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Continua la protesta al porto di Gioia

 

Continua la protesta degli operai sulla gru a Gioia. Uno si sente male. Il parroco si unisce a loro

04 feb 10 Uno degli otto lavoratori saliti per protesta a 44 metri di altezza su una gru del porto di Gioia Tauro è stato colto da malore. Sul posto é giunta un'ambulanza con medici e operatori sanitari che hanno soccorso il lavoratore. Secondo i medici che lo hanno assistito all'origine del malore è stato il disagio di vivere a 44 metri d’altezza. L'uomo, che poi ha deciso di rimanere, è stato assistito anche dal cappellano del Porto, don Natale Ioculano, salito sulla 22esima gru. Ed anche il cappellano ha deciso di rimanere con gli operai. Dopo aver ascoltato le loro ragioni Don Natale “ha deciso – ha riferito la Cgil- di rimanere con loro aggiungendo che continuerà anche lui la protesta fino a quando le istituzioni non si renderanno conto delle difficoltà degli operai".

Villecco Calipari (Pd) "Intervenga il Governo". “Il governo non sia sordo ai problemi dei 400 lavoratori e dei loro familiari del porto di Gioia Tauro e si attivi per la convocazione di un tavolo tra azienda ed organizzazioni sindacali per scongiurare l’ipotesi di perdita occupazionale”. L’ha dichiarato, intervenendo in Aula, la parlamentare del Pd Rosa Villecco Calipari. “ll Governo Berlusconi deve per una volta far seguire i fatti alle parole. Nonostante il premier e il Consiglio dei ministri continuino a sottolineare che la Calabria sia una loro priorità assoluta, com’è successo nei giorni scorsi da Reggio Calabria la politica miope dell’esecutivo rischia di pregiudicare il futuro del porto. Il porto di Gioia Tauro è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo della Calabria e dell’intero Paese. Sono due giorni che alcuni lavoratori, in rappresentanza di tutti gli altri, stremati dalla fatica ma determinati a difendere il loro lavoro, protestano su una gru a 44 metri di altezza. Chiediamo che il Governo convochi immediatamente un tavolo di discussione per allentare la tensione tra i lavoratori e che si metta in moto per attuare una politica efficace nei confronti del porto, com’è avvenuto in Germania per il porto di Amburgo. È l’unica possibilità che si ha perchè il nostro Mediterraneo non venga tagliato fuori dai traffici internazionali”.

Castagna "Nuovo schiaffo alla Calabria". “Quello che avviene ai lavoratori del Porto di Gioia Tauro è l’ennesimo schiaffo alla Calabria che vuole lavorare e risalire la china; per la prima volta dal suo insediamento la Contship presenta la richiesta della Cassa Integrazione ordinaria per 400 dei circa mille addetti all’attività portuale. È un segnale preoccupante e bisogna interrogarsi se questo si possa interpretare come una fase di riflessione, causata dal rallentamento della movimentazione del traffico container a livello internazionale, o sia la spia di un malessere più profondo destinato ad incidere sul futuro del porto”. Ad affermarlo, in una nota, è Roberto Castagna, segretario generale della Uil Calabria. “Il Porto di Gioia Tauro - aggiunge - nonostante la contrazione della produzione mondiale, mantiene ancora un primato nel panorama portuale nazionale con una percentuale di traffico pari circa ad un terzo del totale. In questa “particolare” situazione mondiale c’è chi, nel mediterraneo, scommette su una rapida ripresa del mercato ed ha deciso la costruzione di un nuovo scalo proprio la scorsa estate, il governo del Marocco, infatti, sulla scorta dell’ipotesi del raddoppio del volume di traffico nel Mediterraneo previsto entro il 2015-2017 ha catalizzato i propri sforzi per la costruzione di una nuova mega struttura portuale. Guardando il Mediterraneo non possiamo condividere come questo possa essere una risorsa per alcuni ed un fallimento per altri; non bisogna sottovalutare che la Contship, nella sua strategia globalizzata, ha anche interessi in Marocco, poiché possiede partecipazioni importanti tanto in Tange Med che in Nador, seguendo una logica di diversificazione industriale che l’ha portata a scendere da Genova a Gioia Tauro e potrebbe, in un prossimo futuro, indurla a cercare altri lidi. Ma in tutto questo, con le sue contraddizioni, una cosa - sottolinea - è certa nessuno può dimenticare i 400 lavoratori di Gioia Tauro, in questa Calabria con la politica impegnata a parlare quasi esclusivamente di elezioni la Uil chiede che l’attenzione sia rivolta ai problemi del lavoro, iniziando a dare risposte concrete subito a questi 400 lavoratori che rappresentano il futuro di altrettante famiglie. Che il Porto di Gioia Tauro con il futuro dei suoi lavoratori diventi argomento centrale di questa campagna elettorale - conclude il segretario generale della Uil Calabria - il popolo calabrese ha bisogno di sapere che un futuro migliore è possibile e questo si può avere solo con il lavoro, il governo nazionale ed il governo locale devono concorrere alla soluzione di questa vicenda rispettando la Calabria che lavora e vuole lavorare”. Castagna si dice “vicino ai lavoratori di Gioia Tauro” e “preoccupato per l’incolumità degli 8 che a nome di tutti gli altri sono saliti su una gru del Porto per protestare”.

