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Crisi del tursimo a Natale

 

Meno turisti per le vacanze natalizie, a rischio posti di lavoro in alberghi

16 feb 09 Gli albergatori sono pessimisti sull'andamento del settore turistico nei prossimi mesi al punto che oltre il 22% teme che sarà costretto a tagliare i posti di lavoro. E' quanto emerge dal Rapporto sul movimento alberghiero nel periodo tra Natale 2008 e l'Epifania 2009 diffuso oggi dall'Istat. I giudizi per il trimestre gennaio-marzo 2009, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, vedono un saldo tra la quota di coloro che prevedono un aumento e quella di chi prevede una diminuzione fortemente negativa (meno 42,8), con opinioni sfavorevoli sia per il turismo nazionale (saldo pari a meno 44,1), sia per quello estero (meno 39,8). Raffrontando il risultato aggregato con l'analogo saldo delle risposte fornite nel corrispondente periodo del 2008, si osserva un marcato peggioramento: lo scorso anno il saldo negativo era pari a meno 19,4. A livello territoriale il saldo risulta negativo in tutte le ripartizioni geografiche, con valori compresi tra meno 40,6 nel nord-est e meno 49,7 nell'Italia centrale. La rilevazione dell'Istat ha anche raccolto le indicazioni degli operatori sull'andamento dell'occupazione nel trimestre gennaio-marzo 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. La quota di albergatori che esprimono l'intenzione di diminuire il numero degli occupati é pari al 22,1% (il 13,7% nel 2008); quelli che si orientano in senso opposto sono solo il 2,1% (3,9% nel 2008). Il saldo tra le incidenze dei giudizi positivi e negativi è ovunque sfavorevole, con una intensità massima nel nord-ovest (meno 32,4) e minima nel nord-est (meno 9,6). Il 35,7% degli albergatori dichiara che nel trimestre gennaio-marzo 2009 l'esercizio resterà chiuso. La rilevazione dell'Istat dice inoltre che tra il 23 dicembre 2008 e il 6 gennaio 2009 sono aumentati gli italiani che hanno trascorso un periodo di vacanza in hotel, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ma sono diminuiti gli stranieri: complessivamente gli alberghi italiani hanno registrato un aumento del 2,4% negli arrivi e dello 0,9% nelle giornate di presenza. Per la clientela italiana si è registrata, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, una crescita del 4,9% degli arrivi e del 2,4% delle presenze. Per la clientela straniera vi è stato un calo del 3,9% degli arrivi e del 2,6% delle giornate di presenza. Tedeschi, francesi e svizzeri sono stati coloro che più hanno visitato la Penisola

22% albergatori pensa di licenziare. Gli albergatori sono pessimisti sull'andamento del settore nei prossimi mesi: i giudizi per il trimestre gennaio-marzo 2009, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, vede un saldo tra la quota di coloro che prevedono un aumento e quella di chi prevede una diminuzione fortemente negativa (meno 42,8), con opinioni sfavorevoli sia per il turismo nazionale (saldo pari a meno 44,1), sia per quello estero (meno 39,8). Raffrontando il risultato aggregato con l'analogo saldo delle risposte fornite nel corrispondente periodo del 2008, si osserva un marcato peggioramento: lo scorso anno il saldo negativo era pari a meno 19,4. A livello territoriale il saldo risulta negativo in tutte le ripartizioni geografiche, con valori compresi tra meno 40,6 nel Nord-est e meno 49,7 nell'Italia centrale. La rilevazione dell'Istat - che ha diffuso i dati sul movimento alberghiero italiano tra Natale 2008 e l'Epifania 2009 - ha anche raccolto le indicazioni degli operatori sull'andamento dell'occupazione nel trimestre gennaio-marzo 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. La quota di albergatori che esprimono l'intenzione di diminuire il numero degli occupati é pari al 22,1% (il 13,7% nel 2008). La quota di quelli che si orientano in senso opposto è del 2,1% (3,9% nel 2008). Il saldo tra le incidenze dei giudizi positivi e negativi è ovunque sfavorevole, con una intensità massima nel nord-ovest (meno 32,4) e minima nel nord-est (meno 9,6). Il 35,7% degli albergatori dichiara che nel trimestre gennaio-marzo 2009 l'esercizio resterà chiuso.

