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    I bimbi dell’asilo al Museo dei Brettii e degli Enotri

     

     

    I bimbi dell’asilo al Museo dei Brettii e degli Enotri

    14 mag 10 I bambini dell’ultima classe della scuola dell’infanzia “ Cuore Immacolato di Maria” di Cosenza possono dire di essere stati i più giovani visitatori – al momento! - del Museo dei Brettii e degli Enotri. Questa mattina, hanno infatti partecipato ad un laboratorio didattico dedicato, che ha loro spalancato un mondo del quale non conoscevano l’esistenza, quello che racconta le origini della nostra civiltà, e lo hanno fatto divertendosi, grazie all’originale approccio della direttrice Marilena Cerzoso che li ha trasformati in tanti piccoli Sherlock Holmes…dell’arte. Ventotto i bambini, già da tempo impegnati in classe su attività che affrontano il tema della multiculturalità, sono partiti dalla cosa per loro più familiare, il disegno - in questo caso il logo del Museo con i suoi simboli. Passando poi attraverso il racconto, quasi a far rivivere nelle mani di chi li ha posseduti quegli oggetti ora custoditi nelle vetrine; e poi via al gioco, divisi in quattro gruppi, ciascuno corrispondente ad una fase storica: gli Enotri, i Greci, i Brettii e i Romani. Tutti sguinzagliati nelle sale corrispondenti, per cercare nelle vetrine quegli oggetti simboleggiati nel logo del Museo, ed altri “raccontati” dalla dottoressa Cerzoso. Fra tanti reperti è normale che alcuni più di altri accendano la fantasia dei bambini e suscitino la loro curiosità. E allora proviamo a descriverli! Una bella esperienza, alla quale ha partecipato anche l’assessore alle politiche educative Franco Napoli, che è stato visto aggirarsi con i bambini nelle sale espositive, scrutare anche lui nelle teche cristalline, ma tutti giurano che non ha suggerito. “Siamo certi che questa particolare esperienza – è il pensiero di Napoli e Cerzoso - sviluppi ulteriormente la sensibilità dei bambini nei confronti dell’arte, preparandoli anche ad una crescita più consapevole. Per un museo è certamente una irrinunciabile occasione per ‘svecchiarsi’ e soprattutto per sfatare l’immagine diffusa, ma anche stereotipata, del museo quale luogo chiuso, immutabile, silenzioso”. L’esperienza di oggi ha testimoniato che la storia racchiusa in un museo può essere godibile anche per un bambino di cinque anni, se lo si aiuta a scoprirla con la mente ed il cuore della sua giovane età.

     

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