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Inchiesta NOAS: arrestato l'ass. Tripodi

 

Operazione NOAS: Il Gip sente l’assessore Tripodi “Non conosco gli indagati”. Le cosche interessate a grande distribuzone. Evitato un omicidio. Polemica Portavoce Loiero-Borrello

15/02 E' durato venti minuti l'interrogatorio dell'assessore regionale al Turismo Pasquale Tripodi, sentito per rogatoria dal giudice delle indagini preliminari di Reggio Calabria Adriana Costabile, nell'ambito dell'operazione Naos, coordinata dalla Procura distrettuale di Perugia. Tripodi, che era assistito dagli avvocati Emanuele Genovese e Umberto Abate, ha negato di conoscere le persone di cui si fa riferimento nelle intercettazioni telefoniche tranne che una conoscenza da ragazzi, perché conterranei, con Antonino Vadalà, ambedue originari di Bova Marina. Pasquale Tripodi ha inoltre ribadito al gip Costabile di non avere alcuna titolarità di firma sulle opere menzionate nel corso delle intercettazioni telefoniche ed ha affermato di non avere mai partecipato ad alcuna cena con le persone coinvolte nell'inchiesta. Successivamente all'assessore regionale Tripodi, sono stati ascoltati altri indagati tra i quali il vicesindaco di Brancaleone, Scaramuzzino Gentile.

Sequestrati computer e documenti in assessorato. Due computer ed alcuni documenti sono stati acquisiti dai carabinieri a Catanzaro negli uffici dell'assessorato regionale al turismo della Calabria nell'ambito dell'inchiesta 'Naos' della Dda di Perugia che ha portato all'arresto, tra gli altri, dell'ex assessore Pasquale Tripodi. Dagli uffici dell'assessorato i carabinieri hanno portato via i computer e delle scatole con all'interno alcuni documenti. L'attività dei carabinieri si è svolta, secondo quanto si è appreso, principalmente nell'ufficio della segreteria particolare dell'ex assessore Tripodi.

Le cosche interessate alla grande distribuzione. Le cosche della fascia ionica reggina e la camorra erano interessate ad entrare nel mondo della grande distribuzione commerciale realizzando anche un centro commerciale a Brancaleone. E' quanto emerge dall'inchiesta 'Naos' della Dda di Perugia che, nei giorni scorsi, ha portato all'arresto di numero persone in Umbria, Calabria e Campania. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia, Marina De Robertis, è riportato il testo di una intercettazione ambientale tra due delle persone arrestate, Luigi Martelli e Giuseppe Benincasa, i quali discutono della realizzazione del centro commerciale. "Perché il discorso del centro commerciale - dice Martelli a Benincasa - significa che l'ottanta per cento dei piccoli negozi che ci sono a Brancaleone possono pure chiudere cioé significa la morte per alcuni commercianti". Nel corso della conversazione Benincasa risponde a Martelli che "si, o si adeguano o muoiono. O si vengono a comprare, o si vengono ad affittare i locali da noi"

Evitato un omicidio. E' attraverso l'intervento di Carmelo Ielo, arrestato nell'ambito dell'operazione 'Naos' della Dda di Perugia, che viene evitato l'omicidio di un uomo, originario del reggino, residente in Umbria. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia, Marina De Robertis, nei confronti di 57 persone. La vicenda emerge nel corso di una conversazione tra Luigi Martelli e Giuseppe Benincasa, entrambi arrestati nell'operazione. "Ciuffo bianco tempo fa - sostiene Martelli - lo ha salvato Carmelo...lo ha salvato ...perché eravamo pronti..allora Carmelo..nooo..nooo..per favore..nooo..é mio compare..perché praticamente è suo compare..no? che gli ha fatto il compare d'anello..vedete qual'é il fatto".

