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Sequestrati reparti ospedale Vibo: ora messa in sicurezza

 

Ospedale di Vibo: al lavoro per messa in sicurezza. Sequestrato elettrobisturi. I medici scrivono a Napolitano. Altro caso di presunta malasanità

28 ott 08 Nell'ospedale di Vibo Valentia, ventiquattro ore dopo il sequestro di tre reparti e dell'impianto elettrico, si iniziano a definire gli interventi necessari per la messa in sicurezza della struttura. I medici hanno intanto annunciato che chiederanno un incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Stamani si è riunita la task force, composta da medici e tecnici, voluta dal commissario straordinario dell'azienda sanitaria di Vibo Valentia, Rubens Curia. Nel corso della riunione sono stati analizzati i lavori già avviati mentre si é deciso le attività da svolgere prossimamente. Nel provvedimento di sequestro, infatti, è previsto che l'ospedale venga messo in sicurezza entro i prossimi trenta giorni. I medici ed i primari hanno partecipato ad una riunione durante la quale è stata espressa fiducia nell'operato della magistratura. I medici dell'ospedale hanno anche deciso che chiederanno un incontro con il Capo dello Stato perché "siamo quotidianamente sottoposti - hanno detto - ad attacchi mediatici e per questa ragione chiederemo a Napolitano che ci dia delle garanzie in modo da continuare serenamente nel nostro lavoro". Nell'ospedale stamani c'é stato un gran fermento e, per l'ennesima volta, si è assistito all'arrivo dei carabinieri che, su disposizione della Procura, hanno sequestrato un elettrobisturi, utilizzato per l'intervento chirurgico a Federica Monteleone, la ragazza di sedici anni che nel gennaio del 2007 è entrata in coma a causa di black out durante un intervento di appendicectomia ed è morta dopo quattro giorni. Per la morte della ragazza sono indagate nove persone accusate di omicidio colposo. "Il sequestro dell'elettrobisturi - ha detto Maria Sorrentino, madre di Federica Monteleone - arriva in ritardo. Dopo la morte di mia figlia sono stati fatti altri cinquecento interventi con la stessa apparecchiatura. Sono convinta che l'ospedale di Vibo Valentia è da chiudere". La situazione dell'impianto elettrico è stata ampiamente analizzata nel corso dei sopralluoghi fatti nel settembre scorso dai carabinieri. E nel provvedimento di sequestro eseguito ieri mattina i magistrati evidenziano il rischio di folgorazione o incendi. I magistrati descrivono poi la presenza di sporcizia e spazzatura in molti reparti. Sulla vicenda di Vibo Valentia il Presidente della Regione, Agazio Loiero, non ha avuto esitazione nell'affermare che "puntiamo alla costruzione del nuovo ospedale in tempi brevi. Pensiamo di avere il progetto entro la fine dell'anno per poter cominciare la costruzione nel 2009"

La mamma di Federica “Un ospedale da chiudere”. "Non sono meravigliata del sequestro dei reparti. L'ospedale di Vibo Valentia è fatiscente ed è da chiudere". Lo ha detto Maria Sorrentino, madre di Federica Monteleone, la sedicenne morta dopo un intervento di appendicectomia. "Fino a poco tempo fa - ha aggiunto - pensavo che l'ospedale non fosse da chiudere perché raccoglie un bacino di utenza molto ampio. Oggi, con tutto quello che è successo e vedendo quanto sta emergendo, ritengo che sia meno rischioso fare qualche chilometro in più per andare a Cosenza o Catanzaro anziché recarsi a Vibo". Maria Sorrentino, sul sequestro compiuto stamani dell'elettrobisturi, utilizzato per l'intervento chirurgico di Federica, ha detto che "é un provvedimento che arriva con ritardo. Già a marzo del 2007 segnalai ai carabinieri che quell'apparecchio aveva provocato un arresto cardiocircolatorio in due pazienti. E dopo la morte di mia figlia quell'elettrobisturi è stato usato per altri 500 interventi. Ritengo che si è veramente scherzato con il fuoco".

Loiero “Puntiamo a nuovo ospedale”. "Su Vibo Valentia puntiamo alla costruzione del nuovo ospedale in tempi brevi". A dirlo è stato il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, parlando con i giornalisti della situazione del nosocomio vibonese al centro di una inchiesta giudiziaria che ieri ha portato al sequestro di tre reparti e all'emissione di 33 avvisi di garanzia. "Pensiamo - ha aggiunto Loiero - di avere il progetto entro la fine dell'anno per poter cominciare la costruzione nel 2009. C'é da tener presente che quello preliminare non è più adeguato alle norme di sicurezza e antisismiche perché realizzato prima dell'entrata in vigore. Nel frattempo seguiremo il commissario dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, Rubens Curia, che ha assunto la responsabilità della vecchia struttura". Parlando poi della sanità più in generale, Loiero ha sostenuto che "occorre far capire che la sanità indifendibile finisce per pesare su quella difendibile".

