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Crisi porto Gioia, Governo annuncia provvedimenti

 

 

Crisi Porto di Gioia, Ministro Matteoli annuncia tagli imposte portuali e ancoraggio

08 feb 10 ''Il governo ha presentato un emendamento al decreto milleproroghe per fronteggiare le difficolta' in cui si dibattono i porti italiani, con particolare riguardo a quelli che prevalentemente movimentano i container come Gioia Tauro, Taranto e Cagliari''. Lo annuncia il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli precisando che ''la norma che abbiamo studiato con il ministero dell'Economia consente alle Autorita' portuali per l'anno in corso e per il 2011, in via sperimentale ed in attesa della piena attuazione dell'autonomia finanziaria, di diminuire fino all'azzeramento le tasse portuali e di ancoraggio. Il tutto nel rispetto dell'equilibrio di bilancio delle Autorita'''. Per il ministro ''in questo modo il governo da' una prima risposta concreta e immediata all'attuale fase di crisi della competitivita' dei porti e all'aggravarsi della situazione occupazionale del settore. L'emendamento prevede anche di posticipare al 2012 il previsto adeguamento delle tasse e dei diritti marittimi''. Il governo si riserva inoltre - conclude il ministro - ''di presentare a breve una proposta di legge di riforma complessiva dell'ordinamento dei porti comprensiva di una norma sull'autonomia delle Autorita' anche in relazione allo sviluppo infrastrutturale dei porti''.

Tripodi "Su porto di Gioia Governo latitante". “Alla latitanza e al lassismo del ministro Matteoli e del governo Berlusconi non c’è mai fine”. A sostenerlo, in una nota, il segretario regionale e responsabile Mezzogiorno del Pdci-Federazione della Sinistra, Michelangelo Tripodi, in merito “alle proteste dei lavoratori dopo la rottura delle relazioni con l’azienda terminalista del Porto di Gioia Tauro che ha annunciato le procedure per la messa in cassa integrazione ordinaria di 400 maestranze tra operai ed impiegati”. “Lavoratori e intere famiglie disperate – spiega Tripodi – come dimostra la protesta di otto lavoratori che ormai da una settimana stazionano su una gru a 50 metri di altezza in attesa che venga finalmente convocato dal Governo un tavolo di confronto per salvaguardare l’attività produttiva del porto e scongiurare il rischio degli ammortizzatori sociali anticamera di probabili licenziamenti”. “Anche in questa vicenda drammatica il governo Berlusconi-Bossi – aggiunge Tripodi – si conferma acerrimo nemico della Calabria e del Mezzogiorno e non affronta in alcun modo i problemi che riguardano migliaia e migliaia di lavoratori. “Un Mezzogiorno sempre più povero in cui cresce paurosamente la disoccupazione e il disagio sociale – afferma ancora Tripodi- dove i tagli e gli scippi del governo nazionale a favore delle regioni del Centro-nord hanno azzerato l’economia. Una vera e propria emergenza sociale che rischia veramente di esplodere da un momento all’altro. I cittadini calabresi e meridionali in generale non ce la fanno più. Quello che sta succedendo a Gioia Tauro è incredibile: l’azienda terminalista, la Medcenter Container Terminal, dopo aver sfruttato per 15 anni le maestranze del porto più importante del Mediterraneo, facendo la fortuna economica del gruppo Contship, gira le spalle ai lavoratori e alla realtà produttiva più importante della Calabria prendendo come scusa il persistente andamento negativo dei traffici. Un soluzione inaccettabile, sottolinea Tripodi, che metterebbe sul lastrico centinaia e centinaia di famiglie di lavoratori, la stragrande maggioranza delle quali sono monoreddito e vivono una situazione di assoluta incertezza”. “Vergogna, vergogna, solo vergogna – prosegue Tripodi – questo è quello che deve provare il ministro Matteoli e il governo che rappresenta. Ministro e governo più volte sollecitati dai lavoratori, dai sindacati e dalla Regione Calabria ad aprire sulla crisi che attanaglia il più grande scalo portuale del Mediterraneo un tavolo nazionale di confronto insieme a tutti i soggetti protagonisti di una vertenza che deve trovare al più presto una soluzione positiva. Un governo incapace non solo di affrontare la crisi in atto a Gioia Tauro ma più in generale quella della portualità italiana nel suo complesso”. “Non ci vogliono infatti luminari o chi sa quali esperti di economia – ribadisce ancora una volta Tripodi – per capire che la situazione si affronta ponendo al centro della questione il radicale abbassamento della tassa di ancoraggio che aumenta i costi per le aziende e le società indebolendo così la capacità competitiva dei porti italiani a partire da quello di Gioia Tauro. E’ questo a cui dovrebbe pensare il governo Berlusconi e non alle solite passerelle elettorale che rappresentano un’offesa per questo territorio”. “Le vere priorità per il Sud e la Calabria – sottolinea Tripodi - si chiamano occupazione e sviluppo. Occupazione e sviluppo che vergognosamente le destre stanno completamente azzerando con la colpevole complicità di amministratori locali e parlamentari meridionali e calabresi del Pdl sudditi della politica antimeridionalista di Berlusconi e della Lega Nord. Destra che si sta vergognosamente preparando alle prossime elezioni regionali all’insegna dei soliti proclami che verranno puntualmente disattesi e dei soliti beceri clientelismi che da sempre fanno parte del suo dna politico”. “E a proposito di dna politico – conclude Tripodi – come Comunisti Italiani siamo stati, siamo e saremo sempre a fianco dei lavoratori e delle fasce deboli della popolazione e lo stiamo facendo anche in questa occasione sostenendo attivamente la vertenza dei portuali di Gioia Tauro pronti ad alzare la voce e a scendere in piazza con loro in Calabria a Roma per rivendicare il sacrosanto diritto all’occupazione sinonimo di dignità, quella che non appartiene certo ad un governo mai come ora nella storia della Repubblica acerrimo nemico del Sud e della Calabria”.

 

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