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Sanità calabrese nella bufera

 

 

Gli ispettori del Ministero per tre ore nell’Ospedale di Locri. La Giunta regionale denuncia Spaziante

01 set 09 E' durata circa tre ore la visita che i due ispettori, inviati dal Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, hanno effettuato stamane presso l'Ospedale di Locri dopo il presunto caso di malasanita' del 24 agosto scorso quando, nel Reparto di Rianimazione, mori' la piccola Sara Sarti, cinque anni il prossimo novembre, in circostanze ancora misteriose e sulle quali dovra' esprimersi, entro 90 giorni, il perito medico legale che ha eseguito l’autopsia sul cadavere dietro mandato della Procura della Repubblica di Locri. La bambina, in ferie a Casignana, nella Locride, presso l'abitazione dei nonni materni, sera di domenica 23 avverti' un malore con dolori addominali, febbre e conati di vomito. Trasportata al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Locri venne visitata anche da una pediatra e le fu prescritta una terapia sintomatica domiciliare. Tornata a casa, lunedì pomeriggio, la bambina accuso' un nuovo malore che convinse i familiari a riaccompagnarla all'Ospedale di Locri nel cui reparto di Rianimazione mori' intorno alle 18 malgrado tutti i tentativi esperiti dai medici. La diagnosi ufficiale dell’AS, comunicata attraverso una nota stampa, fu che "dagli accertamenti effettuati (TAC Total body, rachicentesi, elettroencefalogramma, ecocardiogramma, etc…) i sanitari ospedalieri curanti ritengono che la piccola possa aver avuto una polmonite massiva da inalazione di materiale gastrico. La Direzione Generale, appresa la notizia, aveva immediatamente istituito una apposita Commissione di verifica". L'autopsia escluse che la bambina fosse morta per polmonite massiva o, come si disse da qualche parte, per un'appendicite degenerata in peritonite. Per questa morte sospetta sono indagati quattro medici; un atto dovuto che, evidentemente, non equivale ad una condanna. Stamane, intorno alle 11, 30, gli ispettori del Ministero del Welfare sono giunti a Locri accompagnati dal Direttore generale del Dipartimento Salute della Regione, Andrea Guerzoni. Rigorosamente secretato ogni esito o altri particolari dell’incontro al quale hanno partecipato il direttore generale dell’Azienda Sanitaria n.9 di Locri, Giustino Ranieri, ed i direttori sanitario ed amministrativo dell’Azienda stessa, Domenico Forte ed Antonio Caratozzolo. Gli ispettori hanno incontrato anche i responsabili dell'Unità Operativa di Pediatria ed i familiari della piccola Sara. "Sono venuti per verificare eventuali criticita'" ha laconicamente riferito ai giornalisti il direttore generale del Dipartimento Salute della Regione, Guerzoni, e per stilare, insieme, un eventuale piano da sottoporre al Ministro". Sucessivamente gli ispettori si sono recati nell’ospedale di Cinquefrondi dove e' morta una donna di 44 anni dopo aver partorito il quarto figlio. L'ispezione proseguira' nei prossimi giorni anche negli altri ospedali dove si sono registrate denunce di casi sospetti: Lamezia Terme, Catanzaro, Cetraro e Tropea.

La Giunta regionale denuncia Spaziante. “Nella attuale fase di stallo, con l'annunciata astensione da parte del Commissario delegato per l'emergenza socio-economico-sanitaria nella Regione Calabria Vincenzo Spaziante, a giudizio unanime della Giunta Regionale della Calabria si possono ravvisare profili di reato penali e amministrativi (interruzione di pubblico servizio e rifiuto di atti d'ufficio con possibili danni all'erario)”. E' quanto segnalato alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Procura generale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria, dal presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, il quale, dietro formale incarico dell'esecutivo regionale che si è riunito questa mattina a Palazzo Alemanni, ha trasmesso una nota al governo in cui contesta le motivazioni che il commissario Spaziante ha messo nero su bianco in una lettera del 24 agosto scorso. Secondo quanto si legge in una nota della Giunta regionale, "sostenere in pratica che per porre riparo all'emergenza esistente nelle strutture sanitarie calabresi in due anni non si é fatto quel che si era chiamati a fare, in base a un ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri, perché mancava, cosa non vera perché c'erano chiari impegni della Regione identici a quelli che garantivano i fondi nazionali, il cinque per cento della compartecipazione della Regione alle spese da affrontare, é sinceramente fuori dalla realtà". "E' del tutto evidente - si legge ancora nella nota dell'esecutivo regionale - che l'intenzione del commissario delegato per l'emergenza di astenersi dal procedere nei suoi compiti fino a quando non si definirà il piano di rientro per il deficit sanitario (cosa che non interferisce con i suoi obblighi) sia da intendersi non solo come un atto di mero ossequio nei confronti del governo di centrodestra ma finisce, per svuotare la stessa funzione commissariale finalizzata proprio all'emergenza. C'é una chiara interferenza politica di cui bisogna rendere conto ai calabresi che dovranno attendere ancora per avere quanto avevamo concordato con il governo Prodi e il ministro della Salute Livia Turco". Sulla base di queste considerazioni il presidente Loiero, ha firmato e inviato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai ministri Maurizio Sacconi, Giulio Tremonti, al vice ministro Ferruccio Fazio, ai sottosegretari Gianni Letta e Guido Bertolaso, al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e allo stesso Commissario Spaziante, una nota che la Giunta regionale questa mattina ha discusso e concordato all'unanimità, nella quale si evidenzia come i ritardi e il blocco delle attività preannunciato rischia di aggravare la già fragile situazione della sanità in Calabria. La stessa lettera è stata trasmesso alla Procura della Repubblica e alla Procura generale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti.

