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Nave dei veleni, un vaso di pandora

 

 

Nave dei veleni problema nazionale? Un relitto anche a Livorno, procura apre inchiesta. La Astrea al lavoro

21 set 09 La procura di Livorno ha aperto un fascicolo d'indagine relativo alla dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta Francesco Fonti che indica il mar Tirreno davanti a Livorno come luogo dove sarebbero stati affondati migliaia di fusti contenenti sostanze tossiche. Lo conferma il procuratore Francesco De Leo. ''Per ora - dice il magistrato - si tratta di un modello 45, ovvero atti relativi alle dichiarazioni del pentito apprese dalla stampa. Siamo insomma ancora in una fase dobbiamo raccogliere informazioni''. Al momento dunque non ci sono ancora capi d'imputazione indicati nel fascicolo, ma e' chiaro che per decidere in quale direzione muoversi la procura livornese deve attendere un confronto con la procura di Paola (Cosenza), titolare dell'indagine nell'ambito della quale rientrano anche le dichiarazioni del pentito. Solo successivamente, e anche sulla base delle indicazioni dei colleghi calabresi, la magistratura livornese decidera' quali strade intraprendere. Intanto il capogruppo del Prc in Consiglio regionale, Monica Sgherri, chiede al presidente Claudio Martini di acquisire ''le informazioni possibili circa questa inquietante vicenda'' e di riferire in aula ''gia' nella prossima seduta''. Secondo Sgherri ''siamo di fronte a dichiarazioni che descrivono un fatto che, se confermato, sarebbe di una gravita' inaudita''

Analisi della Astrea per misurare radioattività pesci. Analisi su pesci e oggetti che stanno attorno al relitto della sospetta 'Cunsky' saranno effettuati dalla nave Astrea al largo di Cetraro, in provincia di Cosenza. L'imbarcazione si trova ancora nel porto di Vibo Valentia in attesa di sapere se e' possibile iniziare oggi i rilievi a causa delle condizioni climatiche e del mare che non erano favorevoli stamattina, quando era prevista la prima battuta. Gli strumenti di cui la nave dell'Ispra e' dotata consentiranno di misurare la radioattivita' sul pescato e sui pezzi del relitto che sara' possibile sottoporre ad analisi. L'equipaggio e' composto da tre persone piu' sette tecnici

Legambiente “Ritrovare relitto della Rigel”. ''Dal 1987 il relitto della Rigel giace sui fondali calabresi con il suo carico sospetto e il suo affondamento costituisce un tassello fondamentale per giungere alla verita' sulle navi dei veleni. Per fare chiarezza sull'intera vicenda che vede coinvolti industriali, politici, trafficanti d'armi, faccendieri, mafiosi e servizi segreti deviati, e' necessario riaprire l'inchiesta e individuare il relitto con il suo carico''. Cosi' il vicepresidente di Legambiente, Sebastiano Venneri, lancia un appello nel giorno dell'anniversario dell'affondamento della nave da carico battente bandiera maltese, Rigel. Una brutta storia cominciata il 21 settembre 1987, che rappresenta un puzzle di veleni, politica e 'ndrangheta, al quale manca solo una tessera: il relitto. ''E' certo che la Rigel fu affondata a capo Spartivento al largo delle coste di Reggio Calabria nel mar Ionio - aggiunge Nuccio Barilla', del direttivo nazionale di Legambiente - che si tratto' di un fatto doloso e che il carico dichiarato era difforme da quello effettivamente trasportato. Quello che non e' chiaro, invece - continua Barilla' - e' il perche' dopo oltre vent'anni e con le tecnologie disponibili nessuno abbia consentito a tecnici ed esperti di fare i rilevamenti sul fondale e sciogliere ogni dubbio sul relitto. Un intervento, questo, che abbiamo chiesto a gran voce attraverso il Comitato per la verita' e che ribadiamo oggi nel giorno dell'anniversario di quel naufragio''.

