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7 milioni di dati anagrafici nell'archivio Genchi

Sono sette milioni i dati anagrafici contenuti nell’archivio Genchi. Il Copasir sente i servizi segreti

05 feb 09 Ammonterebbero alla fine a oltre 7 milioni i dati anagrafici corrispondenti ad utenze telefoniche raccolti, nell'ambito delle indagini Why Not, Poseidone ma non solo, tra il 2004 e il 2008, da Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris: più o meno il 10 per cento dell'intera rete telefonica nazionale. Il numero è frutto di un calcolo basato su una serie di informazioni incrociate fornite dai responsabili delle varie società telefoniche, Tim, Wind e Vodafone, al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), durante le audizioni di questi giorni. Oggi a San Macuto, sede del Comitato, e" stata la volta dei rappresentanti della società telefonica Wind (lunedì erano stati ascoltati Tim e Vodafone); ascoltati anche i vertici dell'intelligence: i direttori del Dis, Gianni De Gennaro, dell'Aise, Bruno Branciforte e dell'Aisi, Giorgio Piccirillo. La magistratura che indaga su Genchi, sta verificando tra l'altro se il consulente abbia acquisito informazioni utilizzando password di accesso alle banche dati diverse da quelle autorizzate dai gestori, creando di conseguenza un mega archivio, appunto, mettendo insieme dati raccolti presso Telecom, Wind, Vodafone-Omnitel e '3'.

De Magistris “Nessun grande fratello”. "Non esiste un 'grande fratello', le gente onesta e perbene può stare serena": lo dice Luigi De Magistris, commentando il clamore suscitato dal numero di contatti telefonici monitorati dal suo consulente Genchi, nell'ambito delle indagini calabresi condotte dall'ex pm di Catanzaro. In proposito De Magistris dice:"Voglio premettere che io ho utilizzato sempre molto poco le intercettazioni telefoniche, tanto è che, ad esempio, nell'inchiesta 'Why not' non ne ho fatta nemmeno una". "Per quanto riguarda i tabulati, le cifre sono necessariamente elevate - aggiunge l'ex pm - perché evidenziano i contatti che ogni utenza può aver nell'arco delle 24 ore. E' sufficiente fare un calcolo aritmetico per rendersi conto che i numeri sono elevati. Ma questo non vuol dire che siano state intercettate migliaia di conversazioni telefoniche". Quando gli si fa notare che gli italiani sono preoccupati anche all'idea che i loro contatti, sia pur di riflesso, vengano incidentalmente monitorati, De Magistris replica: "Stiamo parlando di contatti avvenuti con utenze sottoposte ad attività investigativa. E tutti possono essere tranquilli del fatto che, se i dati vengono gestiti dall'autorità giudiziaria con competenza e professionalità, senza che vengano illecitamente divulgati all'esterno, nessuna persona onesta e perbene potrà mai temere alcunché e i suoi numeri telefonici non potranno mai essere resi pubblici"
Luigi De Magistris era il dominus delle indagini, ma Genchi, il suo consulente, aveva una sua autonomia. L'ex pm di Catanzaro, sul mandato dato al consulente oggi sotto inchiesta per abuso di ufficio e violazione della privacy, vuole fare chiarezza sui reciproci ruoli, sostenendo che sul caso Genchi si è fatta molta confusione in modo strumentale. De Magistris premette di non poter entrare nel merito della questione, "per rispetto in primo luogo delle indagini preliminari in corso presso l'autorità giudiziaria di Salerno, e in secondo luogo per il lavoro in corso al Copasir". "Quello che posso dire oggi è che è rilevante - aggiunge - comprendere come avviene il rapporto fra consulente e pubblico ministero, nell'ambito del mandato consulenziale. Molta confusione è stata fatta in questi giorni, ed anche in maniera strumentale". "Il magistrato è il dominus delle indagini preliminari - continua - ed è lui che dirige l'attività investigativa: ha ben chiaro l'obiettivo che intende raggiungere, ed io l'avevo molto nitido. Il consulente deve rispondere al quesito posto dal magistrato e, nell'ambito dell'incarico ricevuto, esercita il suo mandato, anche con autonomia, al fine di depositare una consulenza esecutiva del quesito ricevuto". "Nel caso dei tabulati telefonici - aggiunge - che, tanto per essere chiari ancora una volta, non sono intercettazioni, ma uno strumento per individuare i contatti telefonici tra soggetti, i decreti di acquisizione erano firmati dall'autorità giudiziaria, mentre la scelta delle utenze da acquisire era spesso rimessa alle specifiche competenze professionali del consulente, che richiedeva al pm di acquisire determinati tabulati, per poter adempiere compiutamente al suo incarico". Ma Genchi è davvero in possesso dell'archivio che sta inquietando il Paese? "Non posso sapere se il dottor Genchi ha un archivio. Questa è una domanda che va posta a lui... - conclude De Magistris - Quello che posso dire è che si tratta di un professionista molto capace, che ha effettuato consulenze per decine e decine di magistrati in procedimenti penali anche molto delicati e complessi, quali quelli sulla strage di Capaci e di via D'Amelio".

Nella prossima settimana le conclusioni del Copasir. Entro la prossima settimana il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) dovrebbe approvare in via definitiva i documenti conclusivi dell'indagine avviata sul cosidetto 'Archivio Genchi'. Il Comitato, in particolare, ha concluso questa mattina le audizioni relative alla documentazione pervenuta dalla Procura generale di Catanzaro, ascoltando il direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ammiraglio Bruno Branciforte, il direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna, generale Giorgio Piccirillo, il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, prefetto Giovanni De Gennaro, ed i rappresentanti della società telefonica Wind. Il Comitato si riunirà martedì 10 febbraio alle ore 10. "In quell' occasione - si legge in una nota del Comitato - il Presidente del Copasir Rutelli, d'intesa con il Vicepresidente Esposito, terminato il ciclo delle audizioni, presenterà le proposte conclusive: la relazione da presentare al Parlamento, ai sensi della legge n. 124 del 2007, e le comunicazioni che saranno trasmesse ai Presidenti delle Camere in ordine agli elementi rilevanti di interesse del Parlamento acquisiti nel corso delle audizioni". Il Comitato ha intenzione di "approvare conclusivamente questi documenti entro la prossima settimana". "Si ribadisce nuovamente - sottolinea infine il Copasir - che tutte le persone ed istituzioni ascoltate dal Comitato sono tenute in ogni sede alla segretezza sulle comunicazioni da loro fornite nel corso delle audizioni".

I servizi segreti ascoltati per 4 ore. Sono durate poco meno di 4 ore le audizioni dei vertici dei servizi segreti, a San Macuto, davanti al Comitato per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sul mega archivio di tabulati telefonici raccolti dall'ex consulente del Pm Luigi De Magistris, Gioacchino Genchi. Il Comitato, presieduto da Francesco Rutelli, ha ascoltato il direttore di Aise ammiraglio Bruno Branciforte, quello dell'Aisi gen. Giorgio Piccirillo, e il direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Dis, prefetto Gianni De Gennaro. Quindi è stata la volta di un rappresentante della società Wind. Il Comitato ha già annunciato che presenterà una relazione al Parlamento sul caso Genchi.

 

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