Corbelli “Ora un nuovo commissario”. ''Alla luce dei numerosi casi di malasanita' che stanno devastando la regione, causando tragedie e morti chiedo al Governatore calabrese di procedere alla immediata nomina di un nuovo Commissario per l'emergenza sanita' in Calabria''. E' quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute. ''Corbelli offre la propria disponibilita' - riporta un comunicato - 'per ricoprire gratuitamente questo incarico nei pochi mesi che mancano di qui alle prossime elezioni regionali per dare un segnale di vera svolta, di cambiamento e un contributo di conoscenza, esperienza e competenza frutto di oltre venti anni di battaglie a difesa dei diritti civili, e in particolare di quelli per la sanita' e la salute. Diritti Civili e' infatti oramai da molti anni il riferimento dei cittadini calabresi per le problematiche della sanita' e della salute.''. ''Dopo lo scontro e le denunce tra la Giunta e l'ex assessore Spaziante - sostiene Corbelli - e' assolutamente indispensabile e urgente procedere alla nomina di un nuovo Commissario per l'emergenza sanita'. La regione non puo' continuare a restare, di fatto, priva di questa figura. Bisogna per questo procedere alla immediata nomina di un nuovo Commissario al posto di Spaziante''

Limido “Commissario fuori da giochi politici”. "E' avvilente quello che sta avvenendo nella sanità calabrese. Vogliamo un commissario fuori dai giochi politici contro sprechi e malaffare". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale de La Destra, Gabriele Limido. "Un vero disastro - prosegue Limido - quello che sta avvenendo nella sanità calabrese. Ed è desolante assistere a questa strana lite in famiglia tra Spaziante, Loiero e la Lo Moro. Uno scaricabarile a dir poco avvilente per chi avrebbe dovuto guidare con giudizio la sanità in Calabria. Un comparto allo sbando dove non solo esiste un deficit stellare che sta soffocando l'intera struttura sanitaria, limitandone la sua naturale funzione, ma anche un sistema ormai colabrodo che ha deviato il proprio indirizzo assumendosi la facoltà di non curare i propri pazienti". Per Limido siamo alle prese con "una tragedia senza fine di una gravità inaudita. Non solo costringiamo i nostri corregionali ai viaggi della speranza in altre realtà, ma quando c'é la necessità di intervenire con urgenza su alcune patologie li si porta alla morte prematura. E chi dovrebbe assumersi le responsabilità politiche del disastro fa finta di non sapere nulla. Senza pudore si continua a difendere l'indifendibile. E' stato un quinquennio contrassegnato da confusione, negligenza, sprechi e ruberie di ogni genere, assenza di programmazione e incapacità di attivare un piano regionale sanitario serio o una qualsiasi misura di contrasto per invertire la rotta. Tuttavia, se gli ispettori mandati dal ministro Sacconi dovessero accertare delle responsabilità politiche oggettive, oltre alle eventuali negligenze degli operatori sanitari, e decretassero il commissariamento del settore, a chi dovrebbe andare questa delicata funzione?". "Per norma e come stabilito dal Parlamento - prosegue Limido - questa prerogativa dovrebbe essere assegnata al Presidente della Regione, come è avvenuto già nei mesi scorsi in Molise e in Campania. Ma può un malato grave curare se stesso? Noi de la Destra, riteniamo che il presidente Loiero, garante e, a volte, 'reo confesso' dello sfascio in atto, non sia la persona giusta per poter 'guarire' il sistema sanitario calabrese. Siamo davanti ad un quadro politico sconfortante che avvalora ancora di più la nostra tesi, quella dell'urgenza e della necessità di nominare al più presto un commissario fuori dai giochi politici, come già chiediamo da molto tempo, anche intervenendo e modificando la legislazione di base che prevede questa figura". "Un tecnico competente, estraneo alle clientele e all'affarismo - conclude Limido - capace di ripianare i debiti e di incidere sugli sprechi. Questo disastro non lo deve e non lo può pagare sulla propria pelle il comune cittadino. In Calabria, gli ospedali, e tutto il sistema sanitario si sono trasformati in un 'carrierificio' in mano alla mala politica e alla criminalità. Dove le infiltrazioni mafiose sono una pericolosa consuetudine. E chi finora ha governato, ha tutelato solo il benessere di pochi e non quello dei calabresi. Vogliamo un'aria nuova e discontinuità nelle scelte della sanità calabrese"