Tassone "Intervenga il Governo". ''Il porto di Gioia Tauro continua ad essere soggetto a una gestione ne' lungimirante, ne' illuminante e, pertanto, rischia di sprofondare. Mentre la concorrenza di altri porti del Mediterraneo aumenta di giorno in giorno, continuiamo a registrare le disattenzioni sia della Regione Calabria che del Governo nazionale''. Lo afferma Mario Tassone, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali della Camera e vice segretario nazionale dell'Udc. ''Il porto di Gioia Tauro era ''vocato' a svolgere un ruolo importante per quanto riguarda il trans-shipment nell'area del Mediterraneo - dice Tassone - doveva essere un punto di riferimento non soltanto per il Mezzogiorno d'Italia e per il Paese stesso, ma, soprattutto, per tutta l'area del Mediterraneo. Invece, oggi, ci troviamo di fronte alla crisi dello scarico e carico delle merci e all'ottusita' con cui questo porto e' stato concepito e gestito. Il disagio e' enorme, perche' c'e' la minaccia concreta di perdere 400 posti di lavoro''. ''Vedo nel ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti molta assenza, apatia, indifferenza, burocratizzazione e nulla piu' - ha sottolineato l'esponente centrista -. Chiediamo ai Ministri Matteoli e Maroni di intervenire. Ricordo che c'e' una relazione della Commissione antimafia, licenziata nella scorsa legislatura, nella quale si afferma chiaramente, dopo una visita fatta dalla stessa, che il 95-97 per cento dell'attivita' portuale a Gioia Tauro e' condizionata e controllata dall'organizzazione criminale, da famiglie di cui si sa nome e cognome''.

Vico "Governo tuteli i porti del sud". “Il governo intervenga al più presto per dare garanzie sulla prosecuzione dell’attività dei porti Hub di Taranto, Gioia Tauro e Cagliari. La visione miope del presidente dell’Autorità portuale di Genova conferma, purtroppo, quanto la politica di sviluppo dell’economia-Pese sia per alcuni ancora una cosa tutta settentrionale. Questa impostazione è smentita dalla realtà, dati alla mano”. Lo dice Ludovico Vico, deputato Pd in commissione Attività produttive della Camera. “I porti che il presidente Merlo vorrebbe cancellare sono insostituibili – prosegue Vico -. La ‘Porta d’Oriente’ messa in campo dal governo Prodi rappresenta la combinazione di elementi che rendono unico il polo portuale del sud come varco insostituibile verso l’area balcanica e il nord-est europeo. Si rende perciò necessario fare in modo che questi porti diventino più competitivi, in particolare rispetto a quelli del nord Africa. Il governo convochi i rappresentanti degli operatori del sistema portuale e dell’indotto di Taranto, Gioia Tauro e Cagliari, oltre agli enti locali interessati. È necessario fare tutto il possibile per preservare i 6 mila posti di lavoro nei tre porti”.

Apa (Unl) “Porto di Gioia necessario allo sviluppo della Regione”. “Nell’esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà, ai lavoratori portuali rimasti sulla Gru CR 22 già dall’altro ieri, volevo ricordare che l’importanza del porto di Gioia Tauro va al di là dei confini regionali per la tipologia di attività che in esso viene portata avanti con professionalità e dedizione da lavoratori che ormai hanno acquisito un know how utile allo sviluppo non solo di questa regione ma dell’intera economia portuale”. Lo scrive in una nota il segretario generale dell’Unione nazionale dei lavoratori, Claudio Apa. “Il governo non può più lanciare solo proclami e poi girare gli occhi. Occorre un piano immediato per far rientrare la cassa integrazione per questi lavoratori e per scongiurare la crisi del porto di Gioia Tauro. Quindici anni fa era un grande progetto, non solo, anche una grande speranza. Oggi è la grande occasione buttata al vento" Dopo quindici anni di enormi sforzi resi ancora più pesanti dal fatto che per ben due volte gli Accordi di Programma definiti con lo Stato non sono stati accolti, siamo obbligati ad avviare una riflessione sul possibile futuro di Gioia Tauro che potrebbe indicarci scelte dolorose ma inevitabili". "Bisogna essere consapevoli che i grandi traffici che vengono smistati o trasbordati nel Mediterraneo non hanno bisogno né di Gioia Tauro né dei porti italiani. Solamente la credibilità, la reputazione di capacità operativa e gli sforzi fatti sinora senza esitazioni dai lavoratori Mct e dalle sue persone hanno attirato i clienti più importanti del mondo in una terra senza storia portuale e vista con tanto sospetto da molti". "I fatti di questi giorni mettono in discussione - non la nostra volontà, dimostrata nei quindici anni passati, a dare prova che il porto di Gioia Tauro è quasi uno dei primi al mondo nel fatto di movimentazione container, dando modo di investire in Calabria e di dare ai giovani di questa terra un'opportunità altrimenti inesistente. I fatti di questi giorni mettono in discussione che possiamo continuare a farlo". "I terminal di transhipment sono per ragioni di mercato strutture fragili che possono essere emarginate dalle grandi rotte di traffico containers nel giro di poche ore, la loro emarginazione può diventare totale e permanente", aggiunge il Segretario Generale UNL Claudio Apa, "Il Governo italiano, le altre Istituzioni, il potere politico ed i Sindacati tutti devono sollecitare chi di dovere e competenza, ad intervenire ad aiutare tutti i lavoratori portuali, con un nostro maggiore ulteriore impegno per aumentare i volumi movimentati a Gioia Tauro, potendo dare prova ancora una volta che è possibile assumere degli altri giovani lavoratori, che in questi giorni sono stati licenziati per il forte calo di lavoro - a questo punto, dobbiamo domandarci chi mai vorrà affidare i propri traffici ad un porto nel quale lo stato Italiano, con l’intero Consiglio Dei Ministri e assente”.

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