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Accuse a Despar citata per danni Commissione Antimafia e Parlamento

 

Accuse a Despar citata per danni Commissione Antimafia e Parlamento

28 mar 08 Il Gruppo Fincom, la Gam spa Despar Calabria ed il loro presidente hanno citato per danni avanti il Tribunale civile di Roma la Commissione Parlamentare Antimafia (in persona del suo presidente), la Camera dei Deputati (in persona del presidente), il Senato della Repubblica (in persona del presidente), nonché il Ministero della Giustizia (in persona del Ministro) per la divulgazione di notizie false e diffamatorie diffuse dalla Commissione Antimafia. "Nel corso di un'audizione davanti alla Commissione antimafia nel dicembre scorso, un magistrato della Direzione Nazionale Antimafia - è detto in una nota del gruppo - aveva riferito una serie di numeri e fatti inesistenti sul conto del gruppo nonché circostanze relative ad una indagine aperta a seguito di un esposto anonimo. Nell'audizione era stata però omessa la circostanza che dopo un'approfondita indagine di oltre tre anni svolta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, la stessa si era conclusa con l'archiviazione del procedimento. Con l'atto di citazione si contesta alla Commissione Antimafia sia di avere consentito la divulgazione di notizie infondate e secretate, le quali hanno dato vita ad una campagna denigratoria nei confronti del Gruppo, sia di avere riportato nella sua relazione finale - diffusa nel febbraio scorso - circostanze da tempo accertate come infondate dall'Autorità giudiziaria, oltre ad una serie di ipotesi diffamatorie".Il Ministero è invece citato per aver fornito "tramite la Direzione Nazionale Antimafia, notizie di cui la magistratura - prosegue la nota del gruppo - aveva appurato l' infondatezza anziché gli elementi che evidenziavano l'assoluta estraneità del Gruppo a fenomeni di criminalità organizzata.Allo stato i danni di cui si chiede il risarcimento sono stati quantificati in 200 milioni di euro". Nel contempo il presidente di Despar ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo (con sede a Strasburgo) denunciando "l'illegalità dell'operato della Commissione Parlamentare Antimafia alla quale la legge, in violazione degli articoli 6 ed 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, attribuisce i poteri dell'autorità giudiziaria e consente ad un soggetto che non presenta i requisiti di terzietà e di imparzialità di indagare sul conto dei cittadini con accuse segrete, senza alcun contraddittorio, senza il diritto per l'indagato di essere sentito, e soprattutto senza possibilità di impugnare le risultanze della Commissione".

Forgione “Non meritavamo tanta attenzione”: "Le preannunciate querele dell'imprenditore alla commissione parlamentare Antimafia ed ai presidenti della Camera e del Senato in rappresentanza dell'intero Parlamento la dicono lunga sul modo in cui alcuni settori del mondo imprenditoriale vivono la lotta alla mafia". E' quanto afferma in una nota il presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione, capolista al Senato in Calabria della Sinistra-Arcobaleno", Francesco Forgione. "Quanto scritto nella relazione della commissione antimafia - aggiunge Forgione - è documentato negli archivi della commissione stessa. Quanto alla richiesta di audizione che sarebbe stata richiesta alla Commissione evidentemente è stata avanzata alla Procura nazionale antimafia e non alla Commissione, visto che non ci risulta alcuna sollecitazione in tal senso. Manca soltanto l'Onu come massima istituzione garante dei diritti dei cittadini; poi tutte sarebbero state chiamate in causa nella richiesta di risarcimento dei danni. Non pensavamo di meritare tanta attenzione".

 

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