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Porto di Gioia, sciopero e proteste
Porto di Gioia, gli operai sulle gru per protesta. Sindacati proclamano sciopero 02 feb 10 Otto lavoratori del porto di Gioia Tauro hanno occupato per protesta una delle 22 gru presenti nello scalo calabrese. I lavoratori hanno riferito che proseguiranno la protesta fino a quando il Governo non convochera' le organizzazioni sindacali per affrontare il problema che investe gli hub di transhipment del sud Italia, a partire dal porto di Gioia Tauro. La protesta e' stata decisa dopo la sospensione delle relazioni sindacali che erano riprese oggi nella sede di Assindustria di Reggio Calabria con al centro della discussione l'attivazione delle procedure per la messa in cassa integrazione ordinaria di 400 lavoratori. Secondo il sindacato, ''non e' con la cassa integrazione che si risolvono i problemi ma con interventi strutturali negli hub di transhipment''. Per questa ragione le parti hanno abbandonato il tavolo ed i sindacati hanno proclamato lo sciopero. Sindacati proclamano sciopero. Le segreterie di Fit-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl-Mare della Piana di Gioia Tauro hanno proclamato uno sciopero dei portuali, che promuoveranno anche una serie di manifestazioni pubbliche. I sindacati rilevano "un'inadeguata attenzione da parte del Governo nazionale alle problematiche riguardanti il Porto di Gioia Tauro e, considerato l'aggravarsi del calo delle attività del Porto e la conseguente crisi che si sta ripercuotendo sul mondo del lavoro, si ritiene non più procrastinabile l'attivazione di un tavolo di confronto con il Governo nazionale". Nei giorni scorsi la Medcenter, che gestisce il porto container di Gioia Tauro, ha preannunciato la cassa integrazione per quattrocento lavoratori. Callipo “Problemi sottovalutati”. “Sono addolorato per quanto sta accadendo a Gioia Tauro. La colpevole sottovalutazione dei problemi del porto più importante del Mediterraneo da parte del Governo rischia di essere la miccia che farà deflagrare la polveriera sociale che è diventata la Calabria. Altro che proclami e slogan! Non capiscono, a Roma, che stanno giocando col fuoco. Qui il rischio è di consegnare la Calabria alla mafia e al sottosviluppo. E' questo che vogliono? Non mi capacito del fatto che, dinanzi all'allarme dei sindacati e dei lavoratori, Berlusconi l'altro giorno a Reggio Calabria non sia stato informato dei rischi che corre lo scalo calabrese, che necessita di massicci investimenti e di scelte forti, come suggerisce con cognizione di causa il professor Francesco Russo dell'Università di Reggio. In verità l'altro giorno, se fosse toccato a me stare accanto del Capo del Governo a Reggio Calabria, non avrei lasciato Berlusconi andar via senza che prima assumesse un impegno per il rilancio del porto. Ci sono situazioni che, per la loro inaudita gravità, debbono spingere la politica persino a rompere il protocollo e a porre con determinazione l’urgenza di avere risposte adeguate. Adesso spero che la Calabria e il Paese si stringano intorno ai lavoratori che giustamente protestano. Noi siamo con loro.”
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