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Verso la recessione
Nel 2009 si stringerà la cinghia: Pil scenderà dello 0,3% in Italia al doppio nel sud 06 nov 08 Il Pil italiano scenderà dello 0,3%
nel 2009 e la recessione sarà decisamente più pesante
al Sud, dove la flessione dell'economia raggiungerà lo 0,6%.
E' quanto emerge dal rapporto 'Scenari di Sviluppo' di Unioncamere,
secondo il quale il 2008 si chiuderà con un calo del Pil dello
0,2%, per poi passare ad un -0,3% nel 2009 e risalire ad un +0,8%
nel 2010. Solo nel 2011 la crescita tornerà ad essere decisa
e pari al +1,3%. Per il prossimo anno, però, "a pagare
il prezzo più alto della crisi economica sarà il Mezzogiorno:
-0,6% l'andamento del Pil previsto in quest'area contro il -0,3% della
media nazionale, con Basilicata (-0,9%), Molise, Puglia e Calabria
(-0,8%) fanalini di coda della classifica regionale. Solo l'Emilia
Romagna sembra destinata a contenere il peso della crisi, incrementando
la propria attività produttiva dello 0,1%". "Il quadro
è sicuramente difficile, soprattutto perché mostra che
la crisi attuale si abbatterà con maggior violenza sulle regioni
economicamente più deboli del Paese", sottolinea in una
nota il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, secondo il quale
però "il nostro sistema produttivo è fondamentalmente
sano e sta già lavorando per reagire alla congiuntura negativa".
In questo momento, aggiunge, "assicurare l'accesso al credito
alle imprese è la priorità delle priorità. Senza
liquidità disponibile, infatti, il vero motore del Sistema
Italia rischia di andare in panne e di non riuscire a riagganciare
la ripresa" quando si presenterà. Scendendo nel dettaglio
dell'analisi, il rapporto mostra come "in tutte le regioni del
Mezzogiorno l'andamento del Pil nel prossimo anno appaia preceduto
da un segno meno, compreso tra il -0,9% della Basilicata e il -0,3%
della Sicilia. Nel Nord-Ovest (-0,3% la media della ripartizione)
è la Liguria che preannuncia maggiori difficoltà (-0,4%),
mentre Lombardia e Piemonte si allineano al dato medio nazionale (-0,3%).
Al Centro (-0,2%) dovrebbero essere invece le Marche (-0,4%) la regione
più penalizzata. Solo il Nord-Est (0,0%) fa sperare in una
stabilità sostanziale, con l'Emilia Romagna unica regione a
registrare una debole crescita (+0,1% il Pil previsto nel 2009)".
Nel 2008 e nel 2009 sarà la flessione delle esportazioni il
catalizzatore della recessione italiana, a causa soprattutto del "rallentamento
atteso nei consumi e negli investimenti dei maggiori mercati europei
e negli Stati Uniti", che avrà "un impatto sfavorevole
sulle vendite di beni italiani all'estero, che dovrebbero attestarsi
quest'anno al +1,6%, e nel 2009 al +0,6%". Male anche la spesa
per consumi delle famiglie, che dovrebbe contrarsi dello 0,3% nel
2008 e nel prossimo anno, come "conseguenza dell'aumento dei
prezzi delle materie prime, del deterioramento del clima di fiducia
e delle condizioni di indebitamento". Crescita ridotta per gli
investimenti (+0,2% e +0,1% rispettivamente nei due anni) e per l'occupazione
(+0,1% nel 2009), mentre la disoccupazione dovrebbe salire al 6,8%
quest'anno ed al 7,2% nel prossimo, contro il 6,1% del 2007.
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