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Sanità calabrese disastrosa

 

Sanità in situazione disastrosa. Ministro Sacconi a Loiero “Ora un piano industriale”

03 mar 09 In tempi stretti la Regione Calabria elaborerà le prime linee del 'piano industriale' chiesto dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, da confrontare in un nuovo incontro con il Governo, che dovrà fare una sua valutazione per arrivare ad una posizione condivisa. E' quanto ha reso noto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, al termine dell'incontro con il Governo, avvenuto oggi a Roma, sul disavanzo sanitario in Calabria. "Sta emergendo tutto quanto era sommerso, grazie all'ausilio della Regione che da tempo lavora all'obiettivo di individuare il deficit pregresso - ha spiegato il presidente Loiero - così, nel territorio, sta venendo alla luce una situazione contabile ed organizzativa poco meno che disastrosa". Il deficit pregresso, per gli anni 2001/2007, è pari a 1.700 milioni di euro. Da suddividere in due tranche uguali di 850 milioni fino al 2004 e il resto per gli anni successivi. La quota di deficit riguardante la precedente amministrazione regionale - è stato sottolineato a Roma - sarebbe stata molto più elevata se dal 2000 al 2004 non ci fossero stati finanziamenti aggiuntivi da parte del ministero. Mentre, la quota successiva è appesantita da 80 milioni di euro per gli interessi passivi sul debito oltre al mancato rientro di crediti per finanziamenti ancora bloccati da parte dello Stato proprio a causa del deficit. Per i risparmi di spesa, la Regione Calabria dovrà incidere principalmente su tre settori: prestazioni ospedaliere, farmaceutica, beni e personale. Ma ci saranno anche settori che dovranno migliorare i propri servizi come la prevenzione delle malattie, l'assistenza territoriale ed ambulatoriale le strutture di lungodegenza.

Nessuna sanatoria ma solo sacrifici. "Davanti a noi non c'é alcuna possibilità di sanatoria, ma solo un duro lavoro e tanti sacrifici per arrivare ad un piano di rientro che bonifichi la situazione senza però privare i cittadini dei servizi essenziali in linea con gli standard nazionali". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, al termine dell'incontro, sul disavanzo sanitario in Calabria, avvenuto oggi a Roma con il ministro del Welfare Sacconi e il sottosegretario Fazio. Per la Regione, è giunto il momento di portare all'esecutivo le prime proposte su come riorganizzare la sanità calabrese e riassestare la situazione finanziaria, fortemente compromessa da decenni di gestione 'allegra' e senza adeguati controlli. Un impegno che Loiero ha assunto in pieno. "Il ministro Sacconi ha richiamato l'attenzione della Regione sulle responsabilità della figura del manager delle Aziende sanitarie ed ospedaliere - ha spiegato il governatore - per passare ad una contabilità trasparente. Il Governo ha preso atto del percorso avviato e del buon lavoro svolto assieme all'advisor Kpmg. C'é condivisione della necessità di riformare nel profondo la sanità calabrese con tempi adeguati a creare nelle strutture sanitarie ed ospedaliere una cultura amministrativa e tecnico-contabile che impedisca di riprodurre in futuro questi sconquassi. La Regione, fin da adesso, si impegna anche a studiare forme di garanzia per essere tutelata dalla mancata regolarità nella gestione delle attività da parte dei manager della sanità". L'obiettivo, insomma, "é quello di transitare da un sistema atipico e connotato da tantissime emergenze ad uno ordinario in linea con la programmazione sanitaria delle altre Regioni. Fin dall'inizio abbiamo cercato di effettuare un'operazione verità sui bilanci delle Aziende. Siamo arrivati a non approvare i bilanci della Asl di Locri, con un commissario straordinario inviato dallo Stato per motivi di ordine pubblico. Adesso possiamo condividere la responsabilità di avviare una vera e profonda riforma della sanità".

Al via gli incontri Governo-Regioni per il patto salute. Si apre domani la partita sul rinnovo del Patto per la salute 2010-2012: al ministero per gli Affari Regionali, a via della Stamperia, alle ore 15, è previsto l'avvio degli incontri tra Governo e Regioni che porteranno a definire il nuovo Patto. Tra le questioni che verranno affrontate dal tavolo, ci saranno i livelli essenziali di assistenza, i posti letto ospedalieri, i criteri di organizzazione del sistema sanitario nelle singole Regioni. I governatori chiedono, dal prossimo anno, più fondi per 7-8 miliardi di euro: più volte il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che domani parteciperà agli incontri, ha ribadito che le risorse previste in Finanziaria sono "assolutamente insufficienti" e che il Fondo sanitario nazionale è sottofinanziato per 7 miliardi di euro. Anche il 5 gennaio scorso, quando fu raggiunto l'accordo tra le Regioni per il riparto del Fondo sanitario 2009, Errani ricordò che c'é "un preciso impegno del Presidente del Consiglio, nell'accordo sottoscritto il primo ottobre 2008: in quell'accordo si fa esplicito riferimento al fatto che le cifre finora previste nel Dpef determinerebbero una grave sottostima: per questo - ha concluso Errani - è importante avviare da subito il confronto Governo-Regioni sul tema delle risorse future per la sanità". Nel pomeriggio di domani i presidenti delle Regioni e delle Province autonome saranno poi a Palazzo Chigi per un incontro convocato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta con le parti sociali per discutere dell'accordo raggiunto nei giorni scorsi sugli ammortizzatori sociali.

