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    Ancora 300 migranti con paghe da fame sfruttati da caporali. 9 ottengono protezione

     

     

    Ancora 300 migranti con paghe da fame sfruttati da caporali. 9 ottengono protezione

    26 apr 10 Lo sfruttamento degli immigrati a Rosarno si basa sul lavoro dei caporali. Ed e' proprio la loro attivita' l'oggetto dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Palmi che ha portato agli arresti di oggi. I caporali agiscono nell'ombra, ma tutti li conoscono. La loro attivita' era molto intensa quando a Rosarno, fino allo scorso mese di gennaio, gli immigrati che lavoravano nei campi erano migliaia, accampati in condizioni disumane nei centri di ricovero dell'ex fabbrica Rognetta e dell'ex Opera Sila. La rivolta di un gruppo di nordafricani, seguita al ferimento di due loro connazionali, e la reazione violenta di un gruppo di abitanti di Rosarno, con decine di ferimenti e pestaggi con lo scatenamento di una vera e propria ''caccia al nero'', ha cambiato tutto. Gli immigrati irregolari, che rappresentavano la maggioranza della comunita' che viveva a Rosarno, sono stati allontanati e la situazione adesso e' tornata tranquilla. Adesso gli immigrati che vivono in paese, tutti regolari, sono circa trecento, ma le condizioni in cui vivono sono diverse rispetto a quanto avveniva prima. Abitano in case piu' o meno dignitose, e non piu' in tuguri, si stanno integrando, anche se con difficolta', nel tessuto sociale di Rosarno e di tutta la Piana di Gioia Tauro. C'e' ancora chi manifesta nei loro confronti ostilita' e fastidio, ma il clima in paese, in questo senso, e' cambiato. Gli immigrati non hanno piu' paura a farsi vedere in paese. Fanno la spesa, girano con mogli e figli. Si avvia per loro, in sostanza, un minimo di integrazione sociale, ma il processo e' lento ed a rendere difficile la situazione e' la diffidenza che ancora serpeggia tra molti degli abitanti di Rosarno ed altri centri della Piana. A contribuire all'integrazione sociale degli immigrati c'e' proprio l'interesse dei proprietari terrieri ad utilizzarli per il lavoro di raccolta nei campi. Se non ci fossero gli extracomunitari, i proprietari dei fondi non troverebbero manodopera perche' sono pochi gli abitanti di Rosarno e di altri centri disposti a lavorare nei campi a quelle condizioni: fino a gennaio 20 euro al giorno per 14 ore di lavoro, con i caporali, abili nell'organizzare la raccolta della manodopera ed a metterla a disposizione dei produttori agricoli, che facevano una cresta di 10 euro a lavoratore. Un'attivita' che oggi costa e riduce ulteriormente i margini di guadagno dei proprietari dei terreni, che gia' si sono visti retringere i criteri di distribuzione dei contributi da parte dell'Unione europea, erogati non piu' in proporzione al quantitativo di prodotto conferito ma in quota fissa in base all'estensione del fondo in cui avviene la raccolta. Meccanismo che esclude la possibilita' di truffe, ma che ha avuto come effetto un'ulteriore riduzione del salario per gli immigrati, che ricevono paghe da fame cui, comunque, non possono rinunciare. Sono i caporali, dunque, i veri dominus della situazione: conoscono uno per uno gli immigrati e sono loro a portarli nei campi, assegnandoli ai vari proprietari. Una situazione in cui c'e' un'ingerenza anche delle cosche della 'ndrangheta, pronte a lucrare anche sui bisogni degli immigrati, anche se dall'inchiesta odierna la mafia pare restare fuori.

    Nove immigrati ottengono protezione. Sono 9 gli immigrati vittime degli scontri di Rosarno dello scorso gennaio che hanno collaborato con la giustizia e hanno ricevuto un permesso di soggiorno per protezione sociale. Ne d… notizia l'Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), che Š direttamente intervenuta per dare assistenza legale ad alcuni di loro. "Gli immigrati, dietro un compenso irrisorio, lavoravano a Rosarno in condizioni di semischiavit— - spiega Simona Moscarelli dell'Oim - vittime di sfruttatori che approfittavano della loro condizione di irregolarit… per violare i pi— elementari diritti della persona, e costretti a lavorare 14 o 15 ore al giorno per pochi euro, senza sosta e in ogni condizione meteorologica. A Rosarno c'era una vera e propria graduatoria dei lavori forzati: i sub-sahariani erano adibiti alle mansioni pi— faticose per via della loro struttura fisica". L'Oim ha rintracciato i braccianti nel Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Bari, dove erano stati portati dopo gli scontri del 7 gennaio scorso. In seguito a una serie di interviste Š stato possibile raccogliere storie ed evidenze che hanno dimostrato quanto fosse disumano il trattamento subito dagli immigrati da parte dei caporali e quali fossero gli abusi del sistema di sfruttamento di cui erano diventati vittime. I casi sono stati poi segnalati dall'organizzazione alla Squadra Mobile di Reggio Calabria e alla Procura di Palmi. "I migranti che hanno fornito alle autorit… elementi utili all'identificazione degli sfruttatori - spiega Moscarelli - sono stati collocati in strutture protette della rete antitratta". "I migranti vittime di sfruttamento sono i realt… molti di pi— di quelli intervistati - racconta Carmela Godeau, vicedirettore dell'Ufficio Regionale del Mediterraneo dell'Oim - solo nel Cie di Bari erano infatti 43 i migranti provenienti da Rosarno e verosimilmente sottoposti allo stesso trattamento disumano e degradante, e molti di loro si trovano anche in Sicilia, nel casertano e a Roma. C'Š da ricordare che lo sfruttamento era comunque perpetrato anche a danno di migranti con regolare permesso di soggiorno, che rappresentavano anzi la maggioranza dei soggetti sfruttati nell'area di Rosarno"

     

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