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    Da lunedì protesta della CGIL davanti le Prefetture

    21 apr 10 Si svolgeranno lunedi' 26 aprile nei pressi delle prefetture calabresi, cosi' come accadra' in tutta Italia, i presidi della Cgil contro il disegno di legge del governo sul processo del lavoro che, secondo l'organizzazione sindacale, toglie ''diritti e liberta' ai lavoratori''. Le manifestazioni si svolgeranno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e serviranno a fornire ''un'adeguata informazione - sostiene una nota della Cgil - che rompa il silenzio su una misura che limita pesantemente i diritti dei lavoratori e che ripropone il tentativo di aggirare l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori''. Il segretario generale della Cgil della Calabria, Sergio Genco, e la segretaria Mimma Iannello evidenziano che ''la Cgil da mesi sta denunciando gli effetti di questa vera e subdola 'controriforma' contenuta nel disegno di legge a firma del Ministro Sacconi rinviato alle Camere per le dovute modifiche del testo dal Presidente della Repubblica Napolitano per i gravi vizi di incostituzionalita' riscontrati, gia' prima denunciati dalla Cgil, da giuristi, magistrati e costituzionalisti che ne avevano lanciato l'allarme. Il Ddl del Governo, fra i 50 articoli ed i 140 commi di cui e' composto, nonostante le prime modifiche apportate oggi in Commissione Lavoro della Camera che limitano il ricorso all'arbitrato in caso di licenziamento e venga recepito l'emendamento dell'opposizione (all'art. 20) sull'esposizione all'amianto anche sulle navi di Stato, mantiene misure limitative dei diritti del lavoro a partire dalla previsione della stipula di contratti individuali in cui fin dall'atto dell'assunzione vengono preventivamente definite le condizioni a cui il lavoratore dovra' attenersi in caso di controversia''. ''Nello specifico, ed in presenza - proseguono in sindacalisti della Cgil - di un debole potere contrattuale del lavoratore verso il datore di lavoro, il lavoratore deve acconsentire all'atto della firma del contratto, all'accettazione della clausola compromissoria con la quale in caso di controversia e quindi, di negazione di propri diritti contrattuali, alla rinuncia di ricorso davanti al giudice e comunque, qualora dovesse pure arrivare alla magistratura, questa potrebbe solo pronunciarsi sul presupposto di legittimita' e non nel merito della controversia stessa di lavoro. Di fatto significa un arretramento grave sul versante delle tutele, dei diritti e delle condizioni di impiego contemplate nel contratto nazionale di lavoro e quindi, anche di palese violazione dell'art. 24 della Costituzionale con cui si riconosce a tutti il diritto al ricorso 'in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi'''. ''Per le condizioni di estrema fragilita' - concludono - e precarieta' del mercato del lavoro presenti in Calabria dove sono diffuse forme di lavoro nero, sommerso e precario, che espongono i lavoratori e le lavoratrici ad una ricattabilita' continua, la mobilitazione della Cgil contro il disegno di legge del Governo acquista particolare importanza per affermare la piena valenza ed esigibilita' del valore del contratto nazionale di lavoro, a maggior ragione dove questo rappresenta strumento essenziale di tutela per ogni lavoratore''.

     

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