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Tagli alle scuole, iniziative

 

Tagli alle scuole, iniziative degli insegnanti. Penalizzati i piccoli comuni

11 set 08 "Polemiche sterili e affermazioni superficiali. La scuola del Sud risente solo di problemi strutturali". E' il messaggio che gli insegnanti e i rappresentanti della scuola della provincia di Cosenza hanno lanciato, oggi, nel corso di un incontro sul tema "Insegnare e apprendere al Sud...Lavorare al Nord". All'iniziativa, promossa dal Centro di iniziativa democratica degli insegnanti (Cidi) e dall'Assessorato alle Politiche dell'educazione del Comune di Cosenza, hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Cidi di Cosenza, Assunta Morrone; l'assessore comunale alle Politiche educative, Maria Lucente, e Caterina Gammaldi, componente del consiglio nazionale della Pubblica istruzione. "Si è trattato di un momento di confronto e dibattito - ha detto l'assessore Lucente - e non di un attacco al ministro Gelmini. L'occasione è riflettere sul futuro della scuola. Il tema di oggi è scaturito dalle affermazioni provocatorie e superficiali del ministro sugli insegnanti del Sud. Si tratta di una contraddizione - ha aggiunto - perché non è possibile allora che gli insegnanti del sud vanno ad insegnare al nord e lì il sistema scolastico va bene". "Tutto ciò, quindi, - ha aggiunto l'assessore - testimonia anche un'ignoranza scolastica perché il ministro dovrebbe sapere che le statistiche sulla dispersione scolastica sono legate a variabili più generali. L'insegnante non si valuta dal risultato. La differenza tra nord e sud va letta nell'ottica del contesto socio-economico". Secondo l'assessore Lucente e il presidente Morrone "il problema è di risorse. Sulla scuola non si è mai investito in modo sufficiente e adeguato alle esigenze". "L'aspetto più grave - ha detto ancora Lucente - è che oggi siamo di fronte ad un disinvestimento. La scuola primaria è un punto di eccellenza, secondo le statistiche europee, e il ministro va proprio a toccare un punto di eccellenza. Non bocciamo la Gelmini perché noi apparteniamo alla scuola e la scuola non boccia, ma valuta. Questo il significato dell'incontro e la nostra intenzione di confrontarci". La scuola cosentina non condivide, però, neppure le "proposte" del ministro, in particolare, sul maestro unico. "Il maestro unico - ha sostenuto ancora l'assessore Lucente - appartiene ad altri tempi. Più insegnanti sono un ulteriore arricchimento per i ragazzi. Dobbiamo comunque superare il buonismo, anche se non penso che un voto in condotta possa risolvere quello che è un problema di personalità. Bisogna affrontare il problema in termini di stili educativi". Per il presidente del Cidi di Cosenza "le affermazioni della Gelmini sono del tutto sbagliate. La scuola è uguale da Trento a Canicattì. Le difficoltà sono di carattere sociale. Il maestro unico è un negativo ritorno al passato. Non vogliamo scontrarci con la Gelmini, ma spesso si parla di scuola senza esserci mai entrati"

Penalizzati i piccoli comuni. Legambiente Calabria, in una nota, esprime preoccupazione per il "taglio" di posti di insegnante. "La riduzione di 87 mila posti di lavoro nei prossimi tre anni - afferma in una nota Legambiente - ci preoccupa molto perché verrà meno l'erogazione del servizio scolastico soprattutto in tanti piccoli comuni italiani, dove l'istituzione scuola rappresenta il principale, se non l'unico, presidio culturale". "Questo - sostiene ancora Legambiente - vale ancor più in Calabria, regione in cui, come si evince dal Rapporto sul 'Disagio insediativo' presentato il 6 agosto scorso da Confcommercio e Legambiente, l'86,5% dei comuni sono 'ghost town', città fantasma, comuni a rischio di estinzione. Comuni con meno di cinquemila abitanti che hanno grosse difficoltà a raggiungere la soglia minima di sopravvivenza". "Chiediamo alla Regione, all'Ufficio scolastico regionale, alle cinque Province e agli enti locali - conclude la nota - di difendere con forza e determinazione le comunità dei piccoli centri, concordando insieme i criteri di razionalizzazione e adottando parametri e soluzioni territoriali consoni ai bisogni e alle peculiarità delle diverse realtà. I piccoli comuni calabresi non possono assolutamente essere considerati un problema bensì una delle principali risorse calabresi da saper valorizzare. Sono l'identità della Calabria, la scommessa attraverso cui costruire il futuro di qualità della Calabria che vorremmo. In Calabria, più che altrove in Italia, il sapere é la vera chance per liberarsi dal giogo della malavita e del ritardo economico e guardare al futuro con fiducia. La scuola, invece, rischia di essere considerata 'solo' il luogo dove far quadrare i conti dello Stato per ridurre la spesa pubblica operando tagli in maniera indiscriminata. Tagliare la cultura uccide il futuro".