A Rombiolo, nel vibonese, sindrome tumori? Nella tarda mattinata odierna, a Palazzo ex Inam, il direttore generale dell’Asp Rubens Curia, presente il direttore sanitario aziendale Franco Petrolo, ha ricevuto una delegazione di cittadini di Rombiolo guidata dal sindaco Giuseppe Navarra, comprendente anche l’assessore Alfonso Ferraro e Salvatore Contartese del Comitato cittadino, l’assessore provinciale all’ambiente Francesco Marcianò ed il consigliere provinciale Barbara Citton. Al centro dell’incontro i casi di morte per patologia tumorale, tra essi anche giovani, che si sono susseguiti, con intensità sospettosa, negli ultimi tre anni, in uno dei quartieri di Rombiolo, e più precisamente in località “Case nuove”. Le cause o concause di questi avvilenti morti ? Nessuno al momento sa darsi spiegazioni anche se più voci, provenienti da cittadini del luogo, avvertono che potrebbero essere la conseguenza della presenza di depuratori che scaricano senza controlli, la discarica comunale dismessa o effetti di onde elettromagnetiche. Il sindaco Giuseppe Navarra, prendendo per primo la parola, ha informato il direttore generale dell’Asp, Rubens Curia, che negli ultimi due anni quel territorio è stato interessato da una trentina di decessi legati appunto a patologie tumorali che hanno finito col destare seria e profonda preoccupazione non soltanto tra la popolazione rombiolese ma anche in tutto l’hinterland. “Nei giorni scorsi – ha dichiarato il sindaco di Rombiolo – siamo stati ricevuti dal prefetto dott. Luisa Latella alla quale abbiamo prospettato quanto accade chiedendo un immediato intervento al fine di stabilire le cause del fenomeno e fare uscire dallo stato di panico tutti gli abitanti ( circa 400) di località “Case nuove, ricevendo il più puntuale sostegno ”. L’appello di Giuseppe Navarra è stato, poi, ripreso da Salvatore Contartese, componente il Comitato cittadino, interessato più direttamente allo stesso fenomeno per aver perso la moglie e dall’assessore Alfonso Ferraro che hanno invitato l’Asp a farsi carico di questo inderogabile e grave problema che ha generato la psicosi del tumore soprattutto in tutti i residenti di “Case nuove”. L’iniziativa del comune di Rombiolo è stata sposata anche dall’assessore all’ambiente di Palazzo ex Enel, Franco Marcianò e dal consigliere provinciale Barbara Citton. “ Il dramma che sta vivendo Rombiolo ci deve vedere tutti uniti – ha spiegato, tra l’altro, l’assessore provinciale all’ambiente – in una iniziativa intelligente capace di mettere in piedi le esperienze di osservatorio provinciale per l’ambiente, arpacal, asp, assessorato regionale alla sanità attraverso il dott. Giacomino Brancati, per andare fino in fondo al problema, effettuando una indagine pronta a favorire una individuazione immediata delle cause.” Secondo Barbara Citton ci sono tutti gli elementi per capire che “il fenomeno non interessa soltanto il territorio di Rombiolo bensì tutta la provincia. Gli strumenti per effettuare scelte mirate ci sono tuttavia è importante avviare un confronto dove devono diventare protagonisti sopratutto classe politica e amministratori”. Barbara Citton ha invitato Rubens Curia a rendersi promotore, con l’Asp, di un coordinamento che lasci sperare in un esito concreto delle indagini. Franco Petrolo, tra l’altro Commissario regionale della lega tumori, ha arricchito l’incontro portando a conoscenza i presenti dello studio epidemiologico realizzato su tutto il territorio privinciale dalla lega tumori, comprendente ovviamente i dati relativi anche a Rombiolo, considerandolo un efficace lavoro di base per l’avvio di un’analisi più articolata sulla causa del diffondersi delle patologie tumorali nella provincia di Vibo Valentia. C’è la necessità, comunque, di aggiornare i dati che hanno avuto nel dott. Giacomino Brancati il più attento e competente redattore di un piano epidemilogico che offre già una visione importante del quadro allarmante che si è generato oggi. Nelle conclusioni del direttore generale dell’Asp, Rubens Curia, si è letta la soddisfazione dei partecipanti. Raccogliendo l’appello del sindaco Navarra, il manager ha confermato che “l’Asp è disponibile ad un lavoro di èquipe. Siamo svantaggiati perché non esiste un registro regionale dei tumori aggiornato – ha spiegato alla fine il manager dell’Asp – ma speriamo nell’annunciata approvazione del progetto Calabria da parte del Ministero competente. Lo stesso dott. Giacomino Brancati mi ha, tra l’altro, confermato della esistenza di fondi della Regione sulla ricerca. Ci torneranno utili i dati esistenti sia pure non aggiornati ma sarà anche importante contare su una indagine epidemiologica seria attraverso le schede di dimissioni ospedaliere, delle memorie raccolte tra la gente, dei lavori del dipartimento di prevenzione per la individuazione delle tipologie delle patologie e le necessarie sinergie con Regione, Azienda ospedaliera di Reggio Calabria ( c’è uno studio Iacopino), i dati forniti dalla mappatura realizzata da Franco Petrolo.

 

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