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Inchiesta Why Not

 

 

Inchiesta WhyNot, archiviata posizione Prodi

21 nov 09 Le accuse nei confronti di Romano Prodi erano ''generiche, vaghe ed inidonee a fornire dati concreti sui presunti favori a Saladino''. E' questa una delle motivazioni in base alla quale la Procura Generale di Catanzaro ha chiesto l'archiviazione della posizione di Romano Prodi nell'ambito dell'inchiesta Why Not su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. L'archiviazione e' stata decisa dal Gip, Tiziana Macri', dopo oltre nove mesi dalla richiesta. Il convincimento dei magistrati della Procura generale e' stato messo nero su bianco nelle 37 pagine della richiesta di archiviazione al gip, redatta nel dicembre del 2008 e depositata nel febbraio scorso per consentire la copia di tutti gli atti dell'inchiesta, racchiusi in 87 faldoni. Romano Prodi fu iscritto nel registro degli indagati nell'estate del 2007 dall'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, che ne ipotizzava il coinvolgimento nelle presunte ''manovre affaristiche'' di Antonio Saladino, l'ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e principale indagato dell'inchiesta Why Not. Nell'inchiesta fu coinvolto anche Clemente Mastella, che in qualita' di Guardasigilli aveva chiesto il trasferimento di De Magistris per presunte irregolarita' nella gestione di altre indagini. L'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati provoco' nell'ottobre del 2007 l'avocazione dell'inchiesta da parte della Procura generale di Catanzaro. La posizione di Mastella fu poi archiviata nell'aprile del 2008.

Adamo “De Magistris rifletta”: “Onore a Giulio Grandinetti. Ho appreso che le ipotesi di accuse formulate dal pm, Luigi De Magistris, sono state archiviate dal gip. Per me è un giorno di grande soddisfazione”. Lo afferma il capogruppo del Pd alla Regione, Nicola Adamo. “Il 5 settembre del 2006 - aggiunge Adamo - inizia un calvario giudiziario a carico di Enza Bruno Bossio più altrì. Gli altri eravamo io insieme a Giulio Grandinetti. Fu clamoroso, però, il fatto che dopo due giorni il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, rilasciò una dichiarazione alle agenzie di stampa per smentire che il Giulio Grandinetti indicato in ordinanza fosse il segretario di Nicola Adamo. Lombardi confermò che il Giulio Grandinetti era un’altra persona, dottore commercialista, omonima. In sostanza, Lombardi voleva da una parte smentire le informazioni di stampa, secondo cui il Grandinetti oggetto dell’ordinanza giudiziaria era il segretario di Nicola Adamo, e dall’altra voleva smentire che ci fosse stato un errore attraverso uno scambio di persona. Insomma voleva tutelare l’ufficio della Procura dall’accusa di aver generato un pasticcio giudiziario che avrebbe minato, sin dall’inizio, la credibilità delle indagini”. “A sua volta, però - dice ancora Adamo - il Procuratore capo fu smentito quando per la prima volta compare nel procedimento giudiziario il Grandinetti Giulio segretario di Nicola Adamo in un avviso di proroga delle indagini. In quell'avviso di proroga, però, compaiono non uno ma due Giulio Grandinetti, sempre insieme al mio nome e a quello di Enza Bruno Bossio. Ciò avvenne nonostante, a quella data, il mio amico Giulio era già deceduto. Evidentemente, nell’incertezza, in caso di omonimia, vennero sottoposti così entrambi a durature e approfondite indagini. Solo oggi si ha notizia che per entrambi è stata disposta l’archiviazione”. Secondo Adamo, “da quel procedimento prende corpo nei mesi successivi Why not. Vennero coinvolti, fra gli altri, anche Clemente Mastella e Romano Prodi, quest’ultimo addirittura come presunto riferimento di una fantomatica massonica Loggia di San Marino. Da quella indagine, così formulata, prende corpo il percorso di attacco e della caduta del Governo nazionale. Oggi anche per loro si apprende ufficialmente dell’archiviazione”. “Per quanto mi riguarda - afferma Adamo - mi astengo da alcun commento. Voglio solo ricordare le sofferenze del mio amico Giulio: egli non sopportava quelle infamanti accuse nel pieno convincimento della sua e della nostra innocenza. Giulio, con queste sofferenze, nel frattempo, si ammalò e ben presto, nell’aprile dell’anno 2007, ci lasciò. Noi insistiamo ancora oggi a volerci difendere nel processo e non dal processo. I figli e i suoi cari hanno avuto restituito l’onore e la dignità di Giulio. Soddisfazione anche per l’altro Giulio Grandinetti, vittima e protagonista ignaro di quanto accaduto”. “A Luigi De Magistris, che oggi non è più magistrato per concorso ma parlamentare europeo eletto dal popolo - conclude Adamo - vorrei consigliare di concedersi tutto il tempo per una umana riflessione”.

 

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