Omicido Fortugno, grave errore. L'omicidio del vice presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, fu un "grave errore". E' quanto emerge da una intercettazione ambientale tra Giuseppe Benincasa e Luigi Cicioni, entrambi arrestati nell'ambito dell'inchiesta 'Naos' della Dda di Perugia. La conversazione, avvenuta mentre Benincasa e Cicioni erano a bordo di una automobile, è riportata nell'ordinanza del Gip di Perugia, Marina De Robertis.
"Smuovere - dice Benincasa - come un...un..discorso di...é stato ammazzato quel politico, come cazzo si chiama Fortugno no?
quelli eh..sono degli errori grossissimi, però quelli sono gli imprevedebili perché...gli imprevedibili, quello lo ha ammazzato un infermiere per motivi personali...capisci quello che ti dico, come fai ad impedirlo, cioé nel senso non lo puoi prevenire perché non potevi pensare che..non puoi pensare che quello per motivi personali".

Polemica Portavoce Loiero-Borrello “Polemica surrale”. "Sembra surreale la polemica su chi è più bravo a esprimere o meno solidarietà all'assessore Pasquale Maria Tripodi. Ed è strano che il consigliere regionale Borrello accusi di cinismo il presidente Loiero, quando poi usa le stesse parole di Loiero per esprimere la sua solidarietà a Tripodi". E' quanto si fa notare in una nota dell'ufficio del portavoce del presidente della Regione Calabria, a proposito di una lunga dichiarazione del consigliere Borrello che qualche giorno fa ha lasciato l'Udeur, il quale accusa il suo ex partito, il presidente Loiero e la giunta di avere "mollato" l'assessore arrestato dalla Procura di Perugia. "Non si intende fare valutazioni politiche - è scritto nella nota - ma soltanto mettere in evidenza che, nella sua dichiarazione, il consigliere Borrello esprime la solidarietà a Tripodi con queste parole, in una frase incidentale: 'in questo momento critico per lui, cui personalmente auguro, di cuore, che possa dimostrare la sua estraneita' dalle accuse che gli muove la magistraturà". "Non si capisce - prosegue la nota - quanto sia differente dalla solidarietà espressa da Loiero ('In questo momento gli auguro e mi auguro che sia in grado di dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli vengono contestaté) e da quella degli assessori che la sera stessa hanno dichiarato: 'e' fortissima in noi la speranza che l'assessore Pasquale Tripodi possa dimostrare l'assoluta estraneità alle ipotesi di reati che gli sono stati contestatì. Quello che il presidente Loiero ha detto in Giunta è agli atti ed è noto a tutti gli assessori. Loiero ha parlato a poche ore dall'arresto, Borrello dopo più di 24 ore".
Borrello “No a ruolo politico Sergi”. "C'é disorientamento in Regione. Le parole del sedicente ufficio del portavoce nei miei riguardi sono cosi ebbre che non si capisce a che titolo lo fa. Ho l'impressione che a distanza di tre anni non abbia ancora capito qual'é la linea di demarcazione che lo separa nettamente da funzioni politiche, visto che è profumatamente pagato da quella stessa Regione in cui il sottoscritto è Vicepresidente del Consiglio regionale". Così Antonio Borrello replica all'ufficio del portavoce del presidente della Regione a proposito della sua posizione sull'arresto dell'ex assessore Pasquale Tripodi. "Ci racconti e ci informi - aggiunge Borrello - sulle questioni che riguardano l'attività amministrativa del presidente Loiero. Su quelle squisitamente politiche la smetta di interloquire con chi, contrariamente a lui, ne ha pieno titolo, anche per evitare che prenda fischi per fiaschi, magari per depistare o confondere le idee con dire allusivo e balbuziente. Non potrà mai essere lui a sindacare la mia posizione sulla vicenda Tripodi, ammesso che l'abbia compresa. A me non pare che la legge istitutiva di questa ambigua figura preveda anche uno staff, ma di questi tempi tutto è possibile. Tuttavia, il portavoce non ha capito che quando interviene dovrebbe farlo esclusivamente per ragioni istituzionali, solo per questo è profumatamente pagato. Non per depistare e confondere le idee. Resta tutto misterioso il dietrofront di Loiero sull' assessore Tripodi, oppure troppo chiaro. Quando io invoco chiarezza e serietà non mi rivolgo al portavoce. Perciò egli, prima d'interloquire con me, ricordi che non è stato eletto dai calabresi e che se proprio non può esimersi almeno sia chiaro e dignitoso, non allusivo e balbuziente". "Il portavoce del presidente Loiero, ancora dopo tre anni - conclude Borrello - dà l'impressione di non aver ancora capito".
Sergi “So qual è il mio ruolo”. ''Io so bene quale sia il ruolo del portavoce, quando e come intervenire. Per questo la Regione mi paga, anche se molto di meno di quanto compete a un professionista con un curriculum come il mio che e' stato inviato speciale di un grande giornale nazionale, fondatore e direttore di un quotidiano regionale, ed e' vissuto sempre della propria attivita' lavorativa''. E' quanto afferma Pantaleone Sergi, portavoce del presidente della Regione, Agazio Loiero. ''Spiace soltanto - aggiunge - che altri non l'abbiano ancora capito o facciano finta di non capirlo, insistendo nel sostenere che il portavoce o l'ufficio del portavoce come per legge si chiama, debbano occuparsi di vicende amministrative e nulla piu'. E questo lo dico con voce chiara e forte e in italiano comprensibile a tutti. Altro non mi interessa aggiungere, proprio perche' conosco i limiti del mio ruolo e non ho interesse personale alla polemica strumentale''.