Meno stranieri, più italiani in hotel. Tra Natale e l'Epifania sono aumentati gli italiani che hanno trascorso un periodo di vacanza in hotel, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ma sono diminuiti gli stranieri. A renderlo noto è l'Istat che ha diffuso oggi i dati sul movimento alberghiero nel periodo compreso tra il 23 dicembre 2008 e il 6 gennaio 2009. Complessivamente, certifica l'Istat, gli alberghi italiani hanno registrato un aumento del 2,4% negli arrivi e dello 0,9% nelle giornate di presenza. Per la clientela italiana si è registrata, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, una crescita del 4,9% degli arrivi e del 2,4% delle presenze. Per la clientela straniera vi è stato un calo del 3,9% degli arrivi e del 2,6% delle giornate di presenza. Tutte le aree registrano variazioni positive per la componente nazionale e negative per quella estera. Nel Nord-ovest gli arrivi sono aumentati del 2,8% per la clientela italiana mentre sono diminuiti del 6,4% per quella straniera, con un calo complessivo dello 0,6%. Nel nord-est vi è stata una crescita dell'8,3% per la clientela nazionale che ha compensato il calo di quella estera (meno 1,7%), con un aumento complessivo del 5,8%. Nell'Italia centrale, un aumento del 5,6% della componente nazionale e una diminuzione del 2,3% di quella estera hanno condotto ad una crescita del 2,1% degli arrivi totali. Nell'Italia meridionale ed insulare, vi è stata una diminuzione dell'1,1% degli arrivi, sintesi di un forte calo (9,6%) degli stranieri e di un incremento dello 0,3% degli italiani. La durata media della permanenza negli esercizi alberghieri è stata di 2,99 giornate, con una diminuzione assoluta, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, di 0,05 giornate. A sostenerlo è l'Istat, nel rapporto sul movimento alberghiero tra il 23 dicembre 2008 e il 6 gennaio 2009. La permanenza media ha segnato un lieve calo per la componente italiana (-0,07 giornate) mentre è leggermente aumentata per quella straniera (+0,04 giornate). Il 67,8% della clientela ha preferito le località con turismo prevalentemente stagionale (località montane, marine, lacuali, termali, collinari); questa quota è aumentata di 1,7 punti percentuali rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Il restante 32,2% delle presenze ha riguardato città d'arte e alcuni capoluoghi. La distribuzione territoriale è risultata molto differenziata: la quota delle presenze registrate nelle località turistiche di tipo stagionale è stata massima nell'Italia nord orientale (86,7%) e minima nell'Italia centrale (30,5%). Il 74% della clientela italiana si è recato in località con turismo stagionale, mentre il restante 26 per cento ha visitato città d'arte e capoluoghi. La quota di stranieri che ha optato per queste ultime località è risultata nettamente superiore (47,6%).
Tedeschi, francesi e svizzeri sono gli stranieri che più hanno soggiornato negli alberghi italiani nel periodo tra il 23 dicembre 2008 e il 6 gennaio 2009. I clienti tedeschi hanno costituito una delle tre nazionalità prevalenti per il 43,6 per cento degli albergatori (rispetto al 38,8% del 2008), quelli francesi sono stati segnalati dal 26,6% degli albergatori e quelli svizzeri dal 20,5%. A rilevarlo è l'Istat, nel rapporto diffuso sul movimento alberghiero, secondo il quale tra Natale e l'Epifania il 23,4% dei clienti italiani proveniva dalla stessa regione in cui è situato l'albergo (più 1,2 punti percentuali rispetto alla quota rilevata lo scorso anno), il 34% da regioni limitrofe (più 0,8 punti percentuali rispetto a un anno prima) e il restante 42,6% da altre regioni. Durante il periodo natalizio, il 41% degli albergatori ha segnalato di non aver registrato rinunce (contro il 42,3% di un anno prima). Il 35,1% degli albergatori ha indicato una quota di disdette inferiore al 10%, il 10,3% una quota compresa tra il 10 e il 25% e il 2,5% un'incidenza delle disdette superiore al 25% delle prenotazioni. L'11,1% degli albergatori ha dichiarato di non avere registrato alcuna prenotazione. Il 67,2% della clientela ha preferito gli alberghi di dimensione medio-grande (più di 50 posti letto); la quota è aumentata di quasi un punto percentuale rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Il restante 32,8% ha scelto di soggiornare in alberghi di piccola dimensione (meno di 50 posti letto).

 

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