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    Cinque imprenditori di Gioia arrestati per truffa alla 488. Sequestrati beni per 700 mln

     

     

    Cinque imprenditori di Gioia arrestati per truffa alla 488. Beni per 700 mln sequestrati in tutta Italia

    05 ago 10 E' stata denominata in codice "Aristeo" l'operazione che questa notte ha a visto impiegati oltre 200 finanzieri tra le province di Catanzaro, Reggio Calabria, Teramo, Pescara, Catania, Lucca e Roma, per dare esecuzione a 5 arresti e ad un decreto di sequestro preventivo di opifici industriali, strutture turistico-alberghiere, immobili e quote societarie, nonchè per svolgere anche perquisizioni, sequestri di documentazione e notifiche di informazioni di garanzia.

    L’operazione del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro ha portato all’emissione – da parte del G.I.P. presso il tribunale di Palmi, su richiesta della locale procura della repubblica - di misure cautelari personali nei confronti di 5 imprenditori, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche dello stato e dell’unione europea, nonché alla commissione dei reati di malversazione ai danni dello stato, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e falso ideologico in atto pubblico.

    Oltre 200 fiamme gialle sono impegnate nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria, Teramo, Pescara, Catania, Lucca e Roma, per dare esecuzione anche ad un decreto di sequestro preventivo di opifici industriali, strutture turistico-alberghiere, immobili e quote societarie per un valore complessivo stimato in circa 700 milioni di euro, nonché per svolgere anche perquisizioni, sequestri di documentazione e notifiche di informazioni di garanzia.

    Si tratta della più importante operazione finora svolta in Italia nel settore delle frodi ai danni dello stato e dell’unione europea e che, tra l’altro, ha avuto il pregio di riuscire ad individuare ed a neutralizzare una pericolosa consorteria criminale ideata e promossa da diversi imprenditori originari e/o residenti nella piana di Gioia Tauro che, nel corso degli anni - pur avendo “collezionato” su tutto il territorio nazionale numerose segnalazioni all’autorità giudiziaria da parte di diverse forze di polizia – continuavano a perpetrare rilevanti delitti di natura patrimoniale e fiscale.

    L’indagine, avviata nell’ottobre 2007, nasce da attività di intelligence svolta dalla sezione frodi comunitarie del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro nei confronti della “S.i.m. s.r.l.” e della “I.c.o. s.r.l.” e mirava a verificare la legittima percezione di milionari contributi pubblici per la realizzazione di specifici programmi di investimento in Calabria.

    Le indagini penali scaturite - coordinate dal procuratore della repubblica presso il tribunale di palmi, dott. Giuseppe Creazzo e dal sostituto procuratore, dott. Stefano Musolino - sono state estese nei confronti di ulteriori soggetti economici direttamente riconducibili all’organizzazione criminale in argomento, atteso che l’attività di monitoraggio permetteva di riscontrare come la stessa, nel corso degli anni, abbia creato un vero e proprio “impero economico” - attraverso l’avvio e la gestione di numerose attività in Calabria, in Abruzzo, in Puglia ed in Sicilia – grazie alla concessione di ingenti contributi pubblici di cui alla legge nr. 488/92, ammontanti complessivamente a 85.851.852,33.

    I principali strumenti illeciti utilizzati sono stati la sovrafatturazione dei costi ed il fittizio apporto di “mezzi propri” da parte dei soci.

    Lo sviluppo degli accertamenti ha consentito di fare emergere l’esistenza di una vera e propria consorteria criminale particolarmente specializzata nell’organizzare truffe finalizzate all’indebito conseguimento di pubbliche contribuzioni.

    Attraverso un collaudato sistema facente uso di numerosi soggetti economici creati ad hoc - fra i quali si collocano, come semplici episodi di un piu’ vasto progetto illecito, proprio la “S.i.m. s.r.l.” e la “I.c.o. s.r.l.” - e’ stato realizzato il disegno fraudolento finalizzato alla plurima ed indebita percezione di cospicue risorse pubbliche di cui alla predetta legge nr. 488/92.

    Successivamente sono stati svolti ulteriori accertamenti nei confronti della “Olearia Jonica s.r.l.”, della “Abruzzo impianti s.r.l.” e della “Oliveri Vincenzo s.r.l.”, società beneficiarie di contributi pubblici, destinati alla realizzazione di singoli programmi di investimento in Caltagirone (ct), in Mosciano Sant’angelo (te) ed in Borgia (cz).

    Gli accertamenti eseguiti hanno, altresì, permesso di riscontrare come l’organizzazione criminale individuata abbia posto in essere - mediante l’esecuzione di articolate transazioni finanziarie sia in Italia che all’estero, attraverso diversi soggetti economici e persone fisiche compiacenti.

    L’esito delle indagini - tutt’ora in fase di svolgimento con riguardo alle ulteriori società riconducibili al “Gruppo Oliveri” beneficiarie di contributi pubblici - ha permesso sinora di segnalare alla competente autorità giudiziaria nr. 19 persone fisiche e nr. 7 soggetti giuridici, questi ultimi ritenuti responsabili degli illeciti previsti e puniti dal d.lgs. 231/2001 (disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica), nonché di accertare oltre all’indebito beneficio di pubbliche provvidenze, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 35.000.000 .

     

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