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Bomba in Porcura: accordo tra le cosche

 

Un accordo tra le cosche per la bomba in Procura. Giovedì Maroni e Alfano a Reggio

04 gen 10 "Anche se il fatto puo' nascere da qualche episodio specifico non c'e' dubbio che vi sia stato il placet delle cosche reggine, perche' altrimenti non si sarebbe osato tanto". Cosi' il procuratore generale della Corte d'appello presso il tribunale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, ha commentato l'esplosione dell'ordigno avvenuto ieri mattina in piazza Castello, davanti al portone d'ingresso degli uffici giudiziari. All'uscita del vertice, che si e' svolto questo pomeriggio negli uffici della Prefettura di Reggio Calabria, il magistrato ha detto: "C'e' stata una comunione d'intenti e di vedute. Un'analisi fatta da me che e' stata condivisa da tutti. Siamo d'accordo su quello che e' avvenuto per quanto riguarda le causali, le logiche, quello che ha mosso la criminalita' organizzata a commettere l'attentato". "Evidentemente -ribadisce il PG- avevano pensato che la Procura generale fosse un ufficio 'di riposo' e che in grado di appello le questioni si affrontassero in modo blando, agendo con maggiore indulgenza. Ci sono stati segnali invece, anche involontari, che hanno trasmesso il senso del dovere e l'entusiasmo che sono stati ritenuti opposizioni draconiane, cose che faccio sempre nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini". Al vertice era presente, inviato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal capo della polizia Antonio Manganelli, il direttore della direzione centrale anticrimine, Francesco Gratteri. Intanto il pg Salvatore Di Landro partecipera' giovedi' all'ulteriore vertice che si terra' in Prefettura a Reggio Calabria a cui prendera' parte il ministro dell'Interno Roberto Maroni e probabilmente anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "Il fatto -conclude- e' stato eclatante ma la risposta dello Stato e' di pari intensita'". Dagli elementi emersi finora e dall’analisi delle ultime operazioni di polizia che hanno colpito duramente le organizzazioni, non sarebbe comunque ancora stato possibile inquadrare al momento a quale cosca appartengano gli affiliati che hanno materialmente piazzato la bomba. Quel che sembra però emergere con certezza dalle analisi degli esperti, è che una decisione di questo tipo - con il duplice obiettivo di alzare il livello di scontro e di mandare un messaggio chiaro a magistrati ed investigatori - sia stata, sottolineano fonti investigative, “condivisa” dai vertici di diverse ‘Ndrine. Sia di quelle direttamente coinvolte nei procedimenti d’appello, sia di quelle che sono state duramente colpite dai sequestri e dalle confische, sia, infine, da quelle che non sono direttamente interessate dalle indagini della procura di Reggio Calabria ma che sarebbero state “contattate” per avallare il progetto.

Procuratore Gratteri “In Procura rimaniamo compatti”. “Ci siamo posti delle domande e stiamo cercando risposte, ma allo stesso tempo in Procura c’è grande compattezza e solidità. Continuiamo a fare quello che stavamo facendo pochi giorni fa”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, facendo riferimento all’attentato contro la Procura generale reggina. “La ‘ndrangheta - ha aggiunto - è molto più ricca rispetto a prima. Noi non dobbiamo solo valutare il fatto che abbiamo fatto più arresti, abbiamo sequestrato o confiscato più beni o catturato più latitanti perché questi numeri vanno confrontati con altre domande: i mafiosi oggi sono più di cinque anni fa, la criminalità organizzata è più ricca di cinque anni fa?”. Secondo Gratteri, “in questi ultimi anni c’é stata una maggiore attività delle forze dell’ordine e della magistratura, é stata rafforzata la Procura antimafia e siamo nelle condizioni di operare nei confronti di più famiglie di ‘ndrangheta. Alla Dda arrivano processi di prim’ordine e fior di ‘ndranghetisti. Non c’è un processo specifico eccellente, ma tanti processi importanti. Bisogna andare a lavorare lì e capire cosa è accaduto”.

Esposito (Copasir) “Non ci faremo intimidire da una bomba”. ''Da parte del governo e della maggioranza l'attenzione nei confronti della criminalita' e' alta e l'azione di contrasto altrettanto forte e decisa''. Lo afferma in una nota il vice presidente del Copasir, Giuseppe Esposito. ''Basterebbe - aggiunge - soltanto dare uno sguardo ai dati ed al numero dei pericolosi latitanti arrestati per rendersi conto del grandissimo impegno profuso dal centrodestra in questo anno e mezzo di legislatura. In questo senso non ci faremo spaventare ed intimidire da una bomba o da qualsiasi atto intimidatorio''. ''Ed a dimostrazione di tutto cio' - prosegue Esposito - la presenza giovedi' dei ministri Alfano e Maroni in Calabria conferma la volonta' del governo e di tutto il centrodestra nel continuare quella battaglia di legalita' in una regione dove maggiormente il centrosinistra ha dimostrato tutta la sua incapacita' nel governare ed amministrare il territorio''.

Lunedì assemblea magistrati a Reggio. Si terrà lunedì prossimo, 11 gennaio, a Reggio Calabria, l’Assemblea dei Magistrati dopo l’attentato esplosivo alla procura generale. All’iniziativa , organizzata dalla sezione distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, parteciperanno anche il presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara.

