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    Rifiuti, Rapporto Ispra

     

     

    Rapporto Ispra sui rifiuti, in calo prodzione in Italia e in Calabria

    28 apr 10 Si arresta la produzione di rifiuti in Italia a 32,5 milioni di tonnellate con una contrazione dello 0,2% totale. La produzione cala sopratutto al Sud, dove diminuisce del 2,2% mentre scende dello 0,7% al centro. Per il Nord si registra invece una crescita di produzione pari all'1,5%. Questo, in sintesi, il dato principale del Rapporto rifiuto urbani 2009 dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), presentato oggi a Roma. Sulla diminuzione, spiega il Rapporto, può aver inciso una correlazione tra produzione di rifiuti urbani e indicatori socioeconomici come il pil e la spesa delle famiglie che "nel 2008 si è ridotta dell'1%" a causa della crisi economica. Anche la produzione pro capite fa segnare un calo: ci si ferma a 541 chilogrammi per abitante all'anno. Mentre a livello regionale la produzione pro capite più alta è per la Toscana, con 686 chilogrammi a testa in un anno, invece il valore più basso si registra in Basilicata con 386 chilogrammi a testa, Molise (420) e Calabria (459)

    Discariche: l’Italia al 45%, è oltre la media europea del 42%. La Regione Lombardia ne è quasi priva (solo l’8%). Ancora: nel 2008 gli italiani spendono in media oltre 130 euro a persona per i rifiuti. Superato il target europeo di riciclaggio e recupero degli imballaggi, ma il 2008 segna un rallentamento nonostante i miglioramenti delle filiere carta e vetro. Questo il dettaglio

    Produzione rifiuti: valori nazionali
    Si arresta la produzione di rifiuti urbani in Italia. Dal 1996 ad oggi, secondo i dati del Rapporto Rifiuti ISPRA, per la prima volta si registra un segnale di arresto rispetto all’anno precedente: nel 2008 sono stati prodotti poco meno di 32,5 milioni di tonnellate con una leggera contrazione (- 0,2%) rispetto al 2007. Calano soprattutto nel Mezzogiorno (-2,2% tra il 2007 ed il 2008), molto meno nel Centro (-0,7% circa), mentre al Nord il dato appare in controtendenza, facendo rilevare una crescita di produzione pari all’1,5%. La diminuzione può essere legata a diversi fattori: si è rilevata negli anni una correlazione, più meno evidente, tra produzione di rifiuti urbani e gli indicatori socio economici come il PIL e la spesa delle famiglie. Quest’ultima, nel 2008, si è effettivamente ridotta dell’1% a causa della crisi economica.

    Produzione rifiuti pro capite
    Stessa contrazione anche per la produzione pro capite, che fa seguito al calo già riscontrato tra il 2006 ed il 2007: si attesta a 541 kg/abitante per anno, erano 546 kg/abitante per anno nel 2007 e 550 kg/abitante per anno del 2006. Il fenomeno in questo caso è legato anche ad un aumento della popolazione residente, che ha di conseguenza fatto diminuire il valore pro capite di produzione dei rifiuti. Tra 2006 ed 2008 i residenti in tutte le regioni italiane sono cresciuti di oltre 910 mila unità, di cui oltre la metà (550 mila) attribuibili al solo Nord.
    A livello regionale i valori di produzione pro capite più elevati si osservano per la Toscana, con oltre 686 kg per abitante per anno, seguita dal’Emilia Romagna con 680 kg per abitante per anno e l’Umbria con 613 kg per abitante per anno. Va sottolineato, però, che in Toscana ed Umbria si osserva un progressivo calo già a partire dal 2006, anno in cui la produzione pro capite si attestava, rispettivamente, a 704 kg/abitante per anno e 647 kg/abitante per anno. I valori di produzione pro capite più bassi in Italia si riscontrano, nel 2008, in quattro regioni del Sud: Basilicata (386 kg/abitante per anno), Molise (420 kg/abitante per anno), Calabria (459 kg/abitante per anno) e Campania (468 kg/abitante per anno).

    Raccolta differenziata: dati nazionali e per macro aree
    Continua il trend di crescita della raccolta differenziata anche nel 2008, che raggiunge il 30,6% della produzione totale dei rifiuti urbani, mentre nel 2007 si assestava al 27,5% circa. Tuttavia, non viene ancora conseguito l’obiettivo fissato dalla normativa per il 31 dicembre 2008 (45%). La situazione appare notevolmente diversificata nelle tre macroaree geografiche. Mentre il Nord, con una percentuale pari al 45,5%, supera l’obiettivo fissato dalla normativa, il Centro, con il 22,9% ed il Sud, con il 14,7%, risultano ancora decisamente lontani da tale target.

