HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Operazione antindrangheta nel reggino: 12 arresti

Operazione antindrangheta nel reggino: 12 arresti

24 feb 09 Grossa operazione della polizia di Stato nel reggino per l'esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati alla cosca Alvaro di Sinopoli, definita dagli investigatori uno dei più importanti gruppi di 'ndrangheta. I provvedimenti restrittivi, emessi dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, vengono eseguiti dalla Squadra mobile reggina. Alle persone arrestate viene contestato il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti ed al traffico di armi.

Boss Alvaro gestiva affari dal carcere. Continuava a reggere le sorti della sua cosca dall'interno del carcere, Carmine Alvaro, boss dell'omonima cosca di Sinopoli, al quale è stata notificata in carcere un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione condotta all'alba dalla squadra mobile di Reggio Calabria. Carmine Alvaro, di 56 anni, detto "u capirtuni", era stato arrestato dalla squadra mobile di Reggio nel luglio del 2005 dopo due anni di latitanza. In questo periodo, secondo gli investigatori, nonostante la detenzione del carcere di Monza, avrebbe comunque continuato a gestire gli affari della cosca. Il genero di Alvaro, Domenico Cutrì, di 36 anni, è stato ucciso nel settembre scorso davanti al cimitero di Sinopoli. Pochi giorni dopo, il suo presunto assassino è stato ucciso per vendetta nelle campagne romane. Carmine Alvaro sta scontando condanne definitive per oltre 15 anni di reclusione per associazione mafiosa ed armi. L'inchiesta che ha portato all'operazione di oggi lo vede coinvolto per riciclaggio nei comuni della cintura di Roma. Complessivamente le ordinanze emesse dal gip su richiesta della Dda reggina al termine delle indagini della squadra mobile sono 14, due delle quali eseguite dai carabinieri.

Alleanza tra le cosche Alvaro e Tegano. Gli arrestati. Sono 12, su un totale di 14, le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite da polizia di Stato e carabinieri a Reggio Calabria e Sinopoli, contro presunti appartenenti alle cosche Tegano ed Alvaro. Tra i destinatari, con l'accusa di associazione di stampo mafioso, detenzione di materiale esplodente, armi e riciclaggio, il boss, già detenuto, Carmine Alvaro, 56 anni, Domenico Alvaro (72), Nicola Alvaro (27), Stefano Alvaro (29), Domenico Antonio Caruso (56), Rocco Caruso (25), Antonio Dalmato (25), Francesco Dalmato (48), Rocco Salerno (64), tutti originari di Sinopoli. A Reggio sono stati arrestati Francesco Borrato (34), Maurizio Grillone (37) e Felice Antonio Romeno, 47 anni. "Si tratta di un aggregato criminale - ha sottolineato il procuratore aggiunto della Dda, Michele Prestipino - che aveva esteso i propri interessi, in accordo con il clan Tegano di Archi, dal tirreno fino a Reggio Calabria, grazie ai frequenti rapporti che intrattenevano esponenti di spicco dei due clan, tra cui Paolo Schimizzi, scomparso da casa da qualche mese e di cui non si hanno notizie". Polizia e carabinieri, secondo quanto è emerso dalle indagini, grazie a numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno potuto ricostruire il mosaico dei rapporti tra i due clan, di cui hanno anche ritrovato armi ed esplosivi a suo tempo occultati da Paolo Schimizzi che sarebbero serviti nel corso di questi mesi a porre in essere una consistente attività intimidatoria ed estorsiva. "Siamo soddisfatti per l'esito dell'operazione - ha detto il capo della Squadra mobile, Renato Cortese - sui cui esiti stiamo ancora lavorando per ulteriori spunti di indagine". Gli inquirenti proseguono le indagini per accertare le cause della scomparsa di Paolo Schimizzi, "personaggio di vertice della cosca Tegano - afferma un investigatore - che sarebbe entrato in contrasto con esponenti delle ndrine di Archi per la gestione del malaffare". Un'autonomia, quella di Schimizzi, forse maldigerita dai "casati" storici della ndrangheta di Archi, che potrebbero averne ordinato la scomparsa con il metodo della lupara bianca. Le investigazioni hanno riguardato anche le attività di riciclaggio eseguite per conto di Carmine Alvaro da un insospettabile "ragioniere", Maurizio Grillone, definito dagli inquirenti "mente finanziaria del gruppo, con forti relazioni con funzionari di banca e commercialisti interessati agli affari", che finora hanno permesso di accertare operazioni finanziarie di alcune centinaia di migliaia di euro. Le indagini hanno permesso, inoltre, di appurare il ruolo in favore della cosca Alvaro, svolto da un geometra dell'Afor, l'azienda forestale regionale della Calabria, Felice Antonio Romeo, che figura tra gli arrestati, che fungeva da legame tra l'ex latitante Carmine Alvaro e Maurizio Grillone per le operazioni di riciclaggio di valuta estera