Callipo “Vera emergenza è quella morale”. ''Dinanzi allo schiaffo di Spaziante, che inchioda, ironia della sorte, il suo ex datore di lavoro alle clamorose inefficienze del suo operato e dinanzi all'ignobile trasversalismo affaristico che sporca la politica calabrese, sono d'accordo con quanto sostiene l'avvocato Fernanda Gigliotti,candidata al vertice del Pd calabrese: la vera questione in Calabria e' quella morale''. Lo ha detto l'imprenditore Pippo Callipo, autocandidatosi alla Presidenza della Regione Calabria. ''Se l'arbitrio finora l'ha fatta da padrone non solo nella sanita' ma nella gestione dell'intera cosa pubblica - dice Callipo - figurarsi cosa accadra' in prossimita' del voto, percio' e' necessario che soprattutto le autorita' di controllo, giurisdizionali e contabili, dedichino molta attenzione all'azione dell'Esecutivo regionale''. ''La politica, purtroppo, in Calabria e' servita al ceto politico - continua Callipo - non per risolvere i problemi della sanita' calabrese, che sono stati, sia da Loiero che dai suoi assessori, sottovalutati e mai aggrediti con l'intenzione di razionalizzare i servizi, premiare le tante professionalita' calabresi e assicurare prestazioni di qualita', ma per lucrare carriere politiche e far crescere le fila dei servi e dei signorsi'''. ''Per andare oltre il buio, piuttosto che riferirsi a programmi omnicomprensivi, ora occorre coraggio e dignita'. Continuare a ossequiare il potente di turno - afferma Callipo - con la speranza di ottenere un favore, e' la scelta piu' sbagliata. L'opportunita' di rompere le catene, adesso e' data da un quadro politico in movimento che consente ai calabresi onesti di agire insieme e di fare squadra. Tocca a chi non si rassegna al peggio agire avendo come orizzonte la legalita' ed il senso di equita' sociale e chiamando le cose con il loro nome. E oggi la politica calabrese, fatte le debite eccezioni, si chiama commistione e interessi privati in atti pubblici''