Parenti denunciano un altro presunto caso di malasanità. I parenti di una donna di 76 anni, Domenica Rotiroti, hanno riferito di un nuovo presunto caso di malasanità verificatosi nell'ospedale di Vibo Valentia, dove ieri sono stati sequestrati tre reparti. I familiari della donna, secondo quanto scrive la Gazzetta del Sud, hanno sostenuto che nel pronto soccorso del nosocomio, uno dei tre reparti sequestrati insieme a quelli di ortopedia e immunoematologia, non sarebbe stata diagnosticato un tumore alle vie respiratorie. L'episodio risale al 24 settembre scorso. Secondo quanto ha riferito una figlia di Domenica Rotiroti, la donna aveva dolori ad una spalla e ad un fianco ed aveva anche la tosse. Al pronto soccorso è stata fatta una visita da un medico il quale ha detto che non c'era nulla. L'anziana è stata così riportata a casa, ma i dolori persistevano. I parenti l'hanno riportata in ospedale e "dopo tante insistenze - ha detto la figlia - i medici si sono convinti a fare una radiografia al torace. E' stata diagnosticata una lieve bronchite malgrado abbiamo riferito che mia madre aveva vomitato sangue e continuava ad avere una brutta tosse. Ci hanno detto, però, che in ospedale non c'erano posti disponibili". Successivamente, hanno riferito ancora i parenti, la donna è stata portata nell'ospedale di Lamezia Terme e qui è stato diagnosticato il tumore, con metastasi in varie parti del corpo. I parenti della donna hanno detto di non volere presentare alcuna denuncia per quanto è accaduto. "Abbiamo voluto solo informare l'opinione pubblica - hanno detto - di quanto è accaduto, che non è degno di un ospedale civile"

In ospedale rischio folgorazione. Nell'ospedale di Vibo Valentia esiste un elevato rischio di folgorazione a causa dell'impianto elettrico fuori norma. Il particolare emerge dal provvedimento di sequestro di tre reparti emesso dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta sull'ospedale nella quale sono indagate 33 persone. Nel provvedimento della magistratura si evidenzia che era "consentito l'uso di impianti elettrici fuori norma, ovvero di lampade elettriche ad incandescenza ed i relativi portalampade non costruite in modo che il montaggio e lo smontaggio delle lampade potesse effettuarsi senza toccare parti in tensione e, a lampade montate, che non vi fosse la possibilità di contatto con le dette parti, esponendo così ad elevati rischi per la sicurezza e l'incolumità (folgorazione/incendio) gli operatori, i degenti e gli ospiti". Sull'impianto elettrico i magistrati si soffermano ampiamente evidenziandone i problemi ed i rischi sia per il personale dell'ospedale che per i pazienti.

Polvere e sporcizia nei reparti. Polvere e sporcizia diffusa sono state riscontrate dai carabinieri nel corso del sopralluogo fatto nel settembre scorso nell'ospedale di Vibo Valentia. La mancata pulizia delle strutture e le precarie condizioni igieniche sanitarie sono descritte nel provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica. Nella sala osmosi di nefrologia e dialisi, ad esempio, i carabinieri hanno riscontrato "polvere diffusa ed ampie scrostature nella pitturazione, mentre nella emodialisi le bocchette di immissione di aria condizionata si presentavano sporche con aloni di polvere sulle pareti". Nel reparto di malattie infettive sono state trovate delle "incrostazioni di sporcizia sui muri e pavimenti del bagno". Nella struttura di cardiologia e terapia intensiva, ed in particolare nel locale di degenza 'Day Hospital ambulatorio ergometria', c'era la presenza di "polvere e sporcizia sugli arredi".

Vicino ospedale box con rifiuti. Un box in lamiera, di circa venti metri cubi, è stato trovato vicino all'ospedale di Vibo Valentia durante i sopralluoghi fatti nei mesi scorsi dai carabinieri. Nella struttura sono stati trovati rifiuti di ogni genere, tra cui anche quelli pericolosi. In particolare, c'erano flaconi di vetro e plastica che in passato contenevano reagenti, acidi e medicinali vari. Nel box erano stati abbandonati anche vecchi letti, materassi, arredamenti metallici e apparecchiature elettriche ormai obsolete. Durante i controlli, fatti nel settembre scorso, furono trovati anche due recipienti di forma cilindrica della capacità di 250 litri ciascuno pieni di un liquido utilizzato nel reparto di radiologia. I carabinieri hanno accertato anche che le acque reflue derivanti dall'attività dell'ospedale venivano scaricate, senza alcuna autorizzazione, nella pubblica fognatura.

 

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