Calabria fanalino di coda per la sicurezza. Calabria anche quest'anno fanalino di coda per la sicurezza degli edifici scolastici. Il dato calabrese, come avvenuto lo scorso anno, infatti, sarebbe "il peggiore" in Italia nell'ambito dell'indagine condotta da Cittadinanzattiva che sarà ufficialmente presentata il 26 settembre a Roma. "La realtà calabrese, - dichiara Annamaria Serratore, coordinatrice regionale della rete scuola di Cittadinanzattiva calabrese - sostanzialmente, non si discosta molto dallo scorso anno rispetto ai dati che abbiamo raccolto e che ora stanno finendo di elaborare a Roma". Nel 2007, Cittadinanzattiva, aveva svolto un monitoraggio degli edifici scolastici valutando alcuni dati suddivisi in quattro macro aree (edifici, qualità, prevenzione e vigilanza, organizzazione) ed effettuando una valutazione per settori come, ad esempio, la presenza di barriere architettoniche, le uscite di sicurezza, le scale di emergenza, la sicurezza degli impianti, ma anche l'igiene, la presenza di gradini antiscivolo e di estintori, le condizioni dei pavimenti e delle finestre, le mense. In base a questi elementi il V rapporto nazionale della campagna "impararesicuri" di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e comfort a scuola, nel valutare gli edifici calabresi e dare loro una voto così come si fa a scuola con gli studenti, diede un buono, nove discreti, 18 appena sufficiente ed un insufficiente ai 35 edifici monitorai. Di fatto, quindi, bocciò le strutture scolastiche calabresi rispetto alle quali lo Stato stanziò 39,7 milioni di euro per la messa in sicurezza antisismica, mentre 52,8 furono i milioni di euro cofinanziati da Stato ed Enti locali per la manutenzione ordinaria e straordinaria nel triennio 2007-2009. "Ad oggi, però, - prosegue Serratore - è stato fatto poco e la situazione dei nostri edifici scolastici non è migliorata. Il fatto è che, senza voler colpevolizzare nessuno, la politica non ci aiuta e la situazione per il futuro non penso sarà migliore, visti i tagli che ci sono stati. I nostri figli, - aggiunge - ogni giorno possono rischiare perché non abbiamo strutture adeguate e sicure. Come Cittadinanzattiva non vogliamo additare alcuno, ma intendiamo essere da stimolo per le Istituzioni in quanto convinti che si tratta di responsabilità che devono essere prese da cittadini ed Istituzioni". Spulciando tra i dati dello scorso anno si evince anche un altro elemento e, cioé, che la stragrande maggioranza degli edifici calabresi, ma anche nazionali, non ha il certificato di agibilità. Infatti, è detto nel rapporto del 2007, "secondo i dati forniti dai comuni italiani ed elaborati da Legambiente (ecosistema scuola 2007) più della metà degli edifici sono stati costruiti prima del 1974, anno in cui fu emanata la legge n. 62 'Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche'. Se si considera che il 40% del nostro territorio è sismico, la percentuale delle scuole costruite in queste zone ed esposta al rischio sismico risulta essere molto elevata"

 

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