    Raccolta differenziata: i dati delle Regioni1
    A livello regionale sono il Trentino Alto Adige ed il Veneto le regioni con le più alte percentuali di raccolta differenziata, pari rispettivamente al 56,8% e 52,9%. Tra le regioni del Nord, quelle che nell’ultimo anno fanno registrare i maggiori progressi sono l’Emilia Romagna (+5,7 punti) e il Friuli Venezia Giulia (+4,9 punti) che si attestano a percentuali di raccolta pari, rispettivamente, al 42,7% e 42,6%. Per quanto riguarda il Centro, la Toscana fa registrare il miglior tasso di raccolta differenziata, pari al 33,6%, mentre le Marche hanno il primato della miglior performance fra le regioni del centro Italia (+5,3 punti percentuali). Il peggior risultato spetta al Lazio (12,9% di raccolta differenziata). Al Sud la regione Sardegna fa registrare un consistente progresso, toccando nel 2008 la quota del 34,7% e conquistando il primato della regione che ha segnato il miglior progresso in Italia (6,9 punti in più rispetto al 2007). Crescita rilevante anche in Campania (incremento della percentuale di raccolta di 5,5 punti tra 2007 e 2008), dove sono soprattutto le provincie di Avellino (36,9%) e Salerno (33,3%) a tenere alta la media regionale, a fronte delle problematiche connesse alle condizioni emergenziali ancora presenti nelle province di Napoli e Caserta (rispettivamente al 14,8% ed all’11,5%).

    Raccolta differenziata: le 27 con più di 150 mila abitanti
    Tra le città con più di 150 mila abitanti, è ancora Reggio Emilia con il, 47,3% che fa registrare la più elevata percentuale di raccolta differenziata. Superano la soglia del 40% anche Ravenna (43,8%), Parma (43,2%), Modena (42,2%), Torino (40,7%), Padova (40,6%) e Brescia (40,3%). Sono comunque 15 le città italiane a superare la soglia del 30% di differenziata nel 2008 (erano 12 nel 2007) e tra queste ci sono due delle quattro maggiori città italiane, ovvero Torino e Milano. Roma migliora di poco arrivando al 17,4% (16,9% nel 2007), mentre Napoli fa rilevare un calo, attestandosi al 9,6% (era all’11,5% nel 2007). Tra le città del Sud, in crescita, seppur ancora contenute, appaiono le percentuali di raccolta di Cagliari (dall’11,3% del 2007 al 17,8% del 2008), Bari (dal 12,1% al 16,8%) e Foggia (dall’8,6% al 12,5%), mentre per gli altri centri (Catania, Palermo, Taranto e Messina) si osservano, ancora, tassi di raccolta decisamente bassi, ben al di sotto del 10%.

    Gestione dei rifiuti urbani: il conferimento in discarica
    La discarica si conferma la forma più diffusa di smaltimento dei rifiuti urbani, nonostante sia l’opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale. Nel 2008 vi sono state inviate 16 milioni
    di tonnellate di rifiuti, pari al 45% circa di quelli complessivamente gestiti. Si nota, comunque, una riduzione rispetto al 2007 (-930 mila tonnellate, pari al -5,5%). La diminuzione è imputabile soprattutto al Sud con -9% e al Nord con - 7%. Il Centro, al contrario, ha aumentato di 75 mila tonnellate la quota inviata in discarica (+1,5%).
    Nel computo dello smaltimento non possono non essere considerate anche le cosiddette “ecoballe” stoccate in Campania. Difatti, quando le forme di stoccaggio d’emergenza vengono prolungate, diventano a tutti gli effetti forme di smaltimento in discarica. Questi siti hanno accolto annualmente, a partire dall’anno 2002, quote rilevanti di rifiuti, sfiorando alla fine del 2008 i 6 milioni di tonnellate. Successivamente, a seguito degli interventi effettuati dal Governo, lo stoccaggio ha cominciato a diminuire.
    La regione Lombardia, mantiene il primato virtuoso di regione che smaltisce in discarica la percentuale inferiore di rifiuti urbani prodotti, pari all’8% del totale, facendo registrare ancora un miglioramento (-14%) rispetto al 2007. Ottimi risultati anche in Friuli Venezia Giulia, con una quota smaltita pari al 16% della produzione, in Veneto (22% di smaltimento) ed in Trentino Alto Adige (36%) dove le percentuali di raccolta differenziata raggiungono elevati livelli.
    Miglioramenti si osservano in Sardegna, dove lo smaltimento in discarica passa dal 58% del 2007 al 52% del 2008: risultato dovuto in gran parte ai progressi fatti registrare in termini di raccolta differenziata. In termini assoluti, il Lazio si conferma la regione che smaltisce in discarica la quantità maggiore di rifiuti, oltre 2 milioni e 800 mila tonnellate, corrispondenti all’86% dei rifiuti prodotti. Il solo comune di Roma ne manda quasi 1,5 milioni.
    Elevate percentuali di smaltimento in discarica si rilevano, anche, in Molise (90%), Sicilia (89%) e Puglia (80%).

