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Centrale nucelare ai confini con la Calabria?

Centrale nucleare a Scanzano Jonico ai confini con la Calabria? Il Ministero smentisce

11 set 09 ''Indiscrezioni riferiscono che il Governo avrebbe pronta la lista dei dieci siti candidati ad ospitare le quattro centrali con cui l'Italia intende tornare a produrre energia nucleare”. Tra questi anche il sito di Scanzano allo Jonio in provincia di Matera ai confini con la Calabria, notoriamente terra ballerina. E’ quanto denuncia il senatore del PD Roberto della Seta che preannuncia un interrogazione urgente al ministro delle Attivita' Produttive. Oltre a Scanzano il senatore Della Seta rivela anche i nomi dei siti che sono trapelati. Si tratta di Monfalcone (Gorizia), Palma (Agrigento), Oristano, Chioggia, Caorso, Trino Vercellese, Montalto di Castro, Termini Imerese e Termoli. “Il governo , scrive Della Seta, riferisca al piu' presto se intende confermare questo elenco stilato contro la volonta' dei cittadini e contro l'opposizione di diverse amministrazioni in carica''. ''La bozza sui piani nucleari del governo - continua l'esponente ecodem - circola da diversi giorni e non c'e' traccia di smentita da parte di Scajola sulla veridicita' o meno delle notizie circolate sulla stampa , sebbene alcune tra le localita' 'prescelte' abbiano manifestato chiaramente la propria indisponibilita' a ospitare una centrale nucleare di terza generazione. A prescindere da come si giudichi la scelta del ritorno al nucleare e' innegabile che una volta di piu' il governo confermi che voglia agire 'manu militari', stilando una prima lista e lasciando poi libere le imprese di proporre i siti dove costruire le centrali. Il governo intende accentrare cosi' su di se' ogni politica energetica,in barba ai principi costituzionali che vedono l'energia materia concorrente fra Stato e Regioni''. ''Il Governo, con l'Italia lontanissima dagli obiettivi vincolanti fissati dalla Ue per le emissioni di anidride carbonica investe tutte le risorse sull'atomo e le sottrae alle rinnovabili e all'efficienza energetica, scegliendo una strada lunga e costosa. Percorso che, appena verranno ufficializzati i siti destinati a ospitare le centrali nucleari e le loro scorie, sara' reso ancora piu' impervio dalle inevitabili e sacrosante proteste dei cittadini che non credono alla favola del nucleare pulito e sicuro che Berlusconi e Scajola vanno raccontando da mesi'', conclude Della Seta.

Il ministero smentisce. Qualsiasi ipotesi sulla localizzazione di siti per la costruzione di nuove centrali nucleari, prima del varo dei decreti previsti dalla legge sviluppo ''e' destituita di ogni fondamento''. Lo precisa il Ministero dello Sviluppo Economico in una nota diffusa ''a seguito delle insistenti indiscrezioni stampa riguardanti la presunta localizzazione dei siti nucleari in Italia''. Il Ministero conferma quanto gia' puntualizzato lo scorso 4 settembre ricordando che ''la Legge Sviluppo, entrata in vigore lo scorso 15 agosto, all'articolo 25 stabilisce che 'Il Governo e' delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle norme in tema di valutazione di impatto ambientale e di pubblicita' delle relative procedure, uno o piu' decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonche' dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle popolazioni interessate...''. ''In base a tali criteri - prosegue il Ministero - le imprese energetiche potranno successivamente proporre la localizzazione dei siti. Qualsiasi ipotesi precedente l'attuazione dei decreti legislativi sopraccitati e', quindi, destituita di ogni fondamento''.

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