Dir.resp. Pippo Gatto

 

Alla sbarra i medici coinvolti nella morte del piccolo Andrea Bonanno. Rigettata la costituzione di parte civile della Regione

24 nov 08 E' iniziato il processo a carico di quattro medici dell'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza accusati di aver provocato la morte del piccolo Andrea Bonanno. Andrea, di 7 anni, morì nell'ottobre del 2005 dopo un periodo di coma. Secondo l'accusa la causa del decesso del bimbo sarebbe stato un intervento effettuato per allargare il gesso applicatogli dopo la frattura di un braccio. I medici non si sarebbero accorti che nel praticare l'ingessatura si era formata un'ulcera cutanea ed una infezione settica. Da qui, sempre secondo l'accusa, l'arresto cardiocircolatorio che causò lo stato di coma del piccolo Andrea, che era anche portatore di una cardiopatia congenita. All'udienza di oggi erano presenti i genitori del bambino, Giovanni e Fatima Bonanno, che sono difesi, come parte civile, dall'avvocato Carlo Taormina. Il Tribunale ha rigettato la richiesta della Regione Calabria di costituirsi parte civile nel processo.

I genitori “Sia fatta giustizia”. "Andrea era il nostro unico figlio. Confidiamo molto nella magistratura affinché venga fatta giustizia". Lo hanno detto Giovanni e Fatima Bonanno, i genitori di Andrea, morto nell'ottobre del 2005 nell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza. "E' un processo - ha detto l'avvocato Carlo Taormina - con accuse che sconvolgono non tanto per la negligenza e l'imperizia dimostrata dai medici, ma proprio per l'assoluta mancanza di qualsiasi tipo di attenzione". La difesa dei quattro medici accusati di omicidio colposo punta invece su una perizia effettuata da esperti, come ha detto l'avvocato Antonio Quintieri. "Una super-perizia affidata dal Gip a illustri professori universitari - ha sostenuto Quintieri - che ha stabilito che non vi è alcuna colpa nell'esercizio delle funzioni dei medici rinviati a giudizio".