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Sei depuratori sotto sequestro

 

I depuratori non funzionano sul Tirreno cosentino, la procura di Paola ne sequestra sei. Avvisi di garanzia a sindaci e funzionari

30 giu 09 Sono concentrati in cinque comuni della fascia tirrenica cosentina, i depuratori sequestrati oggi su disposizione della Procura di Paola che sta verificando anche gli impianti di altri tre comuni. I comuni interessati dal sequestro sono Santa Maria del Cedro, Cirella, Grisolia, Maierà (due impianti) e Diamante. Quelli sono controllo sono quelli di Fuscaldo, Guardia Piemontese e Paola. Nell'ambito dell'inchiesta sono stati emessi anche avvisi di garanzia nei confronti dei sindaci sui cui territori ricadono gli impianti, funzionari comunali e responsabili delle società di gestione degli impianti. "Il problema ambientale - ha sostenuto il sostituto procuratore Eugenio Facciolla - è problema serio, il più rilevante sentito in questo periodo estivo. Ogni volta che la procura interviene, interviene sempre quando già sono stati commessi i reati. Ci sono i danni sul territorio". "Bisogna recuperare - ha aggiunto il magistrato - un senso di responsabilità da parte delle istituzioni che sono preposte. Quindi chi è preposto a vigilare sul funzionamento della depurazione, sulla pulizia dei torrenti, dei fiumi, dei corsi d'acqua che sfociano nel mare, evidentemente deve fare il suo dovere fino in fondo, altrimenti saremo sempre qui a discutere ogni anno dell'acqua sporca e del mare inquinato". "Le responsabilità - ha concluso Facciolla - sono ben suddivise, tra pubblici amministratori che non sorvegliano gli impianti come dovrebbero e il grosso problema di gestione che non è corrispondente ai canoni contrattuali. E poi, negli anni, abbiamo avuto un sistema generalizzato che non ha funzionato".

Sindaco Diamante “Depuratore non più in uso dal 2000” . "L'impianto oggetto del provvedimento dell'autorità giudiziaria, in località Vaccuta, non è più in funzione, ed è stato consegnato dal comune al Commissario per l'emergenza rifiuti dal 2000". Lo ha sostenuto, in una nota, il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, in merito al sequestro dei depuratori di alcune località del Tirreno cosentino disposto dalla Procura di Paola. "Si precisa inoltre - è scritto nella nota - che gli impianti di depurazione delle acque attualmente in uso per il territorio comunale, Sorbo e consortile Vaccata, sono perfettamente funzionanti e non sono stati interessati dall'attuale provvedimento di sequestro. In particolare l'impianto oggetto di sequestro, dismesso e non più funzionante dal 04 dicembre 2003, non è mai stato restituito al Comune". "Nella gestione dell'impianto dismesso - sostiene il Sindaco - è subentrata l'Ato Calabria 1-Cosenza, che lo ha rilevato all'Ufficio del Commissario per l'emergenza. L'amministrazione comunale valuta positivamente l'azione della magistratura a tutela dell'ambiente e del territorio, pur ribadendo che l'odierno sequestro riguarda esclusivamente l'impianto non più in funzione"

Ass. Greco “Sequestri, segnale di attenzione”. "Accolgo sempre con grande fiducia e serenità gli interventi della magistratura ordinaria, soprattutto in materia di presunti reati ambientali, perché significa che c'é una forte attenzione". Questo il commento, con una nota diffusa dall'Ufficio stampa della Giunta, dell'assessore regionale all'ambiente, Silvio Greco, alla notizia dei depuratori posti sotto sequestro nel Tirreno cosentino. "E' evidente - continua Greco - che bisogna aspettare e capire bene quali siano le imputazioni che vengono contestate in questa indagine. In ogni caso il sequestro non significa interruzione del servizio, anzi. A mio avviso può anche dare l'input a migliorare l'eventuale deficienza riscontrata dall'autorità inquirente". "Rimane ferma - conclude Greco - la nostra attenzione al tema della depurazione, dimostrata dagli 84 milioni di euro stanziati proprio per affrontare e risolvere queste problematiche. Buon parte dei fondi sono tra l'altro destinati al Tirreno".

La Procura di Paola, sul Tirreno cosentino, ha disposto il sequestro di sei depuratori della zona. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore Eugenio Facciolla d'intesa con il procuratore Bruno Giordano. La decisione è stata presa dopo numerose segnalazioni di bagnanti che parlavano del mare lungo la costa tirrenica cosentina come sporco e di colore marrone. Dai primi accertamenti compiuti dalla Procura, secondo quanto si è appreso, è emerso che gli impianti o non funzionavano o erano scarsamente funzionanti e con vistose lacune. Ciò avrebbe provocato un inquinamento massiccio delle coste. Gli accertamenti della Procura proseguono su tutti gli impianti della zona.

Avvisi di garanzia a sindaci e funzionari. Contestualmente al sequestro degli impianti, localizzati in diversi comuni della zona, la Procura ha emesso una trentina di avvisi di garanzia nei confronti dei sindaci e di funzionari degli uffici degli enti interessati. I reati ipotizzati dalla Procura vanno dal danneggiamento aggravato al disastro ambientale, dall'omissione di atti d'ufficio alla violazione delle leggi sull'ambiente. L'attività di monitoraggio da parte della Procura di Paola é cominciata un mese e dagli accertamenti è emersa una situazione diffusa di malfunzionamenti dei depuratori. Questo, secondo quanto è stato rilevato, ha comporta l'immissione diretta in mare, senza filtraggio, degli scarichi delle abitazioni civili presenti nella zona provocando l'effetto schiuma e colorando di marrone l'acqua del mare. Una zona, peraltro, che nel periodo estivo, vista la vocazione turistica, aumenta in maniera considerevole il numero degli abitanti

 

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