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Il branco torna a colpire a Taurianova

 

 

Il 'branco' torna a colpire a Taurianova, 6 ammonimenti per stalking

17 feb 10 Una ragazza di Taurianova, che aveva fatto arrestare e condannare il gruppo di persone che, otto anni fa, l’avevano violentata, è tornata a rivolgersi ai carabinieri perché ancora vittima di comportamenti persecutori da parte di parenti ed amici dei suoi violentatori. I militari, applicando la “Legge Carfagna”, hanno notificato ben sei “ammonimenti” ad altrettante persone. Una bruttissima vicenda. La ragazza originaria di un piccolo centro della piana di Gioia Tauro di neanche 2000 abitanti, nel 2002, all’età di soli 13 anni, grazie ad un coraggio fuori dalla norma, denuncia ai Carabinieri di aver subito violenze sessuali da parte di un gruppo di suoi concittadini. A seguito delle indagini svolte dai militari dell’Arma, dodici persone finiscono dietro le sbarre con le gravissime accuse di violenza sessuale di gruppo ai danni di minorenne, minacce aggravate, lesioni personali. Tra gli arrestati, anche padri di famiglia e giovani del luogo. Dalla vicenda emerge un quadro avvilente della realtà sociale in cui la giovane era vissuta. Troppi sapevano, troppi erano a conoscenza dei fatti, anche solo per “voci di paese”, perché in una piccola comunità di poco più di un migliaio di residenti, i rapporti di parentela e di amicizia legano buona parte degli abitanti. Tuttavia, si è preferito far finta di nulla, far finta di non sapere, in quanto l’omertà ed il silenzio erano, e sono, un mezzo “comodo” per far sopire le coscienze e continuare la vita di tutti i giorni, senza scontrarsi con problemi troppo grandi e troppo scomodi. Solo l’intervento dei militari riuscì, allora, ad abbattere il muro di omertà dietro il quale si nascondevano i violentatori. A distanza di anni la vita della giovane non è però cambiata: rimasta nel paese che in questi anni ha visto anche condannare, dalla giustizia, gli accusati dei gravissimi delitti, è obbligata a fronteggiare quotidianamente maldicenze popolari e soprusi, commessi anche da parte di parenti dei suoi aguzzini che, noncuranti delle inguaribili ferite già lasciate nel corpo e nell’anima della ragazza, continuano con comportamenti vessatori e infamanti che hanno cagionato nella donna un grave stato di ansia e di paura, al punto da indurla a modificare le proprie abitudini di vita. Tuttavia la giovane, senza perdersi d’animo e con il coraggio dimostrato già molti anni prima quando fece arrestare i suoi aggressori, è tornata a denunciare la sua situazione ai Carabinieri, riferendo loro tutto quanto quotidianamente era costretta a subire, senza soluzione di continuità. I militari, raccolte le denunce della ragazza, hanno subito applicato gli strumenti giuridici forniti dalla legge CARFAGNA-ALFANO, che ha portato nel nostro ordinamento la nuova fattispecie di “atti persecutori” c.d. di “STALKING” (termine inglese, traducibile come “sindrome del molestatore assillante”, che deriva dal linguaggio gergale della caccia e letteralmente significa “fare la posta”). La legge, introdotta il 20 febbraio 2009 per sopperire alla mancanza in Italia di una norma che punisse le condotte persecutorie poste in essere con motivazioni sessuali e non, è stata promossa dal Ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, e dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Con essa fu introdotta nel codice penale, con l’art. 612 bis, la nuova figura di reato denominata “Atti persecutori” ("stalking"), ma non solo. Un altro importantissimo strumento giuridico fornito dalla legge (D.L. 23.02.2009 nr. 11) è una particolare ed originale misura di prevenzione, che consente, ricorrendo determinate condizioni, di rendere le condotte di “stalking” proseguibili d’ufficio, quindi direttamente dalla polizia giudiziaria, senza che sia necessaria una querela da parte della vittima. In sostanza l’“AMMONIMENTO” - così si chiama la misura – è previsto dall’articolo 8 del Decreto Legge 11/2009, e consiste in un atto, emesso dal Questore e notificato dai Carabinieri ai soggetti che risultano aver avuto comportamenti persecutori, con il quale questi ultimi vengono avvertiti che, persistendo con il loro comportamento, le forze dell’ordine potranno procedere nei loro confronti per il reato di “stalking” senza bisogno che la vittima faccia querela. Le pene previste, senza aggravanti, possono arrivare fino a quattro anni di carcere. Se il fatto viene commesso da chi è stato preventivamente “ammonito”, la pena è aumentata. I casi di ammonimento, essendo la legge molto recente, sono ancora pochissimi in Italia (ad esempio in una città grande come Napoli ne sono stati emessi solo circa una trentina), dopo il primo che fu emesso dal Questore di Firenze nel mese di marzo dell’anno scorso. A rendere particolare il caso di San Martino di Taurianova sono diversi aspetti. Prima di tutto il provvedimento colpisce persone che già in precedenza erano state indagate per reati di violenza sessuale. Inoltre i provvedimenti – caso finora unico - sono ben sei, tutti diretti ad altrettanti molestatori per atti commessi nei confronti di una unica vittima. Ad emettere gli ammonimenti è stato il Questore di Reggio Calabria, a seguito dell’informativa dei Carabinieri di San Martino.

 

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