Genco (CGIL) “Rivoluzionare il sistema sanitario calabrese”. ''La necessita' di rivoluzionare il sistema socio-sanitario in Calabria'' e' stata sottolineata, in una nota, dal segretario generale della Cgil della Calabria, Sergio Genco. ''Quanto sta accadendo nella sanita' calabrese - ha sostenuto - genera nei cittadini uno stato d'animo di rabbia e di forte preoccupazione, perche' curarsi in Calabria e' diventato quasi impossibile senza avvertire un patema d'animo, una sottile paura per se o per i propri familiari rispetto all'esito di un ricovero''. ''La politica, chi ha responsabilita' di governo - ha sostenuto Genco - deve dare delle risposte tempestive e coerenti, modificando uno stato di cose non piu' tollerabile per ripristinare una credibilita' perduta, senza questo imperativo l'indignazione diventa puro calcolo. Francamente, lo dico senza nessuna carica polemica e' poco interessante in questo momento il gioco tutto politico del rimpallo delle responsabilita', perche' siamo di fronte ad una crisi che investe un intero sistema socio-sanitario, a cui hanno contribuito molteplici protagonisti per ruolo, funzioni e arco temporale di gestione''. ''Il punto politico - ha proseguito il segretario della Cgil - e' domandarsi se la sanita' calabrese puo' continuare ad essere una vera e propria zona franca, dove tutto e' possibile, un territorio di caccia permanente per costruire le proprie fortune politiche, professionali ed imprenditoriali, stabilmente compromesso agli interessi del malaffare e della 'ndrangheta? Il rientro dal debito potrebbe imprimere un vero e proprio cambio di sistema. Cio' potra' avvenire se non sara' una operazione burocratica e dirigistica, ma, viceversa, in grado d'attivare una riflessione e una partecipazione vera e diffusa sulla sanita' e sulle sue finalita'. Ma questo prima ancora degli strumenti, necessita di una nuova impostazione politica, perche' senza questa qualsiasi soluzione pur ottima tecnicamente determinerebbe nel tempo le stesse condizioni attuali''. ''Modificare alla radice il sistema socio-sanitario calabrese - ha sostenuto Genco - significa stabilirne una nuova missione il cui riferimento e' la persona e il suo benessere psico-fisico. E' necessario percio' fissare nitidamente alcune punti che abbiano una caratteristica di vere e proprie priorita' su cui articolare l'insieme della programmazione, che per quanto ci riguarda sono: la separazione e la distinzione netta tra indirizzo politico programmatico e gestione quotidiana della Sanita', con un controllo terzo sulla effettiva realizzazione degli indirizzi e dei programmi; avvicendare la burocrazia regionale per rompere sedimentazioni ed abitudini, con un vero e propri sistema di rotazione; bloccare allo stato il sistema di accreditamento, avviando un controllo dettagliato e riconsiderando la missione del socio-sanitario privato, che deve essere sussidiaria e non sostitutiva di quella pubblica; bloccare e semmai invertire la corsa irresponsabile della esternalizzazione dei servizi, giustificata dalla scorta d'una presunta economia, alla resa dei fatti non veritiera, anzi si paga di piu' per avere servizi pessimi; riaprire la possibilita' dei concorsi pubblici in sanita'; continuare nella stabilizzazione del precariato storico, senza alimentare la nascita nuovi bacini. In questo contesto diventa naturale la riorganizzazione funzionale della rete ospedaliera regionale e dei servizi socio-sanitari, a partire dalla attivazione delle Case della Salute''. ''E' necessario pertanto - ha concluso Genco - e lo chiediamo come sindacato, attivare fin da subito un tavolo regionale sulla sanita' per affrontare la complessita' dei problemi posti e dove ognuno possa portare il suo contributo di idee e di proposte''.

Pdl “Spaziante ha detto la verità”. "Una sorta di parossismo dantesco, che ricorda le gesta del conte Ugolino: in una nemesi che lo porta ad agire contro tutti i suoi ex collaboratori e assessori, Loiero ha deciso addirittura di denunciare l'ex assessore regionale alla sanità, Spaziante, reo solo di avere detto la verità sullo stato delle cose nel settore, che è il più disastrato d'Italia". Lo affermano, in una nota, i capigruppo alla Regione di Fi, Gentile; An, Sarra; Psi, Galati; La Destra, Limido; Udeur, Serra; Liberaldemocratici, Nucera, e Popolari e Liberali verso il Pdl, Chiappetta. "Dinanzi alle osservazioni di Spaziante, che è stato assessore per oltre un anno - proseguono i capigruppo - Loiero risponde con la carta bollata, quasi a voler rimuovere responsabilità pesanti che gli vengono addebitate con puntualità e dovizia da chi ha tenuto le redini della sanità e conosce i ritardi strutturali di cui questo esecutivo è stato protagonista". Per i capigruppo, "emerge una volontà dissociatoria da parte del Presidente della Giunta che, immemore del ruolo e delle prerogative istituzionali di cui è portatore, cerca di scaricare sugli altri responsabilità e doveri che gli appartengono sino in fondo". "Da Catanzaro - continua la nota - giungono liturgie tautologiche che identificano i 'nemici' ora nel Governo nazionale, ora negli alleati regionali e ora, addirittura, nelle persone che hanno condiviso per lungo tempo le esperienze nell'esecutivo. Non un cenno di autocritica giunge da Loiero sullo stato delle cose nella sanità, sempre più preda dell'incertezza e dell'instabilità, gravata da un debito incontenibile e oggetto di uno scadimento qualitativo che non può essere addebitato agli operatori". "La denuncia a Spaziante - conclude la nota - altro non è che la proiezione di chi è perfettamente cosciente di avere fallito la sua mission istituzionale e tenta, disperatamente, di nasconderlo all'opinione pubblica con un goffo tentativo di deresponsabilizzazione che, però, apre di fatto le porte ad un intervento di bonifica esterno da parte del Governo centrale".

 

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