    Gestione dei rifiuti urbani: il compostaggio, la digestione anaerobica e l’incenerimento
    Tra le operazioni di recupero, cresce il compostaggio dei rifiuti da matrici selezionate, sia nella quantità sia nel numero di impianti presenti sul territorio. Complessivamente, nel 2008, risultano operativi 229 impianti di cui, 154 localizzati nelle regioni del Nord, 38 al Centro e 37 al Sud. Il compostaggio ha interessato un quantitativo di rifiuti urbani pari a circa 2,7 milioni di tonnellate ed è aumentato del 12% rispetto al 2007. L’aumento si registra in tutte le aree del Paese ed è particolarmente rilevante nelle regioni del Sud: +46,5% rispetto al 2007, soprattutto in Molise, Puglia e Sardegna. Minori sono gli incrementi percentuali per il Nord (7,9%) ed il Centro (11,5%). In costante evoluzione anche la digestione anaerobica: tra 2007 e 2008 raddoppia la quantità di rifiuti avviati al trattamento, che passano da 231 mila a 439 mila tonnellate. I rifiuti urbani e il CDR avviati ad incenerimento nel 2008 sono 4,1 milioni di tonnellate (il 12,7% di quelli prodotti). Sono 49 gli impianti presenti sul territorio, 28 dei quali al Nord. I 45 impianti operativi che hanno recuperato energia, hanno prodotto circa 3,1 milioni di MWhe di energia elettrica e 937 MWht di energia termica.

    Costi gestione del servizio di igiene urbana
    Nel 2007 i rifiuti sono costati in media agli italiani 131,5 euro a persona. I grandi comuni con più di 50 mila abitanti pagano di più, circa 152 euro pro capite, mentre i piccoli centri al di sotto dei 5 mila abitanti spendono mediamente 96 euro a persona. In media la spesa per gestire i rifiuti urbani è cresciuta del 2,8% rispetto al 2006. La ripartizione dei costi è la seguente: il 46% è imputabile alla gestione dei rifiuti indifferenziati, il 19,1% alla gestione delle raccolte differenziate, il 15% allo spazzamento e lavaggio delle strade e la rimanente percentuale ai costi generali del servizio. I costi specifici diretti di gestione per kg di rifiuto ammontano a 16,49 eurocentesimi/kg per la gestione dei rifiuti indifferenziati ed a 13,65 eurocentesimi/kg per la gestione della frazione differenziata, di poco superiori ai valori calcolati per il 2006, in cui ammontavano rispettivamente a 16,04 e 13,01 eurocentesimi/kg.
    Nel 2009 il numero di comuni che applicano la tariffa (TIA) è pari a 1.197 (14,8% del totale) che in termini di popolazione corrisponde a circa il 29%.

    Recupero rifiuti di imballaggio
    Diminuisce di poco, nel 2008, la quantità di rifiuti di imballaggio avviata complessivamente a recupero: -0,7%, per un totale di 8,3 milioni di tonnellate. Relativamente al recupero dei singoli materiali, tra il 2007 ed il 2008, si registra un incremento per vetro (+6,7%), carta (+2,4%) e plastica (+0,4%) ed una diminuzione per legno (-12,7%), acciaio (-4,3%) e alluminio (-2,8%). Gli imballaggi cellulosici sono in assoluto i più recuperati perché rappresentano il 44% circa del totale. Rispetto al totale degli imballaggi immessi al consumo, nel 2008 ne è stato recuperato il 69%, superando ampiamente, a livello nazionale, l’obiettivo del 60%, fissato dalla legislazione del 31 dicembre 2008.

    Il contesto europeo
    I dati resi disponibili da Eurostat si riferiscono all’anno 2007. Con l’ingresso di Bulgaria e Romania, la produzione di rifiuti urbani nell’UE 27 raggiunge circa 258 milioni di tonnellate. La situazione risulta piuttosto eterogenea: la produzione pro capite passa dal valore minimo di 294 kg per abitante della Repubblica Ceca, agli 801 kg per abitante riscontrati in Danimarca. In diversi Stati membri si riscontrano valori di produzione pro capite non troppo distanti da quelli italiani, come in Francia, Germania, Regno Unito, Estonia e Svezia. Valori superiori ai 600 kg procapite si registrano in Irlanda, Cipro, Malta e Paesi Bassi, mentre in Slovacchia, Polonia, Lettonia e Romania la produzione di rifiuti urbani procapite non supera i 400 kg per abitante. Nel 2007, circa il 42% dei rifiuti urbani è stato smaltito in discarica, il 20% è stato incenerito, mentre il 38% è stato avviato a riciclaggio (incluso il compostaggio ed il trattamento meccanico biologico). Le discariche rappresentano la forma di gestione ancora maggiormente utilizzata, soprattutto nei nuovi Paesi membri. Va segnalato, però, che in alcuni Paesi, quali Germania, Paesi Bassi, Svezia, Belgio e Danimarca, il ricorso allo smaltimento in discarica diminuisce fino a raggiungere una quota inferiore al 10%.

    Dati a cura dell'Ispra

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