGOSTINO

    MEDAGLIA DI  BRONZOAL  MERITO CIVILE
    ISP.C.  GIUSEPPE LUFRANO  
    Ass.te C.  NICOLA PISILLI

    ENCOMIO SOLENNE
    V.Q.A. ZANFINI Giuseppe
    Isp. C. ZITO Francesco

    ENCOMIO
    Sost. Comm. LEO Gloria
    Sost. Comm. MORELLI Francesco
    Sost. Comm. RIZZO  Giovanni
    Isp. Sup. S.U.P.S. NOCITI Antonio
    Isp.C. PULLANO Giancarlo
    Isp. C. LUPO Luciano
    Sov.C. DIACO Ettore
    Sov. FERRANTE Christian
    Ass. C. GUARINO Antonio
    Ass. C. GUGLIELMI Cataldo
    Ass. C. ALTIMARI Ruggiero
    Ass. C. FUOCO Vincenzo
    Ass. ROSITO Natale
    Ass. BRUNO Marino
    Ass. DE LUCA Francesco
    Agt. S.  FERRARO Fabio
    Agt. S. NICOLETTI Claudio

    SONO STATE CONFERITE ALTRESI’, AD ALTRO PERSONALE DELLA POLIZIA DI STATO DI QUESTA PROVINCIA:

    • NR. 165 “PAROLE DI LODE”
    • NR. 9 ATTESTATI DI PUBBLICA BENEMERENZA – DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILI – “ A TESTIMONIANZA DELL’OPERA E DELL’IMPEGNO PRESTATI NELLO SVOLGIMENTO DI ATTIVITA’ CONNESSE AD EVENTI DELLA PROTEZIONE CIVILE”
    • ATTESTATI DI BENEMERENZA PER MERITO DI SERVIZIO  O PER ANZIANITA’ DI SERVIZIO

    TRA CUI

    • Croce d’oro  NR.  3
    • Croce d’argento  Nr.  8
    • Croce di bronzo  Nr.  10
    • Medaglia d’oro  Nr.  13
    • Medaglia d’argento  Nr.  3
    • Medaglia di bronzo  Nr.  2

     

     

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