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    Corbelli "Suicidi in carcere strage da fermare"

     

     

    Corbelli "Suicidi in carcere strage da fermare"

    06 mag 10 “I suicidi in carcere sono una strage che non può più essere ignorata e che deve essere fermata”. Lo afferma il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo l’ultimo suicidio in carcere avvenuto a Como. “Su queste tragedie - aggiunge - deve essere aperta, insieme alle inchieste della magistratura competente, anche una indagine parlamentare per accertare e denunciare le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere, ammassati come animali, nelle celle, gli oltre 60 mila detenuti, le violenze, anche da parte di altri detenuti, che alcuni di loro subiscono e il contesto in cui questi suicidi maturano. Diritti Civili, da venti anni, lotta per difendere i diritti delle persone detenute. Abbiamo condotto innumerevoli battaglie davanti alle carceri di molte città italiane e di fronte a tutte le sedi Istituzionali a Roma. In questi lunghi anni abbiamo denunciato il dramma e la vergogna delle carceri italiane, i diritti violati dei detenuti, soprattutto di quelli più poveri, emarginati e malati”. “Con le nostre iniziative e denunce - prosegue - abbiamo fatto approvare, dal Parlamento, anche delle leggi importanti, come quella che evita il carcere alle madri detenute con bambini da 0 a 3 anni da assistere. Abbiamo più volte denunciato il dramma dei suicidi in carcere. Ogni anno in media in Italia si registrano tra 50 e oltre 60 suicidi. Dall’inizio di quest’anno si è già arrivati a 24 suicidi in cella. L’ultimo quello di un giovane calabrese nel carcere di Como. Una autentica strage, di cui quasi nessuno parla. È ora di dire basta a questo massacro e di fare luce e giustizia su quello che accade nelle prigioni italiane. Per questo insieme alla azione della magistratura occorre che venga promossa una indagine parlamentare che accerti le condizioni in cui sono costretti a vivere gli oltre 60 mila detenuti a fronte di una capienza di meno di 50 mila posti”. “Un Paese civile - conclude Corbelli - ha il dovere di intervenire per cercare di capire ed evitare il dramma dei suicidi in carcere, che quasi sempre vede come vittime dei poveri cristi, i senza volto e senza diritti, i dannati e sepolti vivi delle carceri, condannati all’oblio, all’emarginazione, alla morte”.

     

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