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Processo WhyNot: chiesta condanna Loiero

 

 

Processo Why Not, chiesta condanna per Loiero. Portavoce “solo un reato d’abuso d’ufficio”

02 gen 10 La Procura generale di Catanzaro ha chiesto la condanna per il reato di abuso d'ufficio per il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, imputato nel processo con rito abbreviato per l'inchiesta Why Not. La richiesta di condanna e' stata formulata dal sostituto procuratore generale, Massimo Lia, relativamente a due dei quattro capi di imputazione discussi nel corso della requisitoria fatta questa sera dinanzi al gup Abigail Mellace. Per gli altri due capi di imputazione il pg ha chiesto l'assoluzione di Loiero per non aver commesso il fatto. I reati contestati inizialmente a Loiero nei due capi di imputazione per i quali e' stata chiesta la condanna erano peculato e truffa. Il pg, nel corso della requisitoria, ha chiesto la derubricazione dei due reati in quello di abuso. La quantificazione della richiesta di condanna verra' fatta venerdi' dopo che l'altro pg d'udienza, Eugenio Facciolla, avra' affrontato, nella sua requisitoria, gli altri capi di imputazione contestati al Presidente della Regione Calabria.

Sergi “Accuse ridimensionate”. ''Di tutto quel castello di accuse che avevano acceso i riflettori sulla Calabria, dopo la requisitoria del pm rimane in piedi solo un abuso d'ufficio''. Lo ha detto Pantaleone Sergi, portavoce del Presidente della Regione, Agazio Loiero, al termine della requisitoria del pubblico ministero nel processo Why Not. ''Scompaiono - ha aggiunto - reati infamanti come peculato e altro che avevano destato tanto clamore ma che Loiero aveva respinto con sdegno perche' distanti anni luce dal suo modo di agire e resta una presunta responsabilita' per fatti che altri avrebbero commesso e di cui il Presidente - parole del pm - non poteva non sapere''. ''Bisogna attendere adesso - ha proseguito Sergi - la requisitoria del secondo pm, poi penso che con serenita' e fiducia, come ha sempre detto il Presidente Loiero, si possa attendere il giudizio del giudice terzo''.

Dieci le richieste di condanna. Sono complessivamente dieci, compresa quella del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, le richieste di condanna avanzate dal sostituto procuratore generale di Catanzaro, Massimo Lia, nel processo con rito abbreviato per l’inchiesta Why Not sui presunti illeciti nella gestione di fondi pubblici. Nella requisitoria, durata oltre quattro ore, il pg ha chiesto la condanna di politici e dirigenti della Regione. Per gli imputati inizialmente accusati di truffa e peculato la Procura generale ha chiesto al gup, Abigail Mellace, la derubricazione dei reati in abuso d’ufficio. Le richieste di condanna riguardano Giuseppe Lillo, referente della società Need & Partners, accusato di associazione per delinquere e abuso (assoluzione per il reato di frode nelle pubbliche forniture); i dirigenti regionali Pasquale Anastasi (associazione per delinquere e frode in pubblica fornitura) e Francesco De Grano (associazione per delinquere); Antonio La Chimia (frode in pubbliche forniture); l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti (abuso d’ufficio) e l’ex assessore regionale Gianfranco Luzzo (associazione per delinquere e abuso). Per tutti questi imputati la quantificazione della pena verrà resa nota venerdì dopo la requisitoria del secondo pg di udienza, Eugenio Facciolla, che affronterà la loro posizione per altri reati contestati. È stata chiesta, inoltre, la condanna ad un anno di reclusione per Franco Nicola Cumino per il reato di abuso; ad un anno e due mesi per il reato di abuso nei confronti del segretario generale della giunta regionale, Nicola Durante, e ad otto mesi per il reato di abuso nei confronti del funzionario della Regione Tommaso Loiero. La requisitoria della Procura generale proseguirà nell’udienza fissata per giovedì.

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