PG Pignatone “senza intercettazioni risultati difficili”. ''I risultati finora conseguiti contro la 'ndrangheta sono stati possibili grazie alle intercettazioni, telefoniche ed ambientali, strumenti essenziali senza i quali diventa veramente difficile colpire il crimine organizzato''. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, illustrando i risultati dell'operazione contro la cosca Alvaro. "Nel pieno rispetto dell'autonomia del Parlamento - ha aggiunto Pignatone - credo che ci siano alcuni aspetti tecnici ed alcune procedure operative che meritano un'ulteriore riflessione per non pregiudicare la possibilità di ottenere questi risultati nel contrasto alle organizzazione mafiose". Pignatone, che ha incontrato i giornalisti insieme al questore, Santi Giuffré, ed al comandante del Reparto operativo dei carabinieri, ten.col. Carlo Pieroni, ha ringraziato il gip, Filippo Leonardo "per la sollecitudine con cui sono state valutate ed accolte le richieste della Procura"

Napoli (Pdl) “Prolungare regime 41 bis”. ''L'operazione che questa mattina ha assicurato alla giustizia, alcuni già in carcere, uomini delle cosche Alvaro di Sinopoli e Tegano di Archi, conclama la potenzialità della 'ndrangheta reggina''. Lo sostiene, in una nota, la deputata del Pdl Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Conclamati anche - aggiunge Angela Napoli - i rapporti esistenti tra i vari appartenenti alla 'ndrangheta, ma dimostra, altresi', come i capi boss riescano a gestire, pur in stato di detenzione, gli affari della singola cosca, nonché a dettare le varie attività criminali. Il che dà ragione della necessità di rendere più lungo il periodo di applicazione di regime del 41-bis, ma anche di rendere più rigido e subordinato ad un maggiore controllo lo stesso". Secondo la deputata del Pdl, "la Dda di Reggio Calabria e la Squadra mobile hanno assestato un duro colpo al potere mafioso ed, in particolare, agli uomini della 'ndrangheta di Sinopoli, che ancora oggi rappresentano una delle cosche piu' potente nel territorio tirrenico reggino, ma anche in numerose altre regioni".

Sindaco Reggio “Sferrato duro colpo a cosche”. ''Il mio più sentito plauso all'operazione con la quale le Forze dell'Ordine sono riuscite a sferrare un altro duro colpo alla criminalità organizzata". E' quanto afferma il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, in relazione all'indagine condotta stamani da Polizia di Stato e Carabinieri che "rappresenta - ha aggiunto - un'altra significativa tappa nella difficile battaglia contro le cosche criminali". "Non posso, dunque, che esternare i miei complimenti - sostiene ancora Scopelliti - al questore Santi Giuffré, al capo della squadra mobile, Renato Cortese, al vice questore Renato Panvino, al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, al procuratore aggiunto della Dda, Michele Prestipino, al colonnello Carlo Pieroni, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri ed anche a tutti i magistrati impegnati nella lotta alla 'ndrangheta''. "L'operazione - prosegue il sindaco di Reggio - si sposa con tutti gli altri efficaci successi finora ottenuti ed i ragguardevoli obiettivi raggiunti, e continua a infondere fiducia nella comunità reggina e calabrese. Queste azioni sinergiche contro i poteri criminali sono un'ulteriore testimonianza della presenza dello Stato nel territorio, ed aiutano, concretamente, al diffondersi di una cultura della legalità che ognuno, a secondo del ruolo che ricopre, deve sempre veicolare affinché si attui concretamente quella crescita della nostra città da più parti auspicata, soprattutto da coloro che, e sono la maggioranza, costituiscono la parte sana della comunità: insomma, guardare alla legalità come l'input principale della rinascita del territorio"

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti