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Sanità calabrese nell'occhio del ciclone

 

 

Sanità calabrese nella bufera, Sacconi invia ispettori ministeriali. Madre Federica invoca intervento Berlusconi. Il primario di Lamezia non ci sta “Noi qualità eccellente”

28 ago 09 Il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, ha disposto l'invio degli ispettori del ministero presso il Servizio sanitario della Regione Calabria per concorrere ad accertare le cause - con particolare attenzione ad eventuali inefficienze organizzative - di alcuni decessi avvenuti nelle strutture ospedaliere, a partire da quello dei giorni scorsi di una bambina presso l'ospedale di Locri. Lo rende noto lo stesso ministero. Sacconi, rende noto il ministero, ha inoltre richiesto, tramite il competente Dipartimento, una relazione alla Regione Sicilia sulle dinamiche che hanno condotto alla morte del giovane Filippo Li Gambi. La relazione richiesta dovra' in particolare evidenziare le eventuali inefficienze del servizio 118 - peraltro oggetto, nell'ambito del piano di rientro, di uno specifico programma di riorganizzazione - e dei modi con cui il paziente e' stato trattato nei presidi ospedalieri di Mazzarino e di Caltanissetta. ''A una primissima lettura - rileva il ministero del Welfare - gli episodi appaiono confermare la necessita' di robusti processi di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari nelle Regioni del Mezzogiorno, con particolare riguardo allo sviluppo dei servizi territoriali e alla razionalizzazione delle funzioni ospedaliere per malati acuti, compresa una efficiente e tempestiva rete di emergenza-urgenza''.

Loiero “Ben vengano ispettori”. ''Ben vengano gli ispettori del ministero'': cosi' il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha commentato, con i suoi collaboratori, la notizia dell'invio degli ispettori del Ministero della Salute, decisa dal ministro Sacconi dopo i casi di morti sospette verificatisi in alcuni ospedali calabresi negli ultimi giorni. Secondo quanto si e' appreso da ambienti della Presidenza della Regione, Loiero, riferendosi agli ispettori, ha aggiunto: ''non potranno che rendersi conto dell'enorme sforzo che la Regione sta facendo per migliorare il sistema sanitario''.

Madre Federica invoca Berlusconi. ''Stiamo assistendo ad un vero e proprio bollettino di guerra''. E' indignata Maria Sorrentino, la mamma di Federica Monteleone, la sedicenne entrata in coma nel gennaio del 2007 mentre veniva sottoposta ad un'operazione di appendicite nell'ospedale di Vibo Valentia e deceduta una settimana dopo in quello di Cosenza, che chiede l'intervento del premier, Silvio Berlusconi, dopo i recenti episodi di presunta malasanita'. ''Mentre a Locri si celebravano i funerali della piccola Sara - afferma la donna - a Lamezia Terme un altro giovane lasciava questa vita per un'appendicectomia e a Vibo Valentia veniva aperta una nuova inchiesta per, oramai, l'ennesimo caso sospetto di malasanita'. E' una vera e propria calamita' naturale e in quanto tale un Presidente del Consiglio ha il dovere di recarsi sul luogo del disastro e toccare con mano danni e cause''. ''E' probabile che io possa apparire pesante e ripetitiva - prosegue la donna - ma pesante e ripetitivo e' il dramma che sta colpendo sempre piu' famiglie come la mia. Il mio cuore sanguina di un dolore umanamente insopportabile e questo penso possa bastare a giustificare la mia insistenza affinche' si prendano seri provvedimenti. E' insopportabile pensare di vivere in un Paese in cui si fanno leggi che perseguono penalmente chi abbandona un cane e si lascia libero chi uccide in corsia''. ''Invito il presidente del Consiglio - conclude - a venire in Calabria a verificare personalmente la situazione dei nostri ospedali, perche' e' davvero mortificante accendere la tv, guardare un Tg che un momento prima mostra i funerali di una bimba morta in Calabria per malasanita' e subito dopo di un triplo trapianto all'ospedale le Molinette di Torino. Oggi io mi chiedo: 'ma noi calabresi siamo italiani solo in campagna elettorale?'. Attendo risposta''

Primario Lamezia “Da noi qualità eccellente”. Difende la propria struttura il direttore dell'unita' operativa di chirurgia dell'ospedale di Lamezia Terme, Carmelo Nucera, dove ieri e' deceduto un giovane di 26 anni, Giuseppe Francolino, dopo un intervento di peritonite. ''Intendo rassicurare l'opinione pubblica - afferma Nucera - che il servizio di chirurgia dell'ospedale di Lamezia e' di qualita' eccellente ed in grado di soddisfare le aspettative dell'utenza, ma non per questo insuscettibile di miglioramento. Qualita' eccellente che risulta, peraltro, da prove documentali incontrovertibili, idonee a dissipare ogni dubbio o perplessita'. Negli ultimi due mesi l'attivita' chirurgica di questo ospedale e' aumentata del cento per cento, sono stati eseguiti circa novanta interventi di media ed alta chirurgia per tumori al colon retto, mammella, stomaco, patologie della tiroide, fegato e vie biliari, tumore del pancreas, sempre con esisti positivi. Ed e' degno di nota il fatto che questi risultati si sono conseguiti nonostante il ridotto numero del personale per le ferie estive''

''Mio figlio non ha avuto un soccorso immediato, poi le cose si son complicate ed e' morto'': e' l'atto di accusa di Domenico Francolino, il padre di Giuseppe, il ragazzo di 26 anni morto nella tarda mattinata di ieri nell'ospedale di Lamezia Terme dopo essere stato sottoposto, nei giorni scorsi, ad un intervento chirurgico per peritonite. ''Siamo andati all'ospedale di Vibo - racconta l'uomo - con una richiesta di ricovero per sospetta appendicite ed invece gli hanno dato un calmante. Il medico del pronto soccorso mi ha detto: 'adesso che gli passa il dolore ve lo potete portare a casa'. Ma il dolore non e' passato ed il giorno dopo siamo tornati. Ci e' stato detto che non avevano posti letto e che non ce n'erano neanche a Tropea e che dovevamo andare a Lamezia, ma loro non avevano la disponibilita' di un'ambulanza. Quella di portare mio figlio a Lamezia, quindi, e' stata una scelta obbligata. Lo abbiamo caricato in auto e l'abbiamo portato d'urgenza''. I problemi di Giuseppe, pero', sono proseguiti anche dopo. ''Il primario che l'ha operato per peritonite - ha raccontato Francolino - ha detto di avere fatto tutto il possibile e che con le cure che ci sono oggi Giuseppe si sarebbe ripreso. Mi diceva anche che lo avrebbe dimesso, mentre il ragazzo peggiorava sempre di piu'. Poi, due giorni dopo l'operazione, a Giuseppe e' stata fatta una puntura di non so quale sostanza e quella puntura gli e' stata fatale perche' l'ha bloccato completamente''. ''Mi ripeteva continuamente 'papa' non vedo piu', sto male' - ha proseguito Domenico Francolino - e i medici mi ripetevano di stare tranquillo perche' si sarebbe ripreso. Ad un dottore ho chiesto un elettrocardiogramma per mio figlio e lui mi ha risposto 'e a che cosa serve'. Tra l'altro sembrava quasi disturbassi i medici quando li chiamavo. Si sono precipitati nell'ultima mezz'ora di vita di mio figlio, ma a cosa e' servito. Dovevano farlo prima. Adesso chiedo che venga accertata la verita'. Se c'e' stato un ritardo che ne rispondano. A me mio figlio non me lo restituira' nessuno, ma che almeno non commettano altri errori''

Montani(Lega) “Loiero si dimetta”. ''Bene Sacconi'': cosi' il senatore della Lega Nord Enrico Montani commenta la decisione del ministro del welfare di inviare i propri ispettori in Calabria, dopo i decessi avvenuti in alcune strutture ospedaliere della regione. ''Dopo l'ultima di sei morti sospette in Calabria in 17 giorni - aggiunge Montani - ormai in questa regione e' normale morire di malasanita'. Forse si riesce a vivere andando contromano sulla Salerno-Reggio Calabria piuttosto che entrando in alcune strutture sanitarie calabresi. Loiero e tutta la giunta dovrebbero dimettersi''. ''L'imminente comitato per lo Sviluppo del Sud - conclude il senatore leghista - non deve dare una lira per nuove strutture sanitarie. Forse servono per riazzerare i vertici scientifici e amministrativi della sanita' in Calabria''

UGL “Sindacati in commissione inchiesta”. ''Non siamo in Afganistan o Iraq, ma, ormai, in Calabria si muore, ogni giorno, di malasanita' piu' che su di un campo di battaglia. L'Ugl chiede grande chiarezza, ma cio' puo' avvenire soltanto con la presenza dei rappresentanti sindacali nella commissione d'inchiesta che l'Asp sostiene di avere istituito''. E' quanto afferma Vincenzo Ursini, segretario provinciale del Comparto sanita' dell'Ugl, che interviene sul decesso di Giuseppe Francolino, avvenuto l'altro ieri nell'ospedale di Lamezia Terme (Cz). ''A nome del sindacato che rappresento, - dice Ursini - esprimo innanzi tutto i miei sentimenti di cordoglio e di grande rispetto alla famiglia di Giuseppe e ai dipendenti di Villa Arcobaleno, che lo hanno amorevolmente vegliato fino all'ultimo istante della sua vita. Ormai siamo in presenza di morti quotidiane assurde, che nulla hanno a che fare con una sanita' dignitosa, capace di mettere al centro l'individuo e di rispondere al meglio alle piu' banali richieste di assistenza come puo' essere un'appendicectomia''. ''Lamezia, come Catanzaro, Locri, Acri, Vibo, Tropea, Cinquefrondi, Belvedere Marittimo. E' questa - chiede Ursini - la sanita' della nostra regione? Allora meglio smettere, meglio chiudere immediatamente tutti gli ospedali a rischio per evitare che altre morti si aggiungano a quelle degli ultimi due anni. La Giunta Regionale - conclude - dovrebbe spiegare ai calabresi perche' a Vibo, Serra San Bruno, Tropea non c'erano posti letto; dovrebbe spiegare perche' Giuseppe non e' stato trasferito da Vibo a Lamezia Terme 'per mancanza di ambulanza'''.

Tassi (SD) “Sanità si liberi della politica”. “Non ci sara' mai pace per la sanita' calabrese fino a quando rimarra' terreno di conquista per le fortune politiche''. Lo afferma Pino Tassi, del coordinamento calabrese di Sinistra democratica. ''Il centrodestra - aggiunge - ha dato uno spettacolo penoso ai tempi delle giunte Chiaravalloti. Le giunte Loiero hanno proseguito su questa strada senza dare un segnale di cambiamento e di rinnovamento. Alle belle parole sono sempre seguite le stesse azioni di lottizzazioni e di controllo sistematico di tutto. Dopo aver trattenuto la delega alla sanita', il Presidente Loiero ha continuato con una gestione improntata alla lottizzazione politica, al controllo sistematico di tutto il sistema, spesso con gli stessi personaggi dell'era Chiaravalloti. Fino ad arrivare all'assurdo di una lista ispirata dall'Asp alle provinciali di Cosenza e al pasticciaccio brutto dell'Asp di Vibo Valentia''. ''E' il sistema complessivo - dice Tassi - che non regge piu', che si e' avvitato su se stesso e rischia l'implosione. A settembre Berlusconi commissariera' la sanita' calabrese e sara' l'ennesimo fallimento e spreco di risorse a fine elettoralistici. La sanita' calabrese deve essere liberata dal giogo della politica e per fare questo si deve avere il coraggio di una semplice grande riforma. Tutti i medici e i dipendenti della sanita' pubblica e quella convenzionata non possono candidarsi alle elezioni nazionali, regionali, comunali''. Sara' anche una norma discriminatoria, conclude Tassi, ''ma e' propedeutica per il bene della collettivita'. Le nomine dei direttori generali delle Asp deve avvenire attraverso concorso pubblico con una commissione di chiara fama internazionale. I concorsi per primari devono avvenire per concorso limitando la discrezionalita' dei direttori generali. Tutti gli appalti per acquisti di attrezzature, macchinari, devono essere svolti dalla Stazione unica appaltante. La Calabria - conclude Tassi - ha bisogno, invece, di una nuova classe dirigente che non curi le proprie fortune politiche ma guardi agli interessi dei cittadini e della collettivita'''.

 

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