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Relazione Corte dei Conti

 

 

Relazione Corte dei Conti “Sperperi e sprechi nella sanità”. Emesse sentenze di condanna per 12 mln di euro

26 feb 10 Nell'ambito della spesa sanitaria continuano ad esserci "sperperi e sprechi di denaro pubblico ai quali non corrispondono adeguati servizi per la comunità calabrese". E' quanto ha sostenuto il procuratore regionale della Corte dei Conti, Cristina Astraldi De Zorzi, nel corso della sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Uno dei settori largamente oggetto di attenzione della Procura contabile - ha detto - è stato quello della sanità. Le indagini più rilevanti hanno riguardato l'irregolare utilizzazione dei medici in servizio di guardia medica, la corresponsione degli emolumenti ai medici di base anche per pazienti deceduti o emigrati, nonché quelle relative alla violazione del rapporto di esclusività da parte di medici che hanno optato per lo svolgimento di attività libero professionale intra-muraria. Nel corso del 2009 sono stati condannati vari amministratori di aziende sanitarie calabresi per la mancata utilizzazione delle apparecchiature destinate allo screening mammografico". Il procuratore regionale della Corte dei Conti ha poi evidenziato che "alla fine del 2009 ha avuto particolare risonanza il caso della Fondazione Tommaso Campanella, che, in cinque anni, in difetto del prescritto accreditamento, è stata destinataria di circa 90 milioni di euro da parte della Regione Calabria per effettuare prestazioni oncologiche, senza, tuttavia, conseguire i risultati previsti. Ciò significa che continuano ad essere diffusi, nell'ambito della spesa sanitaria, sperperi e sprechi di pubblico denaro ai quali non corrispondono adeguati servizi per la comunità calabrese che si vede, sovente, costretta a rivolgersi ai servizi sanitari di altre regioni o, addirittura, di Paesi esteri". "A ciò si aggiungono - ha concluso - anche i casi di malasanità. Sono stati chiamati a giudizio, ad esempio, con azione di rivalsa alcuni sanitari per danno erariale costituito dal risarcimento corrisposto a causa di lesioni subite da un nascituro durante il parto ed a causa di danni subiti da minore per non corretti trattamenti medici".

Sentenze di condanna per 12 milioni di euro sono state emesse dalla Corte dei Conti della Calabria. Il dato è stato reso noto dal presidente facente funzione della sezione giurisdizionale per la Calabria, Rossella Scerbo, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Premesso - ha detto la Scherbo - che sono state pronunciate sentenze di condanna per l'importo di 12 milioni di euro, da un punto di vista statistico va detto che la maggior parte delle fattispecie sottoposte al giudizio di questa Corte riguarda danni subiti da enti locali. Le amministrazioni centrali figurano come soggetti danneggiati essenzialmente in relazione ad illeciti correlati alla percezione di contributi pubblici erogati dal Ministero delle Attività produttive o da quello delle politiche agricole". "Molte sentenze - ha aggiunto - riguardano debiti fuori bilancio. Significative sono anche le sentenze per quanto riguarda le aziende sanitarie locali oggi diventate aziende provinciali. Si possono ricordare, ad esempio, le sentenze con cui è stata affermata la responsabilità per il danno da disservizio in relazione a fattispecie di parziale o completa inattuazione della campagna di screening per la prevenzione dei tumori femminili, finanziata con una quota del fondo sanitario nazionale". Il Presidente ha poi evidenziato che "in un quadro complessivo, dove, mi rendo conto, è stato necessario evidenziare non poche ombre, mi piace ricordare che sul fronte dell'organizzazione degli uffici sono stati raggiunti ottimi risultati. In particolare per quanto riguarda il versante dell'informatizzazione delle procedure dopo un periodo di sperimentazione negli ultimi mesi del 2009 che ha compreso anche un'attività di formazione del personale, è partita definitivamente la protocollazione informatica".

 

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