Fedele (FI) “Situazione drammatica”. "La drammaticità della situazione nella nostra regione è sotto gli occhi di tutti. Ormai in Italia e nel mondo ci si è fatta un'idea della Calabria come una regione alla deriva, in mano alla criminalità organizzata e mal governata". E' quanto afferma, in una nota, il deputato di Forza Italia, Luigi Fedele. "Anche se non tutto è così - prosegue Fedele - certamente non si può negare che il problema esiste. Non vogliamo dire che la responsabilità sia tutta del centro-sinistra ma sicuramente gran parte di quanto sta succedendo in questi ultimi anni è da ascriversi a questo governo regionale. Purtroppo tutta una serie di inchieste e di arresti, che pare non si debbano fermare, ha fatto perdere la fiducia dei calabresi verso l'attuale classe politica. E' facile, ma anche triste, adesso per il presidente Loiero scaricare i suoi consiglieri e suoi assessori coinvolti in procedimenti giudiziari, a dire il vero è stato anche di pessimo gusto". "A questo punto - prosegue Fedele - viene da chiedersi ancora una volta come il centro-sinistra abbia potuto vincere le elezioni regionali con il 20% di scarto e ci sarebbe anche da chiedersi quale fosse la provenienza di quei voti. Ma ormai è acqua passata e non è più tempo di polemiche perché la strada é senza ritorno. Il voler continuare a tener in vita questo Consiglio regionale credo sia solo un 'accanimento terapeutico'. Ma non solo e non certo per le pur gravi vicende giudiziarie, in particolar modo per l'inefficienza dell'azione amministrativa". Per il deputato di Fi "una regione in queste condizioni non é certo governabile. Per questo mi auguro, i calabresi si augurano, che il prossimo Consiglio regionale 'suggerisca' al presidente Loiero di staccare la spina. Né pensi lo stesso presidente di risolvere il problema con la modifica dello statuto per aumentare gli assessori esterni, ne pensino altri di affrontare prima due o tre questioni urgenti e poi andare al voto. Non ci sono più le condizioni politiche per poterlo fare". "Capisco pure - sostiene ancora Fedele - che il presidente Loiero sia riluttante e vorrebbe andare avanti per non ammettere pure una sconfitta personale, posso anche pensare che voglia farlo nell'interesse dei calabresi ma sappiamo tutti, e lui per primo, che il tempo è veramente scaduto. C'é solo il rischio concreto di danneggiare in maniera irreversibile anche quel poco di buono che ancora si può salvare. Mi rivolgo anche agli amici dell'opposizione: facciano sentire la loro voce con determinazione. Certo è un momento in cui ci vuole coraggio ma non sempre il coraggio serve per andare avanti anzi c'é ne vuole di più per dire basta. Presidente Loiero sia coraggioso".

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