Procura Catanzaro in stretto contatto con Reggio. La Procura della Repubblica di Catanzaro è in stretto contatto con i magistrati di Reggio Calabria per le indagini sulla bomba esplosa ieri mattina. I magistrati del capoluogo calabrese attendono che “i colleghi reggini - si è appreso da fonti della Procura - svolgano le attività urgenti e facciano le opportune determinazioni sull’accaduto”. Il fascicolo, dopo gli atti urgenti, sarà poi trasferito a Catanzaro, che è competente ad indagare sui fatti che vedono coinvolti i magistrati reggini, che in questo caso sono parte lesa dell’attentato.

I Vescovi “Colpito lo Stato”. Preoccupazione e' stata espressa dal presidente della Conferenza episcopale calabra, mons. Luigi Mondello, per l'attentato di ieri mattina alla Procura di Reggio Calabria, segno, secondo i vescovi, di una malavita organizzata che "invece di fermarsi alza il tiro e colpisce lo Stato". Lo riferisce il Sir, agenzia della Cei. Mons.Mondello ha dichiarato al Sir di avere avuto questa mattina una conversazione telefonica con il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, il quale ha assicurato il suo impegno, "non sottovalutando questa escalation di attentati che vanno a toccare anche le strutture dello Stato". "Siamo di fronte - afferma mons. Mondello - a gente violenta, senza scrupoli e senza coscienza. Noi - ha concluso - continueremo a lavorare combattendo questi sistemi, predicando un messaggio di speranza e di coesione".

Idv “Basta clima di odio”: ''Il clima di odio nei confronti dei pubblici ministeri, che rappresentano il baluardo nella lotta alla criminalità organizzata, rende quest'ultima più forte, alimentando le idee criminali". Lo afferma il deputato dell' Idv Federico Palomba, vicepresidente della commissione giustizia alla Camera che ribadisce la posizione del partito di Di Pietro sull' attentato alla Procura di Reggio Calabria. "La solidarietà alla magistratura, che da parte di Italia dei Valori non è mai mancata e, in quest'occasione, viene rinnovata - sostiene Palomba - non basta più. E' necessario, oltre che fare luce sul grave episodio di Reggio Calabria, dire basta al clima di odio che per molti anni è stato alimentato contro la magistratura e, soprattutto, contro i pubblici ministeri".

PD: “Governo riferisca in Parlamento”. ''Il governo riferisca al più presto in Parlamento sull'attentato della scorsa notte nella città di Reggio Calabria che ha fatto saltare il portone della procura". Lo ha chiesto, intervenendo in Aula alla Camera, la deputata del Pd Sesa Amici, a nome del suo gruppo. "E' un atto di una gravità inaudita - ha aggiunto - verso una procura impegnata nella lotta contro la mafia e la criminalità organizzata. Dai vertici dello Stato, ad iniziare dal Presidente della Repubblica e dai Presidenti di Camera e Senato, e da parte dell'intera nazione, si è già sentito il richiamo alla solidarietà piena ai magistrati e alle forze dell'ordine, in una regione che oggi è così impegnata nella lotta alla criminalità organizzata". "Proprio alla luce di questo atto e di questo salto di qualità così grave ed allarmante non solo per la regione Reggio Calabria ma per l'intero Paese - ha proseguito Amici - come gruppo del Pd crediamo che sia necessario non solo che il governo trovi la forza di reagire nel modo più incisivo possibile, ma anche che dia conto delle notizie in proprio possesso e delle iniziative che intenda assumere, venendo al più presto a riferire in Parlamento su questo gravissimo attentato".

Udc “Commissione antimafia vada a Reggio”. Dopo l'attentato alla sede della Procura generale di Reggio Calabria l'Udc, al termine di una riunione svoltasi a Roma, ha diffuso un documento nel quale chiede al Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, che "la commissione si rechi in missione a Reggio Calabria come segnale di sostegno del Parlamento al lavoro dei magistrati ma soprattutto per reperire elementi utili a comprendere le dinamiche dell'accaduto". All'incontro hanno partecipato il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, il vicesegretario nazionale e capogruppo in commissione antimafia, Mario Tassone, ed il presidente dei senatori Gianpiero D'Alia. "Rinnoviamo - è scritto nella nota dell'Udc - la nostra vicinanza ai magistrati e al personale del Tribunale di Reggio Calabria per il grave attentato di ieri mattina e chiediamo al presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu, la convocazione dell'ufficio di presidenza, allargato ai rappresentanti dei gruppi, per approfondire una vicenda inquietante che non può essere derubricata o dimenticata senza che siano state prima individuate le responsabilità". "A fronte - conclude la nota - degli importanti obiettivi raggiunti in questi mesi contro la criminalità organizzata inquieta ancor di più la mai sopita vitalità del fenomeno mafioso nella realtà calabrese".

Solidarietà Sindaco Lamezia. ''Questo episodio genera forte preoccupazione nella societa' civile sana che condanna fermamente il gesto ed e' vicina a chi e' impegnato nella difesa della legalita'''. Lo scrive il sindaco di Lamezia Terme (Cz), Gianni Speranza, in un telegramma alla Procura generale di Reggio Calabria. ''Esprimo - ha sottolineato Speranza - la vicinanza mia personale, dell'Amministrazione comunale e della comunita' di Lamezia Terme ai magistrati reggini, che, con grande senso di responsabilita', ogni giorno, lavorano in azioni spesso rischiose di contrasto alla criminalita' organizzata, cercando di ripristinare condizioni essenziali di legalita' e di sicurezza''.

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