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    Azienda rifiuti scaricava in mare percolato, inchiesta in Sicilia e Calabria

     

     

    Azienda rifiuti scaricava in mare percolato, inchiesta in Sicilia e Calabria

    17 giu 10 Il ''lago'' di percolato che si era formato nel sottosuolo della discarica di Bellolampo sarebbe stato prosciugato. Nel giorno in cui l'Amia annuncia il completamento della bonifica si scopre che, per il passato, attorno alla piu' grave emergenza ambientale di Palermo era stato organizzato un articolato sistema truffaldino. Due i filoni di indagine seguiti dalla Procura della Repubblica. Il primo riguarda un metodo di ''smaltimento'' che riversava direttamente in mare una grande quantita' di sostanze tossiche. E per questo sono state sequestrate due aziende. L'altro filone ipotizza la fatturazione di una quantita' ''gonfiata'' di percolato smaltito negli impianti di trattamento in Sicilia e in Calabria. Il sospetto nasce da una relazione dell'assessorato regionale all'Energia e ai servizi di pubblica utilita' che ha analizzato i dati forniti dalla precedente gestione dell'Amia, secondo la quale sarebbero stati smaltiti in poco tempo 45 mila tonnellate di percolato formatosi sotto la quarta vasca di Bellolampo. Ma si tratta, secondo i tecnici dell'assessorato, di un calcolo irreale e comunque manipolato per eccesso. Considerato che la capacita' di ciascuna autobotte e' di 30 tonnellate, sarebbe stato necessario utilizzarne dodici al giorno per trasportare la quantita' di percolato dichiarata dalle ditte incaricate. Il dato quantitativo viene ritenuto incompatibile con la frequenza dei prelievi e con i tempi di trasporto: il materiale inquinante era conferito per un terzo in Sicilia e per due terzi in un impianto di Gioia Tauro. I casi, dunque, erano due: o la quantita' smaltita era molto piu' ridotta oppure il percolato veniva portato illecitamente in altri siti. Anche questo sarebbe accaduto. Lo hanno accertato le indagini dell'Arpa e dei carabinieri del Noe che hanno indotto i pm Gigi Ferrara e Claudia Bevilacqua a ordinare il sequestro preventivo della Vipro srl, un'azienda specializzata nel trattamento del percolato e delle acque di sentina delle navi. Un'elevata concentrazione di cattivi odori, che aveva anche provocato la protesta dei dipendenti, ha fatto scoprire che le sostanze nocive venivano riversate direttamente nelle acque del golfo di Carini. Nello stesso tratto di mare venivano scaricati i residui inquinanti della lavorazione alimentare della ditta Dolce Carollo. Gli amministratori delle due societa' sono indagati come pure il presidente del consorzio Asi Alessandro Albanese che avrebbe dovuto esercitare i controlli per impedire gli abusi. L'indagine continua anche per verificare la regolarita' dell' attivita' delle altre ditte interessate allo smaltimento del percolato. Negli ultimi tempi, secondo dati della Prefettura, nella discarica palermitana si sarebbe formato un ''giacimento'' di circa 300 mila tonnellate di sostanze venefiche. L'emergenza, intanto, stando a quanto assicura l'Amia, sarebbe stata fronteggiata. Nelle viscere di Bellolampo resta solo una ridotta quantita' di ''liquido contenuto in sicurezza all'interno di una delle due vasche di raccolta, che si sta provvedendo a rimuovere''. L'operazione dovrebbe essere completata entro pochi giorni.

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