Italia divisa in due, Sud sta messo male. L'Italia della sanità è divisa in due: il Nord va avanti, contando anche su una rete di prevenzione efficace e maggiori investimenti, mentre il Sud arranca e varie regioni si trovano in emergenza. Quanto alle cattive abitudini per la salute, invece, avanzano in tutto il paese senza distinzioni tra regioni settentrionali e meridionali: a partire da cattiva alimentazione e scarso esercizio fisico. E' il quadro che emerge dalla sesta edizione del Rapporto Osservasalute 2008, un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentato oggi al Policlinico Gemelli di Roma. Il Rapporto è pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi) ed è frutto del lavoro di 266 esperti di sanità pubblica. Le regioni, rileva il rapporto, spendono, in termini pro-capite cifre molto diverse per l'assistenza sanitaria: Dai 1.581 euro in Calabria ai 1.918 del Molise, fino ai 2.200 per la Provincia Autonoma di Bolzano. | "interessante - si legge nel lavoro - notare che nonostante tutto la spesa pro capite sta aumentando, segno di un continuo impegno a livello nazionale nell'investimento per la salute dei cittadini. Tra il 2006 e il 2007 la spesa sanitaria pro capite è infatti passata da 1.692 a 1.731 euro". Ma la spaccatura è evidente: c'é un'Italia che "va via via migliorando cominciando a cogliere i primi frutti di alcuni anni di attenta programmazione delle politiche sanitarie, che hanno dato impulso a prevenzione e assistenza razionalizzando la spesa, e un'altra Italia, il Sud, che rimane sempre più indietro e in cui si acuiscono le criticità"

 

Galati (NPsi) “Lavoratori privati senza stipendio”. "E' allarmante apprendere che ci sono lavoratori della sanità privata accreditata che non percepiscono lo stipendio da più di otto o dieci mesi. Una situazione del genere, mentre divampa una delle crisi più gravi che il Paese e l'Europa ricordino, non è concepibile". E' quanto afferma in una nota il capogruppo alla Regione del Nuovo Psi, Francesco Galati. "Continuamente, non solo nella provincia di Catanzaro - aggiunge - ma in tutta la regione si registrano casi di lavoratori cui le aziende sanitarie private accreditate con la Regione non corrispondono lo stipendio e ogni mediazione, persino quella sindacale, risulta inutile e mortificante per i lavoratori e le loro famiglie. Ebbene è utile ricordare che nella legge n 24 del 18 luglio 2008 (Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private) è inserito, per mia insistenza e recepito da tutti i consiglieri regionali, l'articolo 4 secondo il quale "la mancata o non corretta applicazione dei contratti di categoria comporta la sospensione dei contratti di accreditamento per le aziende private per non oltre 2 mesi. La mancata corresponsione nei modi e nei termini di legge, degli stipendi al personale di servizio, comporta l'applicazione di una sanzione pecuniaria correlata al tempo dell'inadempienza fino al massimo di 2/12 dell'importo contrattuale, fatto salvo il rispetto dei termini contrattuali tra le Aziende sanitarie e le aziende private". "In queste situazioni di pura emergenza - prosegue Galati - é richiesta una vigilanza, da parte della Giunta regionale, che non solo è dovuta, in virtù di una precisa legge, ma che è decisamente auspicabile al fine di evitare il possibile formarsi di zone grigie in cui il lavoratore resta in balia del datore di lavoro. D'altronde, non si comprende perché mai, dinanzi a situazioni di autentica ingiustizia e direi quasi di vessazione nei confronti dell'elemento più debole della catena sanitaria che in questo caso è il lavoratore, le Aziende sanitarie e la Regione tardino a intervenire con la giusta determinazione. Sarebbe ora di porre fine alle autorizzazioni e agli accreditamenti, in alcuni casi privi di requisiti, che sono concentrati nelle mani di società o persone le quali non dimostrano volontà e capacità di far fronte agli obblighi di legge, garantendo i diritti dei lavoratori che spesso sono sfruttati sia per ciò che riguarda l'orario di lavoro sia per quanto attiene i pagamenti a volte non conformi ai contratti di categoria".

 

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