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Scorie tossiche , nel 2004 arsenico nel mare

 

Scorie tossiche a Crotone, nel 2004 Legambiente aveva denunciato la presenza di arsenico nel mare, la Procura acquisisce i dati.

30 set 08 Una presenza di arsenico di quasi tre volte superiore al limite nel mare di Crotone era stata evidenziata in uno studio del 2004 di Legambiente e Wwf. Sulla presenza di arsenico sta indagando la Procura di Crotone nell'ambito dell'inchiesta "Black Mountains" che ha portato al sequestro di 18 aree nei comuni di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto sotto le quali sono state stoccate 350 mila tonnellate di scorie altamente tossiche. Lo studio, "Lo stato di salute del mare italiano", era stato realizzato dalle associazioni ambientaliste elaborando i dati del piano triennale di monitoraggio marino-costiero del ministero dell'Ambiente. Secondo l'elaborazione di Legambiente e Wwf, nel mare di Crotone, nel primo e nel secondo semestre del 2002, erano stati rilevati, rispettivamente, 33.360 e 29.704 microgrammi per chilo di arsenico, mentre nel secondo semestre 2003 il dato era di 39.557. Il valore limite è 12.000. Ieri il pm Pierpaolo Bruni ha deciso di acquisire un altro studio, realizzato nel 2007 dal Conisma, il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare, da cui emergeva la presenza di arsenico in mare.

La Procura acquisisce i dati di Legambiente. La Procura di Crotone acquisirà lo studio fatto nel 2004 da Legambiente e Wwf da cui emergeva una presenza di arsenico in mare di quasi tre volte superiore al limite. Dopo il sequestro di 18 aree nei comuni di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto sotto le quali sono state stoccate 350 mila tonnellate di scorie altamente tossiche provenienti dall' stabilimento dell'ex Pertusola, quello dell'inquinamento marino é un nuovo fronte d'indagine. La Procura, in particolare, vuole verificare se la presenza di arsenico in mare possa essere riconducibile alle scorie tossiche interrate sotto le aree sequestrate, tra le quali c'é anche una banchina del porto.

Question time della Senatrice Bianchi. In merito alla vicenda scorie, rifiuti tossici a Crotone e bonifica dell’ex area industriale della città, Giovedì 2 Ottobre alle ore 16,00 la Senatrice del Partito Democratico Dorina Bianchi rivolgerà un Question Time al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. La rilevanza degli ultimi fatti di cronaca, determinati dall’operazione della Procura di Crotone, denominata “Black Mountains” impone una profonda riflessione sulla questione ambientale nel territorio di Crotone, aggravata nel corso degli anni dalla mancata bonifica dell’area industriale.

Sinistra Critica “Spezzare i legami del malaffare”. "Vivere, studiare ed avere una casa a Crotone può risultare non particolarmente salubre per la propria salute". Lo afferma, in un comunicato, Gennaro Montuoro del coordinamento regionale Sinistra Critica Calabria. "I cittadini di Crotone - prosegue la nota - sono venuti a conoscenza che le proprie abitazioni e le scuole che quotidianamente frequentano, sono piene zeppe di arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio, insomma sostanze tossiche speciali (alcune delle quali cancerogene) provenienti dagli scarti dell'industria Pertusola (Gruppo Eni) di Crotone ed utilizzate per confezionare il conglomerato cementizio insieme alla loppa d'altoforno proveniente dall'Ilva di Taranto". "Quantità enormi - aggiunge - di rifiuti pericolosi in grado di inquinare anche le falde acquifere che dissetano l'intera città. Il meccanismo criminale era semplice ed al contempo inquietante: per quale motivo acquistare nuovi materiali da costruzione quando a pochi passi dalla città centinaia e centinaia di tonnellate di scorie industriali erano disponibili a tale scopo? Allora ecco l'idea creativa di 'riciclare' direttamente 350 mila tonnellate di scorie cancerogene ed impacchettarle dove nessuno mai può trovarle: nel calcestruzzo utilizzato per realizzare opere pubbliche come scuole, case popolari e quant'altro". "L'evidente connubio - è detto nel comunicato - tra 'ndrangheta, economia ed apparati dello stato si rafforza ogni giorno di piu': le politiche di aggressione al territorio, le logiche di accumulazione del capitale, l'incontrastata ed egemone presenza delle mafie nel controllo del ciclo dei rifiuti, ha come risultato evidente i numerosi danni all'ambiente e l'attacco alla salute collettiva". "A queste logiche - conclude - che associano accumulazione mafiosa del capitale, controllo sociale del territorio e attacco alla salute collettiva non possiamo che rispondere con una antimafia sociale attraverso il protagonismo delle realtà territorialmente organizzate, il presidio permanente del territorio e la continua resistenza allo strapotere mafioso, ma anche attraverso una costante denuncia di collateralismi e collusioni"

 

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